Opinioni - L'intenzione di candidare Cassino a Capitale della Cultura va inserita in un contesto di crescente attenzione culturale verso l'Abbazia, è un simbolo che ha rappresentato, e continua a rappresentare, un punto di riferimento culturale a livello nazionale ed europeo, legato a doppio nodo sia al Cristianesimo che alla storia dell'Occidente
A seguito dell'annuncio fatto dal sindaco Enzo Salera in merito alla proposta di candidare la città di Cassino come Capitale della Cultura 2029, è bene riflettere bene sul fatto che sarà quella anche occasione delle celebrazioni dei 1500 anni dalla fondazione dell'Abbazia di Montecassino.
Si tratta di una proposta che punta molto sul suo valore non solo come monumento architettonico e per la sua storia, ma anche per il suo ruolo culturale e spirituale riconosciuto globalmente. L'intento è quello di formare un comitato qualificato che coinvolga l'amministrazione comunale, l'Abbazia, l'università e le migliori energie culturali del territorio per organizzare le celebrazioni.
Tuttavia, questo progetto riesce a sollevare interrogativi sul suo reale impatto e sulle modalità attraverso cui sarà portato a compimento. Prima di tutto c'è l'intenzione di candidare Cassino Capitale della Cultura va inserita in un contesto di crescente attenzione culturale verso l'Abbazia, ma si tratta pur sempre di una scelta che potrebbe apparire anche come un tentativo di sfruttare a fini promozionali questo nostro patrimonio che ha comunque già una forte identità sia storica che spirituale.
Detto ciò, il rischio che si corre è che questa celebrazione si possa vedere ridotta di importanza a una mera ricorrenza celebrativa. Se così fosse si perderebbe l'opportunità di un dibattito più ampio sul ruolo che questo luogo ha avuto e che potrebbe avere in futuro nel contesto della cultura contemporanea.
Stiamo parlando di un simbolo che ha rappresentato, e continua a rappresentare, un punto di riferimento culturale a livello nazionale ed europeo, legato a doppio nodo sia al Cristianesimo che alla storia dell'Occidente. La sfida oggi sta quindi nel riuscire a garantire che le celebrazioni siano quell'occasione di riflessione autentica, e non un semplice rito commemorativo. Infine, qualcosa va detto anche circa la costituzione di un comitato per le celebrazioni. Comitato che dovrà coinvolgere l'attuale amministrazione comunale, i membri dell'abbazia, ma anche l'università e le energie culturali del territorio per dare un passo positivo che dovrà concretizzarsi in modo efficace.
Non basta infatti un comitato, per quanto qualificato, occorre che le forze locali vengano messe in gioco su un piano strategico con uno sguardo al futuro per realizzare un dialogo produttivo che non si esaurisca nel 2029, ma che abbia invece la forza di proseguire nel tempo.
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