Economia - Una start-up unisce tradizione e tecnologia per aiutare anziani e proprietari a prendersi cura dei loro uliveti, mappando il patrimonio olivicolo italiano e valorizzando i frutti della terra
Olivamea: la start-up che salva gli uliveti abbandonati e sostiene gli anziani e le persone che non hanno più tempo. Gli uliveti che rischiano di finire in abbandono, con i loro preziosi frutti dimenticati tra i rami, possono oggi rinascere grazie a unprogetto innovativo, sostenibile e profondamente umano firmato Olivamea.
Questa giovane start-up ha scelto di mettere le nuove tecnologie al servizio della tradizione, avviando una campagna speciale per le persone anziane e per tutti coloro che, pur possedendo uliveti, non hanno più la possibilità fisica o organizzativa di raccogliere le olive.
E allora ci pensano loro: un gruppo di giovani motivati che, con passione e competenze, si sostituiscono ai proprietari per il raccolto, restituendo valore a terreni e alberi che altrimenti rischierebbero l’abbandono. Un progetto che unisce tradizione e innovazione Olivamea nasce con una missione chiara: unire il sapere agricolo delle generazioni passate con le potenzialità offerte dalla tecnologia digitale. Il cuore del progetto è una app innovativa, pensata per semplificare la gestione degli uliveti e valorizzare il lavoro di aziende, privati e appassionati.
Tra i servizi più richiesti spicca proprio quello della raccolta conto terzi, un’idea semplice ma efficace che ha già ricevuto grande apprezzamento sul nostro territorio.
L’app Olivamea sta riscuotendo un crescente successo sia in Italia che all’estero, con un apprezzamento particolare in Spagna, dove tante persone hanno già scaricato la piattaforma e la stanno utilizzando attivamente, credendo fin da subito nella visione di Olivamea.
Un database unico per mappare gli ulivi d’Italia Oltre ai servizi pratici, Olivamea sta sviluppando un database altamente innovativo, con l’obiettivo di raccogliere informazioni dettagliate su cultivar, caratteristiche agronomiche e patologie delle piante in ogni zona d’Italia. Uno strumento che, ad oggi, non è disponibile neppure presso enti e istituzioni preposte, e che si prospetta fondamentale per la mappatura in tempo reale delle varietà di ulivo e delle malattie che possono colpirle, non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
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