ASL, l'Ugl denuncia le condizioni di lavoro degli operatori dell'URP e del PUA

Cronaca - Per il sindacato i dipendenti dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico, congiuntamente a quello del Punto Unico di Accesso, sono costretti ad operare in "condizioni disumane e inaccettabili". E spiegano "il personale è collocato in un sottoscala di pochi metri quadrati, dove in sei o sette viene svolta l’attività quotidiana"

ASL, l'Ugl denuncia le condizioni di lavoro degli operatori dell'URP e del PUA
di autore Luca Pallini - Pubblicato: 22-05-2025 17:49 - Tempo di lettura 3 minuti

"Condizioni di lavoro inaccettabili presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) e Punto Unico di Accesso (PUA). È l'allarme lanciato dal sindacato Ugl Salute, nella persona del segretario provinciale Rosa Roccatani, che denuncia le precarie condizioni in cui lavorano gli operatori afferenti a questi due settori. 

"Con la presente - dichiara Roccatani - desideriamo portare all’attenzione una situazione insostenibile che riguarda il personale dell’URP e del PUA, costretto a operare in condizioni disumane e inaccettabili. Gli operatori sono infatti collocati in un sottoscala di pochi metri quadrati, dove in sei o sette si svolge l’attività quotidiana. La limitatezza dello spazio impone loro di posizionarsi all’esterno dell’area assegnata, rendendo evidente la totale mancanza di un ambiente di lavoro dignitoso e conforme alle normative di sicurezza".

"Inoltre - prosegue la segretaria provinciale - si segnala il completo disinteresse del direttore del distretto B, formalmente delegato alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, ai sensi degli artt. 16 e 299 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Nonostante i ripetuti solleciti, anche tramite e-mail, non si è ancora adottata alcuna soluzione concreta. Sembrerebbe che la sicurezza e il benessere dei lavoratori non siano una priorità, lasciando emergere un grave disinteresse da parte di chi dovrebbe tutelarli".

"È doveroso evidenziare - sottolinea Roccatani - come, mentre non si trovano spazi adeguati per il personale, alcuni locali siano invece affittati e utilizzati da medici di base esterni, o lasciati liberi in seguito al pensionamento dell’occupante. Questa gestione dimostra un’assoluta mancanza di pianificazione e attenzione alle esigenze di tutela dei lavoratori".

"In un contesto - riflette la sindacalista - in cui la tutela della salute e della sicurezza dovrebbe essere prioritaria, si registra invece un disinteresse totale nei confronti del disagio di chi è costretto a svolgere le proprie attività in condizioni disumane. La delicatezza e la riservatezza delle attività svolte - che includono l’accoglienza di cittadini, la gestione di reclami e la diffusione di informazioni sanitarie - rendono ancora più grave questa situazione. Ci chiediamo: dove si trova il rispetto della privacy, considerando che i rapporti tra dipendenti e utenti avvengono in spazi ristretti e in presenza di altri utenti e colleghi - si interrogano i rappresentanti sindacali - È inaccettabile che, in un ambiente così angusto, si comprometta la riservatezza e la sicurezza di tutti".

"Infine, si evidenzia come la tanto decantata tutela della privacy, che comporta un costo di circa 48.000 euro annui per la presenza di un consulente esterno, venga applicata esclusivamente al controllo degli atti pubblici. Ma la privacy degli utenti e la sicurezza dei lavoratori, che sono elementi fondamentali, sono completamente trascurate. È inaccettabile che si continui a privilegiare un aspetto e si ignorino gli altri, mettendo a rischio la dignità e la sicurezza di chi opera e di chi si rivolge ai nostri servizi" attacca ancora la delegata dell'Ugl.

"Chiediamo - conclude Roccatani - un intervento immediato e concreto per risolvere queste criticità, affinché venga garantito un ambiente di lavoro dignitoso, sicuro e rispettoso della privacy di tutti."

L.P.





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