Una storia che merita di essere raccontata

Valle di Comino - In questi giorni la Valle di Comino è alla prese con il Festival delle Storie. La rassegna letteraria, ideata e diretta da Vittorio Macioce. Il caso di Nikita, studente ucraino di Economia fuggito dalla guerra nel 2022, e Mirwais, ingegnere afghano arrivato in Italia per cercare un'alternativa al regime dei Talebani

Una storia che merita di essere raccontata
di autore Luca Pallini - Pubblicato: 30-08-2025 15:56 - Tempo di lettura 2 minuti

In questi giorni la Valle di Comino è alla prese con il Festival delle Storie. La rassegna letteraria, ideata e diretta da Vittorio Macioce, è giunta ormai alle sedicesima edizione.

Al centro, come sempre, tante storie che meritano di essere raccontate. Proprio come quella che stiamo per scoprire. Nata nel grembo del Festival.

Nel 2022 la manifestazione è stata arricchita da una Summer School, realizzata in collaborazione con l'Unicas, che ha consentito a circa dieci studenti di vivere un'esperienza unica: conoscere tutto ciò che si cela dietro l'attività di comunicazione di un Festival di questo livello. Molti di loro erano studenti internazionali, arrivati a Cassino dagli angoli più remoti del Pianeta. Ognuno portava con sé il proprio vissuto personale. Spesso caratterizzato da difficoltà e sofferenza. È questo il caso di Nikita, studente ucraino di Economia fuggito dalla guerra nel 2022, e Mirwais, ingegnere afghano arrivato in Italia per cercare un'alternativa al regime dei Talebani. Entrambi hanno donato al Festival di quell'anno le loro storie, nudamente e tragicamente umane.

A distanza di tre anni, i due giovani sottolineano quanto questa esperienza abbia impattato sulla loro vita.

"Partecipare al Festival nel 2022 - spiega Mirwais -  è stata un'esperienza trasformativa che ha lasciato un segno indelebile nella mia vita personale e professionale. L'incontro con rinomati cantanti, scrittori e poeti italiani e la partecipazione a una serie di arricchenti incontri culturali hanno ampliato la mia prospettiva e approfondito il mio apprezzamento per l'intersezione tra arte, cultura e società".

" Il Festival - prosegue - non è stato solo una fonte di ispirazione, ma anche un punto di svolta che mi ha aiutato a costruire legami e amicizie significative. Poco dopo, mi sono laureato in Ingegneria Civile presso l'Università di Cassino e del Lazio Meridionalecon il massimo dei voti (110/110 e ho superato con successo l'Esame di Stato. Oggi, come ingegnere professionista in Italia, porto avanti la passione, l'intuizione e la consapevolezza culturale che ho acquisito durante quella settimana indimenticabile, che continuano a influenzare il mio approccio al lavoro e il mio rapporto con il mondo che mi circonda".

Anche Nikita ha evidenziato l'importanza di quelle settimana nella cornice della Valle di Comino. 

"In questi tre anni - racconta -sono cambiate tante cose, ma la direzione dei miei obiettivi e le mie priorità sono rimaste le stesse. Ho imparato molto sulla cultura italiana da quando sono arrivato qui, anche e soprattutto grazie al Festival. Ho avuto la fortuna di laurearmi all’Università di Cassino. Adesso lavoro a tempo pieno nel mio settore, facendo esperienza e continuando ad imparare ogni giorno".

"La cosa più importante per me - sottolinea - è sentirmi al sicuro e sempre accolto e sostenuto dalle persone intorno, soprattutto considerando che purtroppo la situazione nel mio Paese non mostra ancora segni di miglioramento".

E auspica: "Il mio augurio più grande è la pace in Europa e nel mondo". Due storie belle, affascinanti e allo stesso tempo vive testimonianze di come si possano superare anche le più grandi avversità della vita, costruendo così un futuro migliore. Due storie che il destino ha voluto incontrassero il Festival.





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