Opinioni - "Vengo dalla cultura democristiana dove mi è stato insegnato il rispetto per le persone, avrei evitato di fare nomi, pur condividendo pienamente la necessità che la politica avvii un percorso per riconquistare un minimo di credibilità nei confronti degli elettori. E poi mi domando: come mai due pesi e due misure?"
Condivido pienamente nella sostanza la scelta politica di Buongiovanni nel ripulire la politica da quelli che della transumanza ne fanno una ragione di vita. Sono più cauto quando a queste scelte vengono legati i nomi. Vengo dalla cultura democristiana dove mi è stato insegnato il rispetto per le persone, avrei evitato di fare nomi, pur condividendo pienamente la necessità che la politica avvii un percorso per riconquistare un minimo di credibilità nei confronti degli elettori.
La transumanza viene alimentata dalla incapacità dei partiti che non riescono al proprio interno ad avere una linea di condotta ferma e decisa, sono, infatti, i partiti che dovrebbero emarginare chi non segue la linea non dovrebbe essere un sindaco o un candidato sindaco ad assumersi questo onere.
Buongiovanni parla un linguaggio nuovo, un linguaggio della verità, non ha la scaltrezza politica, un amico mi chiama lo “strategone” forse ha ragione, ragiono come nella Prima repubblica, avrei detto cose ancora più pesanti senza doverle necessariamente personalizzare.
Sia ben chiaro sono favorevolissimo affinché la politica si ripulisca da chi con indifferenza sia pronto a candidarsi da destra a sinistra purché si possa gestire qualcosa; diffido dell’onestà di chi si sia proposto di fare il sindaco del centrodestra per poi andare a sostenere quello di sinistra; diffido di chi bussa al citofono del centrodestra, per poi partecipare ad innocue riunione di sinistra per poi farsi bruciare, perché quelle partecipazioni vengono comunicate e diffuse anche su internet.
Questi personaggi che fanno dell’equivoco la loro ragione di vita politica se li prenda pure la sinistra, insieme a chi per cinque anni è stato nella destra per essere oggi al fianco di chi della sinistra ne ha fatto una ragione di vita con coerenza e rispetto.
Se questi personaggi hanno bussato al citofono della sinistra significa che al portone del centrodestra non gli è stato aperto, e non gli sarà aperto, forse pensavano di trovare un tappeto rosso e non lo hanno trovato o forse pensavano di avere un ruolo diverso.
Non si tratta di politica, qui è in gioco la dignità e la credibilità personale di ognuno, la vergogna di questi atteggiamenti genera disprezzo sociale in chi ancora oggi vuole emulare l’ambasciatore Gucciardini al servizio del Papato presso la corte di Spagna quando esclamò “o Francia o Spagna purché se magna”.
A dire il vero in alcuni c’è anche molta approssimazione e dilettantismo, non sempre vedo razionali comportamenti in totale mala fede.
È compito dei partiti mettere alla porta chi di questa transumanza trova risibili giustificazioni per nascondersi dietro scelte che non hanno nulla di politica ma solo di interessi personali. L’invito è rivolto ai partiti ed ai dirigenti dei partiti nel dare agli elettori un segnale forte di coerenza e di onestà politica.
Ma in tutto questo c’è un qualcosa che non mi convince del tutto, una sottile strategia ai danni di qualcuno, e mi spiego meglio. Una delle persone indicate nell’articolo solo cinque anni fa aveva già approntato una lista a sostegno della sinistra, quella più dura e pura, e solo in nome di questa purezza non fu accettato; invece dopo essere stato rifiutato dalla sinistra, il centrodestra di allora lo accettò a braccia aperte.
Capisco che la coerenza sia un valore della Prima Repubblica, e solo per non suscitare ulteriori polemiche faccio uno sforzo nel reprimere uno strano formicolio che mi passa nella testa; forse ha ragione il mio amico quando dice che ragiono all’antica, ma una domanda me la faccio, non so se sia una domanda moderna o da “strategone”: come mai due pesi e due misure?
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