Il paradosso della destra di Cassino e gli errori di FDI e della Lega

Opinioni - Un rammarico perché questo accordo e questa scelta la si poteva fare a Cassino e non a livello regionale se solo la Lega non avesse abbandonato il confronto ed avesse posto il problema politico al tavolo del centrodestra contribuendo a dare  anche indicazioni e suggerimenti sul metodo di scelta invece di sollecitarne banalmente il nominativo per l’esercizio del tiro al piccione

Il paradosso della destra di Cassino e gli errori di FDI e della Lega
di autore Lello Valente - Pubblicato: 29-01-2024 16:49 - Tempo di lettura 3 minuti

Nel centrodestra di Cassino si sfiora il paradosso, proprio  la Lega che da sola chiedeva a Fratelli d’Italia di esprimere il nome del candidato sindaco adesso il  commissario cittadino della Lega ne  mette in discussione la propria originaria proposta. Di rimando Fratelli d’Italia rivendica l’onore di esprimere il candidato in quanto prima forza del centrodestra. Due posizioni entrambi sbagliate.

Se  fosse sostenibile la giustificazione di FDI allora in tutti i Comuni d’Italia i sindaci  sarebbero tutti espressione di FDI; sbagliata anche l’offerta a scatola chiusa che la Lega in un primo momento aveva fatto a FDI di esprimere il nome di un candidato. In tutto questo manca un elemento fondamentale: la politica che governa i processi e si fa garante degli accordi.

Sin dal primo momento ho messo  in discussione il diritto di Fdi di esprimere il candidato sindaco, ma non perché non ne avesse il diritto, perché manca il substrato politico, manca l’accordo politico al quale la Lega si è sottratta abbandonando il tavolo del centrodestra.

Cassino non può essere trattato alla stregua di un piccolo Comune, la venuta del segretario nazionale del PD ha conferito alla  città di Cassino un ruolo politico di rilievo nazionale, al quale il centrodestra non può che rispondere con un atto politico, un accordo che prevede, in base ai numeri, un assetto politico su un più ampio territorio.

Questo metterebbe fine anche a ripetute fibrillazioni in altri Comuni, un aggiornato manuale Cencelli avrebbe risolto in 10 minuti i problemi. Basterebbe solo definire il limite territoriale del manuale Cencelli se a livello provinciale o regionale.

Che qualcuno volesse giocare su due tavoli era chiaro sin dallo scorso mese di settembre, ed in un articolo prospettai che alla fine ci sarebbe stato un tavolo regionale a sbrogliare la matassa che volutamente la si è voluta rendere difficile per cercare di indirizzare le scelte non attraverso la politica ma spostandola su altri binari, un maldestro tentativo di fare di Cassino una entità a sé, non inserita in un contesto politico più ampio.

Il peso dei numeri è importante ma non è tutto, non basta la diplomazia, come invoca qualcuno,  è mancata la volontà e la capacità di fare politica, troppa tattica, troppe astuzie hanno privato il centrodestra del necessario dibattito politico che ora si è spostato sul tavolo regionale dopo del quale non sarà più consentito a nessuno giocare al tiro al piccione. E’ la politica che non consentirà di mettere in discussione le capacità del singolo candidato, per ognuno ce ne sarà sempre uno migliore, ma dopo un accordo si deve procedere convintamente in avanti.

Un rammarico perché questo accordo e questa scelta la si poteva fare a Cassino se solo la Lega non avesse abbandonato il confronto ed avesse posto il problema politico al tavolo del centrodestra contribuendo a dare  anche indicazioni e suggerimenti sul metodo di scelta invece di sollecitarne banalmente il nominativo per l’esercizio del tiro al piccione.

Una occasione persa che brucia una intera classe politica ancora in giovane età trascinata su binari che escludono il confronto politico scadendo in una banale contrapposizione di interessi.

 

 

 





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