Il cantiere della scuola Conte? Mi ricorda l'asfalto elettorale della Prima Repubblica

Opinioni - Oggi nella mia città, per ottenere il consenso elettorale si chiude una scuola, si allestisce un cantiere con tanto di cartello riportante la dicitura 'vietato l'accesso ai non addetti ai lavori' (tranne gli alunni ovviamente) e si prendono in affitto locali non ancora utilizzabili ai fini scolastici

Il cantiere della scuola Conte? Mi ricorda l'asfalto elettorale della Prima Repubblica
di Redazione - Pubblicato: 09-01-2024 19:52 - Tempo di lettura 3 minuti

Quando le opere pubbliche iniziate vengono propagandate come già realizzate, quando le opere pubbliche vengono appaltate alla vigilia del rinnovo del consiglio comunale, ecco questo tipo di atteggiamento ha solo una certificazione: quella che negli anni precedenti non si è fatto nulla. Un sistema che nella Prima Repubblica le minoranza oggi maggioranza le definivano asfalto elettorale e opere pubbliche, per accappare il consenso.

Oggi nella mia città, per ottenere il consenso elettorale si chiude una scuola, si allestisce un cantiere con tanto di cartello riportante la dicitura 'vietato l'accesso ai non addetti ai lavori' (tranne gli alunni ovviamente) e si prendono in affitto locali non ancora utilizzabili ai fini scolastici. Cosa importa se un cartello riporta le regole da rispettare secondo la Legge mentre in realtà accade l'esatto contrario? Perchè collocare i ragazzi in un edificio realizzato decenni prima di quello che ospita la media 'Conte' è da menti eccelse quasi da intelligenza artificiale ed io evidentemente non sono al passo con i tempi se non riesco a cogliere determinate sfumature.

Ho sempre pensato che gli alunni fossero più al sicuro in una scuola a pian terreno come la 'Conte' che in una di tre piani in barba alle norme antisismiche. Devo confessare che la disinvoltura con cui si assumono certe decisioni, cioè di fare nuovamente tabula rasa della storia della nostra città, non è da intelligenza artificiale ma l'atteggiamento di un'amministrazione che vuole il ottenere consenso stravolgendo la città, cambiando idee su tutto, in dispregio di chi una città  l'ha fatta risorgere dalle macerie della distruzione.

Giuseppe Sebastianelli





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