Stellantis vuole ridimensionare il sito di Cassino? Allora lo dica apertamente

Economia - Nella giornata di ieri una delegazione di operai della Flmu-Cub ha presenziato davanti ai cancelli della Sevel di Atessa per protestare contro le trasferte obbligatorie dei lavoratori del sito pedemontano: "Basta con questi espedienti di sorta per tagliare ulteriori posti di lavoro"

Stellantis vuole ridimensionare il sito di Cassino? Allora lo dica apertamente
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 09-01-2024 20:17 - Tempo di lettura 3 minuti

Nella giornata di ieri, 8 gennaio 2024, una delegazione di operai della Flmu - Cub del sito Stellantis di Cassino ha presenziato davanti ai cancelli della Sevel di Atessa per protestare contro le trasferte obbligatorie dei lavoratori. Al presidio hanno partecipato attivamente tutte le sigle del sindacalismo di base presenti negli stabilimento Stellantis, ovvero lo Slai Cobas e l’Usb, oltre alla Flmu-Cub.

Non è in discussione la possibilità di chiedere agli operai di andare volontari in trasferta, come avvenuto nella storia della società, ma il metodo e la coercizione con i quali la società impone il proprio volere, soprattutto a fronte di situazioni individuali di estrema difficoltà, legate spesso a condizioni di salute precarie, a situazioni familiari di assistenza ai bambini e agli anziani, e a circostanze oggettive dove lasciare il proprio luogo di residenza comporta enormi sacrifici personali.

In realtà la “deportazione” di centinaia di operai è finalizzata a coprire il progetto di smantellamento degli stabilimenti Stellantis in Italia, chi prima e chi dopo, e a mascherare il fallimento di una strategia industriale che oggi ricade interamente in capo agli operai. In realtà non vi sarebbe alcuna esigenza che giustifichi questa trasferta di massa, se non quella di persuadere i lavoratori a licenziarsi e accettare l’incentivo all’esodo, per svuotare ulteriormente il bacino occupazionale di Cassino.

Addirittura agli operai non è stato neanche concesso di leggere il testo integrale dell’accordo sindacale di secondo livello con il quale Stellantis ha deciso le trasferte, e la decisione della stipula dello stesso accordo è stata assunta senza informare i lavoratori in assemblea, quindi senza alcun mandato da parte dei lavoratori, e tenendo all’oscuro i lavoratori stessi delle velleità padronali.

Questo per significare il livello di acquiescenza al quale sono ridotti i sindacati confederali che avrebbero le prerogative statutarie di sottoscrivere accordi di secondo livello.

Dal 5 dicembre 2023, data di sottoscrizione dell’accordo delle trasferte, tra l’altro, guarda caso, a fabbrica chiusa, i sindacati firmatari sono letteralmente scomparsi, abbandonando i loro stessi iscritti al loro destino. Un silenzio che somiglia molto all’omertà di chi sa di aver commesso un danno ai lavoratori e si nasconde dietro improbabili esigenze tecnico-contrattuali.

“Manteniamo alto il livello di agitazione sindacale - dichiarano i delegati della FLMU di Cassino - e se è il caso torneremo nuovamente davanti ai cancelli della Sevel di Atessa per denunciare politicamente il livello di coercizione al quale sono sottoposti gli operai. Vogliamo, da lavoratori, essere vicini a tutti gli operai/e che in questi giorni stanno lavorando in trasferta in ossequio a scelte aziendali/sindacali decisamente vessatorie e poco trasparenti. Se Stellantis vuole ridimensionare il sito di Cassino lo dica apertamente, senza utilizzare espedienti di sorta per tagliare ulteriori posti di lavoro”





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