Giulia è come un caduto in guerra, Cassino onori la sua memoria

Opinioni - Avviamo un iter e stabiliamo sin da adesso  di  intitolare un luogo frequentato dai giovani a Giulia Cecchetin uccisa solo perché donna. Il sindaco Salera si faccia promotore di questa iniziativa

Giulia è  come un caduto in guerra, Cassino onori la sua memoria
di autore Lello Valente - Pubblicato: 20-11-2023 19:35 - Tempo di lettura 3 minuti

L’omicidio della giovanissima Giulia getta un intero Paese nell’angoscia, sin dal primo momento la sensazione non era positiva, ma la speranza induceva anche all’ottimismo, che però molto spesso perdeva al confronto di un  doloroso realismo.

Una ragazza di soli 22 anni, la figlia di un intero Paese, un dramma che distrugge due famiglie di giovani, forse molte colpe le abbiamo noi genitori che pensiamo di dare sempre troppo poco invece diamo  il superfluo e educhiamo i nostri figli ad una cultura dell’ovvio e della banalità,  dove la chat ha occupato lo spazio del dialogo, dove i social hanno annientato il dialogo nella famiglia.

Si prova tanto dolore come se il lutto avesse toccato da vicino le nostre famiglie, perchè siamo nella normalità di una famiglia come quella di tanti.

Vengono in mente i tanti femminicidi ma anche quelli  causati da una cultura che ancora oggi pone la donna dietro l’uomo, la donna che cammina tre passi dietro, la donna che non può lavorare, la donna che non può uscire da sola, la donna che non può mostrarsi, la donna che non è libera di scegliere il proprio uomo, l’uomo che si erige a “padrone” della donna, che non può nemmeno scegliere di vestirsi all’occidentale. Con queste culture predichiamo l’integrazione , non facciamo nulla per contrastare queste culture in casa nostra poi ci si meraviglia dell’emulazione.

Un padre ha ammazzato la figlia perché voleva amare un giovane occidentale, perché non voleva sposare chi aveva scelto il padre. Difendiamo la donna sempre e comunque ma alziamo anche forte la voce che per queste culture da noi non ci può essere spazio; non si tratte di razzismo, è la concezione della vita che si basa su principi opposti ai quali nessuno vuole rinunciare , allora la cosa migliore è che ognuno rimanga della propria idea a casa sua.

Giulia è vittima anche di quella cultura, della donna di proprietà, invece era una donna che amava la libertà, che amava la vita, una donna fiera di essere tale.

E’ ancora troppo presto, adesso siamo tutti pieni di dolore e di risentimento per ciò che è successo, ma avviamo un iter e stabiliamo sin da adesso  di  intitolare un luogo frequentato dai giovani a Giulia Cecchetin uccisa solo perché donna. Il Sindaco si faccia promotore di questa iniziativa perché Giulia è  come un caduto in guerra.

 

 





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