CRONACA - Iolanda Apostolico non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini sconfessando di fatto il cosiddetto decreto Cutro. Il plauso dell'ex assessora Barbara Alifuoco: "È grave che il nome e l'immagine di una giudice venga sbattuto dappertutto solo per propagandare l'idea di una parte. Certa politica è un cancro per la nostra libertà"
Iolanda Apostolico, giudice di Catania, non ha convalidato alcuni giorni fa il trasferimento di tre tunisini fermati al Cpr di Pozzallo come previsto, invece, dal cosiddetto decreto Cutro. Oggi la giudice parla, anche in seguito all’intervento fatto dalla premier Giorgia Meloni, che si è detta "basita dalla sentenza". Così, oggi, Iolanda Apostolico ha messo un punto: "Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale» ha affermato la giudice che nei giorni scorsi non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini".
LA SFIDA PARTE DA CASSINO
La giudice è a Catania da 20 anni ha 59 anni, tre figli, ed è originaria di Cassino dove ha vissuto per molti anni. Da giorni è balzata improvvisamente agli onori delle cronache dopo aver dichiarato illegittimo il fermo disposto dal questore di Ragusa sostenendo che fosse contrario alle normative europee e alla Costituzione. È stata giudice del Riesame delle misure di prevenzione e non è mai stata iscritta ad alcuna delle correnti della magistratura, come lei stessa giorni fa, aveva tenuto a sottolineare.
IL PLAUSO DI ALIFUOCO
"La giudice che ha firmato un provvedimento che libera 4 migranti dal CPR di Pozzallo, è di Cassino, e ne sono orgogliosa: punto e basta. Non ho un rapporto personale con lei. E' la figlia della mia prof. di Chimica del liceo: punto e basta. Ha applicato la legge: punto e... mi basta. Ed è per questo che oggi si parla di lei, più del dovuto. Perché in questo Paese applicare la legge e rispettare la Costituzione, fa notizia. Perché in questo Paese la politica approfitta della mancanza di informazione e di una cultura della legalità, stagione inaugurata da chi, tanti anni fa, decise di scendere in campo e di iniziare un rapporto malato con la magistratura che non è più guarito. E se il motivo non è l'approfittarsi, allora la politica è ignorante: punto e basta".
A parlare è l'ex assessore alla Municipale del Comune di Cassino, Barbara Alifuoco, che argomenta: "Molti pensano che non sia grave che un politico giudichi, intimorisca e intervenga sul lavoro dei magistrati, che, per Costituzione, appartengono ad un organo che non la politica non c'entra nulla. Invece è grave: è grave assai. Grave che, addirittura, il nome e l'immagine di una giudice venga sbattuto dappertutto, solo per propagandare l'idea di una parte della politica. E grave ancor di più, che a farlo sia chi rappresenta le istituzioni ai massimi livelli. Non penso che la magistratura sia perfetta, ma che certa politica sia un cancro per la nostra libertà si: questo lo penso".
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