Doppia festa per Stellantis: cresce anche la produzione

Doppia festa per Stellantis: cresce anche la produzione
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 14-10-2022 00:00

ECONOMIA - Domani lo stabilimento Fca Cassino Plant celebra i 50 anni. La Fim-Cisl illustra i dati del terzo trimestre: il sito pedemontano fa meglio rispetto al 2020 e al 2021. Ma si contano già 46 giorni di stop nel primo semestre e i cancelli resteranno chiusi anche lunedì

"Nello specifico nei nove mesi del 2022 sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 515.380 unità contro le 528.108 del 2021. La produzione di autovetture, pari a 363.380, segna una crescita +14,1%, mentre quello relativo ai veicoli commerciali segna una pesante riduzione del -27,5% in termini di volumi pari a -57.573 veicoli commerciali (tot. Prod. 152.000 nei 9 mesi del 2022). Se i dati di produzione li rapportiamo al periodo pre-covid e quindi al 2019, la situazione riscontra una perdita complessiva nei volumi con un – 18,3% (auto + veicoli commerciali), con le autovetture a -11,4% e i veicoli commerciali a – 31,3%.

La causa è in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori e di altri componenti, e nella prima parte del 2022, anche dalle difficoltà causate dal fermo dei trasporti. La carenza di semiconduttori ha iniziato a riscontrarsi in termini di blocchi produttivi già nei primi mesi del 2021, ma si è aggravata pesantemente nella seconda parte del 2021 e continua in maniera molto significativa anche nel primo trimestre 2022. Una situazione che condizionerà anche l’anno 2023".

Questo è quanto emerso stamane nel report illustrato dalla Fim Cisl relativamente alla produzione di auto nel terzo trimestre in Italia, quindi gli stabilimenti del gruppo Stellentis. Accendendo i riflettori su Cassino si evidenzia che "la produzione si è attestata a 40.730 unità che riscontra un incremento rispetto al 2021 del + 25,1%".

"Un primo segnale positivo - spiega Ferdinando Uliano - che comunque risulta sotto del -1,8% al dato 2019 pre-pandemia, anche se in miglioramento dopo il lancio della produzione della Maserati Grecale. Certo se la produzione la raffrontiamo al 2017, primo anno in cui Giulietta veniva affiancata dal lancio di Giulia e Stelvio, le produzioni erano 2,5 volte in più (al settembre 2017 n. 100.985). Dal 2017 lo stabilimento ha continuato a perdere volumi e occupazione. Si è perso oltre il 65% della produzione e oltre 1100 occupati.

L’attuale produzione è rappresentata per il 30% da Alfa Romeo Giulia e il 53% dall’Alfa Romeo Stelvio e il 17% dalla nuova Maserati Grecale. La produzione è stata condizionata da un continuo stop produttivo determinato dalla mancanza di semiconduttori, nei primi sei mesi sono state complessivamente 46 turni di lavoro, coperte in parte con CDS e con recuperi produttivi da effettuare. Nei restanti giorni lavorativi comunque si è marciato a velocità ridotta con circa 150 lavoratori ogni giorno in ammortizzatore sociale. Le produzioni di Giulia e Stelvio, vengono svolte da tempo su un unico turno centrale.

Nel II trimestre di quest’anno è partita la produzione del nuovo suv Maserati Grecale, è fondamentale cogliere fino in fondo questa importante novità ed invertire la tendenza fortemente negativa dello stabilimento di Cassino, e per la FIM-CISL significa azzerare l’uso degli ammortizzatori sociali e costruire le condizioni per accogliere altre nuove vetture del segmento premium e del lusso. Potenzialmente è uno stabilimento con una capacità produttiva di circa 300.000 auto, quindi se la strategia è quella di quadruplicare i ricavi nel segmento premium e lusso (Maserati, Alfa Romeo, Ds e Lancia), come Fim-Cisl chiediamo che vengano per questo stabilimento delle nuove assegnazioni. Con il Maserati Grecale a Cassino sarà disponibile la piattaforma premium con motorizzazione elettrica già nel 2023. Nel frattempo sono già in produzione le versioni ibride e sono stati avviati i corsi di formazione per il personale che produrranno per future versioni elettriche, che saranno poi sviluppate anche sugli altri due modelli di Alfa Romeo presenti nel Plant".

50 ANNI DI FIAT: PARLA IL SINDACO SALERA

In principio fu la 126. L’utilitaria di successo che aprì la strada alla berlina 131, poi alla sportiveggiante Ritmo, all’incompresa Regata, alla comoda Tipo, passando per Tempra, Bravo, Brava, Marea, Stilo, Croma e poi Delta.  Auto in cui molti di noi, da giovani, prima della “svolta” Alfa con Giulietta, Giulia e Stelvio ed infine con il Grecale di Maserati, ci siamo accomodati o abbiamo guidato, vissuto, amato ed anche odiato.

La Storia della Fiat di Cassino è la Storia nostra, del nostro Paese. Per mille motivi.

Ma soprattutto è quella di un territorio, il cassinate, la cui vita economica e sociale, per 50 anni dalla prima vettura sfornata dalle catene di montaggio, una indimenticabile 126 rossa, è stata scandita dalle alterne fortune commerciali e spesso dalle difficoltà del gruppo torinese, che decise di aprire qui il proprio stabilimento.

Attorno al quale poi, negli anni, sorsero molti insediamenti abitativi a servizio delle famiglie dei dipendenti, che a migliaia e migliaia, negli anni, hanno varcato giorno e notte la soglia della più importante industria italiana, per garantire un futuro ai propri figli, per rendere stabile il proprio presente.

Circa 7 milioni di vetture prodotte in 50 anni per una ventina di modelli d’auto che in misura diversa hanno segnato un’epoca. Per il design a volte, per i successi di vendita in altri casi, ma anche per l’innovazione, come avvenne nel ’78, con l’uscita di scena della 126, l’arrivo della Ritmo e l’introduzione di un avanguardistico sistema altamente automatizzato chiamato Robogate. Un nome che diceva tutto.   

Al di là dei traguardi raggiunti, non posso non ricordare che nello stesso anno fu scritta anche una delle pagine più buie per Fiat e forse anche per il nostro territorio. Con l’accentuarsi delle lotte operaie, i Consigli di Fabbrica arroventati da attentati e rivendicazioni, l’accrescere della tensione tra lavoratori, sindacati e proprietà, si consumò la tragedia dell'assassinio di Carmine De Rosa: era il 4 gennaio e l’allora responsabile della sorveglianza dello stabilimento venne ucciso da terroristi della sinistra eversiva.

Un momento cupo nella nostra Storia che oggi più di ieri, non possiamo dimenticare.

Quello venutosi a creare a fine anni ’70, poi culminato con la Marcia dei quarantamila “quadri” Fiat a Torino nel 1980, fu un contesto politico oltre che economico complesso come pochi, da cui però l’azienda riuscì a venirne fuori. Con difficoltà, fronteggiando sfide sindacali ed ostacoli economici notevoli. Ma ci riuscì.

Così come mi auguro possa presto riuscirci, oggi, che l’azienda non si chiama più Fiat, né Fca, ma Stellantis, rilanciandosi per lasciarsi alle spalle la devastante congiuntura economica che oggi ostacola la crescita del gruppo, ma che soprattutto produce ricadute dolorose sulle famiglie di migliaia tra operai e dipendenti.

Ecco, a loro, ai lavoratori che hanno fatto la Storia della nostra economia, la Storia di questo territorio, vuole andare il mio pensiero in occasione di questo speciale anniversario. Ai padri e alle madri che in 50 anni di lavoro tra le catene di montaggio hanno reso questo stabilimento una eccellenza del territorio, con cui il legame economico, ma anche sociale, resta indissolubile, ma soprattutto un riferimento per la nostra vecchia Fiat, chiamata oggi ad affrontare sfide sempre più importanti e difficili.

Sono certo che con l’apporto fondamentale delle vostre competenze, l’azienda, che noi di Cassino continuiamo a chiamare Fiat, un po’ per affetto, un po’ per abitudine, in Italia e nel Mondo, continuerà ad essere, con questo stabilimento che oggi produce auto di alta gamma, fulcro dell’economia del Cassinate e colonna dell’automotive internazionale.





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