Fca Cassino, dove il lavoro è 'a chiamata' e ha ritmi insostenibili

Fca Cassino, dove il lavoro è 'a chiamata' e ha ritmi insostenibili
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 12-10-2022 00:00

ECONOMIA - Ieri l'assemblea della Fiom Cgil in fabbrica con il coordinatore nazionale dell'automotive Simone Marinelli: "C’è una tendenza da parte di Stellantis a ridurre la base occupazionale e questo ci preoccupa molto". Donato Gatti: "Alcuni operai lavorano solo 3 giorni al mese e guadagnano meno di 900 euro". Rosa D'Emilio: "L'indotto è in sofferenza"

L'assemblea di ieri in Fca

La crisi energetica, unitamente a un mercato dell’auto sempre più in calo, adesso spaventa anche Stellantis. Per questo motivo nella giornata di ieri all’interno dello stabilimento Fca Cassino Plant si è tenuta un’assemblea con gli operai indetta dalla Fiom. Oltre al segretario provinciale Donato Gatti e alla responsabile dell’indotto Rosa D’Emilio, ha preso parte all’incontro anche Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive dei metalmeccanici della Cgil.

Da sx: Donato Gatti, Rosa D'Emilio e Simone Marinelli

Ha parlato con franchezza alle tute rosse senza nascondere le criticità in atto. E ha spiegato: “I lavoratori e le lavoratrici stanno vivendo una situazione di disagio economico per questo motivo abbiamo chiesto all’azienda di intervenire nell’immediato utilizzando i buoni welfare che il Governo ha messo a disposizione più un’indennità una tantum per mettere almeno mille euro nelle tasche degli operai ma l’azienda ci ha detto di no, spiegando che la discussione sul salario sarà più complessiva quando si avvierà la discussione per il contratto”.

L’erede di Michele De Palma, oggi segretario nazionale della Fiom-Cgil, accende nello specifico i riflettori su Cassino ed evidenzia che “c’è grande preoccupazione per il futuro e c’è un peggioramento delle condizioni lavorative. Ormai - dice - quello degli operai Fca di Cassino è diventato quasi un lavoro a chiamata ed è la fotografia di quello che stiamo vivendo nel Paese come Stellantis. Abbiamo chiesto un piano industriale certo per dare garanzie occupazionali anche all’indotto. Stellantis ha perso circa 5.000 lavoratori nell’ultimo anno e Cassino in termini numerici è uno degli stabilimenti in maggiore sofferenza. C’è una tendenza da parte di Stellantis a ridurre la base occupazionale e questo ci preoccupa molto”.

Simone Marinelli in assemblea

Sul punto ha acceso i riflettori il segretario provinciale Donato Gatti, che ha spiegato: “C’è attenzione per quel che succede all’interno dello stabilimento, soprattutto per i ritmi di lavoro incalzanti che sono ormai diventati insostenibili, carichi di lavoro eccessivi: alcuni operai - spiega Gatti - ci hanno raccontato che in quei dieci minuti di pausa non hanno più neanche il tempo per andare in bagno. Oggi inoltre torna la paura della pandemia e della guerra e i salari sono sempre più decurtati questo perché, nonostante la salita produttiva del Suv della Maserati, c’è comunque, in media uno stop di uno o due giorni la settimana e sono ancora in vigore in contratto di solidarietà con alcuni lavoratori che lavorano solo tre giorni al mese, con un disastro economico non indifferente in quanto questi lavoratori guadagnano a fine mese meno di 900 euro”. 

Le criticità di Stellantis si riversano inevitabilmente sulle fabbriche dell’indotto di primo e secondo livello che, come afferma la responsabile del settore della Fiom Rosa D’Emilio, “brancolano nel buio e nella più totale incertezza”.

L'assemblea di ieri in Fca





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