Effetto Lucifero: il lato malvagio dell’essere umano

Effetto Lucifero: il lato malvagio dell’essere umano
di autore Vanessa Carnevale - Pubblicato: 29-05-2022 00:00 - Tempo di lettura 3 minuti

RUBRICHE - Torna l'appuntamento con la consueta rubrica domenicale a cura di Vanessa Carnevale

“Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.”

HANNAH ARENDT

Quando iniziamo a parlare di noi, essenzialmente tendiamo ad elencare i punti “forte” che contraddistinguono il nostro carattere (ad esempio la gentilezza), per poi passare sul versante fisico, dove tendenzialmente siamo più avari di complimenti, un po’ per l’insicurezza un po’ perché ci piace che sia il nostro interlocutore a tessere le lodi sul nostro conto, per così dire. Potremmo dire, in modo pressoché relativo, che la stragrande maggioranza di noi tende a descriversi come una persona buona, per nulla incline alla cattiveria, se non in risposta a comportamenti aggressivi verso la propria persona. Eppure questo discorso è contestabile, perché non esistono i “buoni” ed i “cattivi”. A tal proposito è interessante l’esperimento condotto da Philip Zimbardo nel 1971, poi nominato Effetto Lucifero.

“In quegli anni lui condusse il famigerato esperimento carcerario di Stanford in cui assegnò in modo casuale a un gruppo di volontari il ruolo di prigionieri o di guardie all’interno di un carcere simulato. I partecipanti di questo esperimento erano stati selezionati perché ritenuti equilibrati, maturi e privi di un passato criminale. Nonostante questa selezione accurata, Zimbardo fu costretto a interrompere l’esperimento dopo solo sei giorni perché le guardie erano diventate violente, sadiche e vessatorie nei confronti dei prigionieri. Questi, umiliati, dimostrarono sintomi di apatia e disgregazione individuale e collettiva.

Il risultato dell’esperimento fu definito “effetto Lucifero” perché ha dimostrato come persone essenzialmente buone, considerate normali, possano trasformarsi in mostri capaci di atti disumani. Questo effetto suggerisce che la malvagità non deriva solo da chi siamo, ma viene anche determinata dalla situazione specifica in cui ci troviamo. Nei decenni successivi, vari studiosi hanno proposto delle spiegazioni e individuato le condizioni e le situazioni che creano l’effetto Lucifero. Il gruppo di appartenenza dà la sensazione di anonimato e riduce il senso di responsabilità. Nell’esperimento carcerario, le guardie formavano un gruppo coeso, indossavano la stessa uniforme color kaki con occhiali da sole riflettenti il che rendeva il riconoscimento personale più difficoltoso creando la condizione perfetta per la de-individuazione.”

Un concetto toccato in parte anche da Bandura, di cui ho parlato qualche settimana fa, che parlando di Disimpegno Morale andò a sottolineare come l’essere umano, attraverso determinati escamotage, riesca a fare il Ponzio Pilato della situazione, per dirla nel modo più banale possibile.

Che l’uomo e la donna siano totalmente buoni o viceversa, non ne sarò mai totalmente convinta e credo che sarebbe particolarmente interessante effettuare qualche studio in questo periodo, specie dopo questi anni di lockdown.





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