Ecco perchè a Gino Strada dobbiamo delle scuse

Ecco perchè a Gino Strada dobbiamo delle scuse
di autore Redazione - Pubblicato: 14-08-2021 00:00

IL RICORDO - Emergency ha dato aiuto e risposte concrete, mentre spesso, in Occidente, anche spaventati da campagne dei movimenti populisti e nazionalisti, ci siamo voltati dall'altra parte. Il ricordo del sindaco di Cassino

"Da Cassino, una città che ha vissuto sulla sua pelle la violenza e l'assurdità della guerra che l'ha distrutta completamente, possa giungere alto il ringraziamento per l'opera generosa e visionaria di questo medico, di questo uomo che alla retorica delle parole ha sempre saputo rispondere con l'aiuto concreto nei confronti dei più deboli nel mondo, senza mai guardare al colore della pelle, alla religione o alla etnia".

Con queste parole il sindaco di Cassino ha ricordato il fondatore di Emergency, Gino Strada, venuto a mancare ieri all'età di 73 anni. E poi ha aggiunto: "Quante Cassino ci sono oggi nel mondo, quante città distrutte, città stravolte, città dove i bambini senza più famiglia sono costretti a scavare tra le macerie, per trovare qualcosa da mangiare?

Ecco a tutti questi, Emergency e Gino Strada hanno dato aiuto e risposte vere, concrete. Mentre spesso in Occidente, anche spaventati da campagne dei movimenti populisti e nazionalisti, ci siamo voltati dall'altra parte. E a Gino Strada e ai tanti Gino Strada che oggi sono nel mondo a salvare vite umane, dalle guerre, dalle carestie o dai terribili viaggi in mare in attesa della terra promessa, dobbiamo delle scuse.

E tornare con orgoglio a voltarci dalla parte degli umili e dei più deboli del mondo è l'unico vero ricordo che Gino Strada apprezzerebbe.

Tanti i ricordi sui social da parte degli esponenti del mondo politico locale e nazionale. Tra gli altri, è intervenuto la consigliera regionale, Marta Bonafoni, che ha spiegato: "Con lui se ne va un instancabile esempio di impegno e dedizione alle cause umanitarie, nei teatri di conflitto - dall’Afghanistan all’Iraq, allo Yemen - come anche nel nostro Paese dove il sistema sanitario si è dimostrato più fragile, durante la pandemia e non solo. Una vita, la sua, spesa con coraggio e determinazione per la pace e la lotta per un diritto all’assistenza sanitaria gratuita e di qualità che fosse diffuso e trasversale, fuori dalle logiche di mercato e di confine che spesso ingabbiano l’accesso alle cure".





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