Ciociaria sotto scacco: il report della DIA rileva la pericolosa infiltrazione mafiosa

Cronaca - Da traffico di droga a riciclaggio, la criminalità organizzata allarga la sua morsa nel cassinate e in tutta la provincia di Frosinone, con un focus sulle recenti indagini che svelano legami con la pubblica amministrazione. La Direzione Investigativa Antimafia denuncia una crescente presenza di organizzazioni criminali

Ciociaria sotto scacco: il report della DIA rileva la pericolosa infiltrazione mafiosa
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 28-05-2025 13:32 - Tempo di lettura 3 minuti

La Direzione Investigativa Antimafia lancia l'allarme: la provincia di Frosinone è sempre più un crocevia per le attività della criminalità organizzata, con una presenza radicata di clan mafiosi campani e la crescente influenza della 'ndrangheta e di organizzazioni criminali albanesi. Non solo violenza e narcotraffico, ma anche il coinvolgimento di "colletti bianchi" in intricate truffe e riciclaggio di denaro, dimostra la pervasività del fenomeno.

Secondo quanto emerge dal report della Dia, il territorio frusinate continua a risentire pesantemente dell'influenza delle vicine cosche campane, che da tempo puntano a estendere le proprie attività nel basso Lazio. Parallelamente, indagini pregresse hanno evidenziato proiezioni extra-regionali della 'ndrangheta, focalizzate soprattutto sul riciclaggio e il reinvestimento in vari settori, incluso quello immobiliare.

Particolare attenzione investigativa è stata rivolta anche al radicamento della criminalità di origine albanese, considerata in tempi brevi tra le più pericolose d'Europa. Queste organizzazioni, con articolazioni operative di livello internazionale, sono in grado di stringere strategiche alleanze con altre realtà delinquenziali, con l'obiettivo primario di controllare il traffico di stupefacenti.

Un episodio di allarmante gravità, che ha scosso l'intera provincia e ha ricevuto notevole risalto mediatico, è avvenuto il 9 marzo 2024: si tratta della sparatoria allo Shake bar di via Aldo Moro, in quell'occasione un giovane albanese, incurante dei numerosi avventori, ha esploso colpi d'arma da fuoco contro quattro connazionali, causando la morte di uno e il ferimento degli altri tre. L'uomo è stato tratto in arresto poco dopo dalla Polizia di Stato per omicidio e triplice tentato omicidio.

Le recenti operazioni di polizia evidenziano la complessità e la diversificazione delle attività criminali. Il 6 febbraio 2024, un'operazione congiunta di Polizia di Stato e Guardia di Finanza ha portato a 11 misure cautelari per reati che vanno dall'associazione a delinquere alla falsità ideologica, truffa, riciclaggio e autoriciclaggio. A seguire, il 20 maggio 2024, l'operazione "Una goccia nel deserto" ha coinvolto 41 indagati e ha portato all'esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelare per traffico illecito di rifiuti.

Il quadro che emerge è quello di una provincia in cui la criminalità organizzata non si limita alle tradizionali attività illecite, ma cerca di infiltrarsi e condizionare anche la sfera economica e politica, ponendo una seria sfida alle istituzioni e alla legalità.

Un caso emblematico della corruzione nella pubblica amministrazione è emerso il 25 ottobre 2024, quando la Polizia di Stato, su indagine della Procura Europea di Roma, ha eseguito 13 misure cautelari personali per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, che avrebbe coinvolto anche personaggi di rilievo all'interno dell'Amministrazione comunale di Ceccano.

La "grave situazione di crisi" scaturita da queste vicende ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale  e alla nomina di un Commissario straordinario restato in carica fino alle elezioni di domenica scorsa che hanno consegnato alla città una nuova amministrazione.





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