Cronaca - Entro venerdì Chiusaroli e Arduini potrebbero tornare a piede libero, Massimiliano Mignanelli, interrogato ieri, rischia invece la misura cautelare: si decide entro venerdì. Intanto gli aspiranti prof. che hanno partecipato al concorso restano in silenzio davanti al Giudice
Scandalo Tfa Unicas, sono ora di attesa per Mignanelli. Già questa mattina, potrebbe avere il responso dell'interrogatorio. Dopo l’interrogatorio dei docenti dell’Unicas Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli (LEGGI QUI: Scandalo Tfa, Chiusaroli e Arduini negano tutte le accuse. Baglione non parla), ieri mattina dinanzi al Giudice per le Indagini Preliminari è comparso Massimiliano Mignanelli, indagato a piede libero nell’inchiesta “Luna Viola” , che già nei giorni scorsi si era dimesso da Rup (responsabile unico del procedimento del Tfa) e si era autosospeso anche da dipendente: è in aspettativa non retribuita.
In accordo con l’avvocato Sandro Salera, l’indagato si però autosospeso ed ora si trova in aspettativa, non retribuita, da dipendente dell'Università. Potrebbe quindi non essere più attuale il pericolo paventato dal pm: di reiterazione del reato: al momento Mignanelli resta indagato a piede libero e non va ai domiciliari. Se il Gip ha ritenuto soddisfacenti le risposte fornite, anche alla luce dell'autosospensione dagli incarichi all'interno dell'Ateneo, lo lascerà a piede libero, altrimenti applicherà la misura chiesta dal pubblico ministero. Sono ore decisive
Sempre eri sono stati ascoltati dal Gip anche altri cinque dei 24 indagati, si tratta degli aspiranti docenti di sostegni. Quelli che, secondo l'accusa, avrebbero beneficiato delle domande in anticipo rispetto agli altri concorrenti. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Intanto, come anticipato da Il Messaggero - nell giornata di oggi il Gip dovrebbe pronunciarsi sull'istanza dell'avvocato Ivano Nardozi, difensore dei docenti Arduini e Chiusaroli, interrogati venerdì scorso. I due nella quattro ore rimasti davanti al giudice hanno negato ogni coinvolgimento. E spiegato di "non aver mai preso soldi o altre utilità in cambio di favori". Ricostruendo nel dettaglio le varie prove per l'abilitazione al sostegno concludendo che mai hanno alterato o «ritoccato voti ed esiti dei candidati.
Per loro - scrive il collega Caramadre - è stata fissata l'udienza dinanzi al Riesame, si terrà venerdì prossimo. La difesa, infatti, ritiene, in punta di diritto, che non ci siano i presupposti per la misura cautelare degli arresti domiciliari, perché, sempre secondo la difesa, è stata applicata loro l'interdizione dall'attività professionale per un anno. Sulla questione si pronuncerà il Riesame.
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