Cronaca - Le rassicurazioni ai candidati che avevano versato la mazzetta: "Puoi anche scrivere che la luna è viola e all'orale basta non fare scena muta". Terremoto in ateneo
Un’inchiesta della Guardia di Finanza ha portato alla luce un grave scandalo che coinvolge il concorso per l’accesso al TFA sostegno all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Un’organizzazione criminale, composta da docenti universitari, un dipendente dell'ateneo e il titolare di un istituto privato di formazione, avrebbe messo in piedi un sistema corruttivo per garantire l’accesso al corso a chi era disposto a pagare.
A finire agli arresti domiciliari sono stati i professori dell'Unicas Giovanni Arduini e Diletta Chiusaroli. Un’altra misura cautelare è scattata invece nei confronti di Giancarlo Baglione, titolare dell’istituto di formazione con sede a Sora. Tra gli indagati l'ex consigliere comunale di Cassino Massimiliano Mignanelli, dipendente dell'Unicas. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino ha disposto il sequestro diretto di 100.000 euro quale profitto del reato.
La rete del malaffare
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cassino, hanno svelato un meccanismo ben oliato. I candidati, dietro il pagamento di 15.000 euro, venivano messi in contatto con l’istituto privato di formazione che, a sua volta, forniva loro le risposte corrette ai test e gli argomenti delle prove scritte e orali Al centro della rete, il titolare dell’istituto privato, che si avvaleva della complicità di due professori universitari, membri della commissione giudicatrice. Questi ultimi, in cambio di favori personali, garantivano il massimo punteggio ai candidati segnalati, indipendentemente dalla preparazione effettiva.
I candidati, rassicurati dalla promessa di successo, non dovevano far altro che memorizzare le informazioni fornite e presentarsi all’esame. Per la prova scritta, al fine di rassicurare i concorrenti paganti sul superamento della procedura, l’imprenditore sorano ha spiegato loro che bastava riempire 15 righe e, anche se avessero scritto informazioni non corrette, ad esempio che “la luna è viola” - una particolarità che ha dato nome all’indagine - grazie alla sua conoscenza dei membri della commissione giudicatrice, avrebbero comunque ottenuto il massimo della votazione, accedendo in tal modo ai posti a concorso per quell’anno. Stesso discorso per quel che riguarda l’orale: l’imprenditore sorano spiegava ai candidati che si erano rivolti al suo istituto versando 5.000 euro per ognuna delle tre prove previste che “basta non fare scena muta”, avrebbero comunque ottenuto il massimo dei voti.
La gravità di questi fatti risiede nella natura del concorso, che permette l’accesso a un corso abilitante per il sostegno a studenti con disabilità. Un’attività che richiede competenze specifiche e una grande passione, e che viene così svuotata del suo significato più profondo. Un vero e proprio 'terremoto' ha scosso l'Unicas dove da questa mattina sono in azione le Fiamme Gialle. Il rettore dell'Unicas Marco Dell'Isola si è reso immediatamente disponibile all’Autorità giudiziaria per tutti gli approfondimenti necessari, a tutela del buon nome e della correttezza dell’operato dell’Università. Per quanto riguarda l’indagine, siamo confidenti che essa possa concludersi nel pieno rispetto dei valori di legalità e trasparenza che ispirano da sempre la nostra comunità accademica.
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