Politica - Nelle scorse settimane il convegno alla presenza del segretario nazionale di Rifondazione Comunista, che oggi all'esito della pronuncia della Suprema Corte dice: "Gli sforzi compiuti dal nostro partito, insieme a tutte le forze che hanno rappresentato a livello nazionale e locale i comitati del No, sono stati premiati"
"E’ una giornata importante oggi per la democrazia partecipativa di questo Paese. Ieri i giudici della Suprema Corte di Cassazione si sono espressi sui referendum che riguardano l’abrogazione della legge sull’Autonomia Differenziata e sui quesiti referendari sul Jobs Act, Cittadinanza e Sicurezza sul Lavoro".
È quanto dice in una nota il Partito della Rifordazione Comunista, che spiega: "Dopo l’intervento della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittime parti della legge fortemente voluta dalla Lega, ma votata da tutta la maggioranza di centro _ destra che guida il Paese, oggi è arrivata l’ordinanza dell’Ufficio Centrale per il referendum della Suprema Corte di Cassazione.
Gli sforzi compiuti dal nostro partito, insieme a tutte le forze che hanno rappresentato a livello nazionale e locale i “Comitati del NO alla legge sull’Autonomia Differenziata”, e che il 29 settembre 2024 hanno consegnato in Corte di Cassazione le firme per il quesito contro la legge del ministro Calderoli - oltre 1,3 milioni di firme- sono stati premiati.
Intanto, in attesa che si esprima la Corte Costituzionale, partono le prime dichiarazioni. Particolarmente gravi le parole del Presidente del Veneto Zaia: Il referendum per ora non c’è. Chi crede nell’autonomia non deve andare a votare. La riflessione che facciamo è questa: la politica, come spesso accade, dimentica facilmente. Tutti e sempre a fare grandi discorsi sulla mancata partecipazione popolare alle elezioni, poi se i cittadini della Repubblica fossero chiamati ad esprimersi in primavera sulla abrogazione totale della legge sulle Autonomie Differenziate, una parte della stessa politica invita a non andare a votare.
Noi la pensiamo diversamente, e lo diciamo con chiarezza in attesa della decisione della Corte Costituzionale. Noi continueremo nella nostra battaglia per invitare tutti i cittadini di qualsiasi schieramento e soprattutto coloro che delusi si sono allontanati dalla politica, ad una una forte partecipazione popolare per esprimere il loro parere sui referendum che saremo chiamati a votare.
In caso di ammissione del referendum, come nel 2016, faremo una campagna elettorale per la partecipazione al voto. Lo faremo insieme a tutte le forze, partiti, movimenti e cittadini che sostengono le ragioni del NO. Vinca la democrazia partecipativa, vincano le ragioni di chi si schiera per vivere in un Paese che crede in una convivenza basata sui principi dell’uguaglianza tra cittadini e sui diritti garantiti dalla Costituzione, la sanità, l’istruzione e i diritti sociali per tutti.
Ancora, sempre oggi e con grande soddisfazione, accogliamo il via libera della Suprema Corte di Cassazione ai referendum in materia di:
JOBS ACT e SICUREZZA SUL LAVORO: con la richiesta di referendum abrogativo o parzialmente abrogativo che riguarderanno " i Contratti di lavoro a tutele crescenti - disciplina dei licenziamenti illegittimi"; "Piccole imprese- Licenziamenti e relativa indennità"; norme in materia di "apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi", nonché la riforma in materia degli Appalti.
CITTADINANZA: anche in questo caso le ragioni del quesito referendario sono state dichiarate conformi alla legge per un “ Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.
Anche su questi temi il partito della Rifondazione Comunista Sinistra Europea, ha partecipato e sostenuto la raccolta di firme necessarie a modificare norme che incidono profondamente sulla vita lavorativa e non delle persone, in un Paese dove in pochi anni sono stati cancellati diritti dei lavoratori e dei cittadini, conquistati in decenni di lotte sociali e sindacali.
Oggi più che mai, c’è la necessita di invertire la rotta. In caso di esito positivo del referendum, chiediamo il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, con conseguente rafforzamento delle tutele per le rappresentanze sulla Sicurezza sul Lavoro. Ora è il momento della verità. Tutte le forze che si dichiarano progressiste devono sostenere convintamente la primavera referendaria, solo così potremo ridare fiducia a milioni di italiani che si sono allontanati dalla vita politica perché non si sentono più rappresentati.
Noi andremo a votare convintamente a sostegno delle ragioni referendarie, facciamolo tutti insieme. Buon voto a tutte e a tutti.
Articolo precedente
Cassino, attività ricettiva senza cucina: intervengono i NasArticolo successivo
Assumere nei Comuni i lavoratori dell'indotto Stellantis: si può fare