Opinioni - Il Governatore Rocca di ritorno dall’esperienza americana aveva sentenziato "se non risolvono loro, ci penso io”, dove per loro si intendono i partiti. Ma ad oggi nessuno ha risolto nulla e Forza Italia non ha ancora ottenuto il terzo assessorato
Non è certo il Silenzio degli Innocenti, ma il silenzio dei colpevoli, un silenzio assordante dove manca lo psicopatico assassino ma sono tanti gli artefici dell’assassinio della Politica. Da un anno si discute, da 4 mesi si litiga, poi arriva la minaccia di ritornare a votare e le tigri diventano micetti da salotto.
La crisi in Regione Lazio non si capisce che fine abbia fatto, il Governatore Rocca di ritorno dall’esperienza americana aveva sentenziato ”se non risolvono loro, ci penso io”, dove per loro si intendono i partiti, invece né “loro” né Rocca hanno risolto nulla. Lo scontro era diventato come un derby, qualunque soluzione si fosse prospettata sarebbe stata la vittoria per qualcuno ed una sconfitta per qualcun altro, invece oggi abbiamo solo uno sconfitto ed è chi ha chiesto, giustamente, un riequilibrio.
Trionfa la Lega che con un solo Consigliere mantiene due posizioni nella Giunta Regionale, vince FDi che mantiene più posizioni di quanto ne spetterebbero e perde solo Forza Italia che se volesse salvare almeno la reputazione dovrebbe passare all’appoggio esterno. Questo è quello che appare dopo la votazione di ieri in Consiglio regionale.
Ma dietro c’è sicuramente dell’altro, si cerca di non andare avanti nella contrapposizione ma di far raffreddare il motore e discutere del riequilibrio in silenzio dove se qualche aggiustamento ci sarà dovrà sembrare indolore per tutti.
Alla fine dei conti saranno i numeri a decretare se ci sarà un lieto fine e per chi, se FI otterrà il terzo assessorato in silenzio e senza la mortificazione di nessuno sarà comunque una grande vittoria, se non lo otterrà, sempre nel silenzio e senza scontri resi pubblici sarà una cocente sconfitta che determinerà un ridimensionamento nel Lazio ed un cambio di linea politica.
La politica, scriveva Aldo Moro è l’arte dell’impossibile, il problema è che mancano gli artisti, non se ne vedono, nessuno è affrancato dal bisogno e dalle generose elargizioni della Regione e per questo la politica diventa più debole perché dinanzi alla prospettiva di rinunciare a quelle laute elargizioni meglio rinunciare alla politica e tenersi lo stipendio.
Ma la Regione Lazio merita ben altra considerazione e così che tra i tanti problemi che hanno i leader nazionali dovranno anche affrontare il nodo Lazio con un esito più che prevedibile nel quale chi chiede il riequilibrio lo otterrà sul territorio nazionale, e forse questo era l’esito auspicato da qualche leader nazionale sin dal primo giorno di ridimensionare qualche leader regionale per portare la controversia ad un tavolo superiore dove le logiche dovrebbero essere meno campanilistiche.
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