La DC e le divisioni tra Forza Italia e la Lega

Opinioni - Il problema adesso è capire se le posizioni estremiste assunte dalla Lega siano compatibili con la moderazione democristiana di FI

La DC e le divisioni tra Forza Italia e la Lega
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 28-07-2024 22:07 - Tempo di lettura 2 minuti

La Metsola in una bella intervista pronuncia la parola magica: sono cresciuta con gli insegnamenti della Democrazia Cristiana italiana. Riconfermata con stragrande maggioranza alla guida del Parlamento Europeo a conferma della sua capacità di saper dialogare ed affrontare i nodi politici con serenità e forza, come insegnava la Democrazia Cristiana. E da questa elementare considerazione nascono tutti gli attriti tra il PPE, alias Forza Italia, ed i nuovi Patrioti, alias Lega. 

Silvio Berlusconi aveva tra i tanti doni quello di saper anticipare il futuro, vedeva cose che altri hanno visto a distanza di decenni; dopo le ultime elezioni politiche la sua linea era quella di avvicinare la Lega ai Conservatori e quest’ultimi al PPE. Berlusconi conosceva bene i socialisti tedeschi e di quanta poca simpatia avessero verso l’Italia che non guarda a sinistra, celebre lo scontro al Parlamento Europeo tra Berlusconi ed il tedesco Schulz, ed aveva intuito anzitempo  che  solo unendo le forze si poteva arginare la spinta alla esclusione dei conservatori dal dialogo con il PPE. 

Mentre i Conservatori guidati dalla Meloni si sono avviati verso una strada di moderazione e di dialogo con il PPE, la Lega di Salvini si sposta all’estrema destra si unisce con la Le Pen e con Orban che esce dai Conservatori indebolendo così la Meloni. I socialisti tedeschi, spalleggiati da quel Macron sempre più in attrito con l’Italia,  hanno subito aperto le porte del dialogo con i verdi rendendo i voti della Meloni superflui per la riconferma della Von der Leyen alla guida della Commissione Europea.

Il problema adesso è capire se queste posizioni estreme assunte dalla Lega siano compatibili con la moderazione democristiana di Forza Italia che rimane sempre un partito liberale di ispirazione Cristiana ma la bandiera che sventola è quella di scelte liberali e garantiste.

Gli attriti nascono da un atteggiamento aggressivo di Salvini sulla politica e su diverse scelte, molte anche condivisibili, ma portate avanti non con  il senso della comunione e del confronto ma all’insegna della prova di forza, dello scontro con avversari e con alleati.

Questi attriti sui territori vengono amplificati anche da una classe dirigente non proprio votata alla comprensione ed al rispetto dell’alleato, vedi Frosinone, il risultato è una coalizione che rimane unita all’insegna della gestione del potere ma con una prospettiva politica molto incerta.

Gli attriti sono amplificati dalla storia che hanno alle spalle Forza Italia e la Lega e dalla volontà di Forza Italia di ritornare con sempre maggiore forza e determinazione a quelle origini. Alle spalle di Forza Italia c’è tutta la storia della Democrazia Cristiana e del socialismo democratico e dei Liberali, dal Codice di Camaldoli nacque la Democrazia Cristiana e dai quei principi si  determinò la scissione del vecchio PCI e nacque il moderno socialismo, dove solidarietà, capitalismo solidale, bene comune e libertà individuali sono ancora oggi punti cardini del programma di Forza Italia.

La Lega nasce dall’ampolla del Po, nasce solo come uno strumento di rivendicazione territoriale, è cresciuta e si è nutrita con lo slogan di Roma ladrona, è evidente che le radici storiche tra FI e la Lega siano molto differenti e questo amplifica ancora di più gli attriti che con il passare del tempo diventano dissidi politici.

Gli assetti di potere si troveranno sia alla Regione Lazio che al Comune di Frosinone come in altri Comuni, non sarà facile perchè la Lega farà il massimo per  mantenere le proprie posizioni,  rimane  da affrontare la cosa più divisiva e difficile , una veduta politica troppo differente tra la moderazione di  Forza Italia e l’aggressività della Lega che non dimentichiamolo mai, è stata al Governo del Paese con il M5S, lo fece cadere con il celebre editto del Papete e trascinò il centrodestra ad elezioni anticipate per poi avere un Governo tecnico guidato da Mario Draghi.

Queste sono le visioni che dividono, una Forza Italia che non vuole farsi trascinare all’interno di una destra senza storia, nella quale  si teorizza la fuoriuscita dalla Nato, la resa dell’Ucraina, la resa di Israele, una politica filo Putiniana ed una Lega sempre pronta a cavalcare una politica aggressiva e populista.

Forza Italia non può farsi trascinare nella battaglia per i diritti civili in uno scontro politico, siamo liberali e queste scelte competono alla coscienza individuale e non alla politica.

Lo spazio è stretto e Forza Italia rivendica la propria crescita e ne chiede conto agli alleati , la stessa Meloni senza Forza Italia verrebbe risucchiata in una destra europea messa in disparte   e priva di qualsiasi peso politico, stretta tra Orban e Le Pen e priva di qualsiasi prospettiva politica.

Forza Italia esulta, il PPE ha  riconfermato sia la guida della  Commissione che quella del Parlamento ad ulteriore conferma che  le grandi famiglie politiche europee sono quelle che alle spalle hanno una storia e non solo un’ampolla.





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