Opinioni - Dario Nicosia replica alle dichiarazioni della consigliera regionale del Pd: "L'On. Battisti potrebbe essere giustificata per la sua giovane età, essendo nata a cose fatte, ma non lo è politicamente. Chi svolge ruoli istituzionali di rilievo dovrebbe studiare prima di confondere le idee dei propri elettori. Le consiglio vivamente di leggere gli atti della Commissione Bicamerale presieduta dall'On. D'Alema, dove troverà notizie interessanti"
Leggo con molto interesse le dichiarazioni dell'On. Sara Battisti della Regione Lazio. Mi corre l’obbligo, visto che nessun giornalista sembra preoccuparsene, di ricordare ai buonpensanti di sinistra che protestano in piazza sventolando il tricolore le cronache parlamentari relative al periodo di governo dell’Ulivo, presieduto dall’On. Prodi, precisamente dal 1996 al 2001. È importante ricordare che se oggi parliamo di autonomia differenziata e di premierato, sarebbe opportuno rileggere le cronache parlamentari di quel periodo.
L'On. Battisti potrebbe essere giustificata per la sua giovane età, essendo nata a cose fatte, ma non lo è politicamente. Chi svolge ruoli istituzionali di rilievo dovrebbe studiare prima di confondere le idee dei propri elettori. Le consiglio vivamente di leggere gli atti della Commissione Bicamerale presieduta dall'On. D'Alema, dove troverà notizie interessanti. Quella legislatura è ricordata per le realizzazioni di revisione costituzionale, che furono i precursori e persino le basi normative delle scelte oggi contestate al governo e alla maggioranza di destra.
L'autonomia differenziata è stata introdotta nella Costituzione nel 2001 dai protagonisti del centro-sinistra con l'obiettivo dichiarato di mitigare le tensioni indipendentiste e separatiste dell'allora Lega Nord e del suo elettorato, considerati dai politologi dell'epoca come una corrente estrema della sinistra. La proposta del premierato è stata elaborata dalla stessa maggioranza politica nell'ambito della Commissione per le Riforme Costituzionali, pur subendo un insuccesso nel tentativo di introdurre un sistema semipresidenziale a causa di circostanze accidentali durante i lavori parlamentari del 1997. È noto come questa vicenda si sia conclusa, ma è innegabile che i principali artefici delle riforme in questione occupavano le file della sinistra nel parlamento.
Pertanto, coloro che hanno avuto un ruolo attivo in quei processi potrebbero oggi riflettere con una riservatezza dignitosa e forse imbarazzata, contribuendo così a un dibattito che oggi giudica severamente le stesse innovazioni di politica costituzionale, sempre con il rigore della migliore dottrina disponibile, ma evidentemente incapaci, si dilettano in deplorevoli spettacoli teatrali, sminuendo se stessi e l’emiciclo dove siedono.
La Proposta Salvi sul Premierato
Durante la legislatura dell'Ulivo (1996-2001), la Proposta Salvi mirava a rafforzare il ruolo del Primo Ministro italiano attraverso: Maggiori Poteri per il Primo Ministro: Facoltà di nomina e revoca dei ministri. Fiducia Costruttiva: Introduzione della sfiducia costruttiva, richiedendo una proposta alternativa per il Primo Ministro in caso di sfiducia. Chiarificazione delle Competenze: Maggiore distinzione tra i ruoli del Primo Ministro e del Presidente della Repubblica. Riforma Elettorale: Meccanismi per garantire una maggioranza stabile al Primo Ministro eletto. Nonostante il dibattito e le resistenze politiche, specialmente dalla Lega Nord e le divisioni interne all'Ulivo, la Proposta Salvi ha lasciato un'impronta duratura sul dibattito costituzionale italiano.
I Risultati della Bicamerale D'Alema
La Commissione Bicamerale per le Riforme Costituzionali, presieduta da Massimo D'Alema, ebbe un ruolo cruciale nel discutere e proporre diverse riforme:introduzione dell'Autonomia Differenziata: Riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, permettendo alle regioni di ottenere competenze aggiuntive. Contenimento delle Pulsioni Separatiste: Mossa strategica per integrare le richieste della Lega Nord, mitigando le pulsioni indipendentiste. La Bicamerale D'Alema, pur non riuscendo ad approvare tutte le riforme proposte, gettò le basi normative per le future modifiche costituzionali, compresa l'autonomia differenziata. La Proposta Calderoli e le Concessioni Successive. La recente Proposta Calderoli non introduce cambiamenti sostanziali alla Costituzione, ma attua operativamente quanto previsto dall'articolo 116, comma 3: Attuazione dell'Art. 116: La Proposta Calderoli mira a rendere operativa l'autonomia differenziata, consentendo alle regioni di richiedere ulteriori competenze specifiche.
Implementazione Pratica: Non modifica la Costituzione, ma offre un quadro normativo per applicare concretamente l'autonomia differenziata.
A tale proposito vanno ricordate le concessioni dal governo Gentiloni nel 2017 e poi da Conte nel 2019 e 2021, alla Regione Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, che hanno ulteriormente delineato l'applicazione dell'autonomia differenziata, rispondendo alle specifiche esigenze regionali e consolidando il quadro normativo inizialmente delineato dalla riforma del 2001. Mi preme particolarmente citare l'accordo preliminare sull'autonomia differenziata per l'Emilia-Romagna che è stato siglato il 28 febbraio 2018, tra Bonaccini e Gentiloni, e successivamente confermato e approfondito con i governi Conte I e Conte II. Le concessioni principali riguardarono: Istruzione: Maggiore autonomia nella gestione del sistema scolastico regionale, inclusa l'organizzazione e la gestione delle risorse umane. Lavoro: Poteri aggiuntivi nella gestione delle politiche attive del lavoro, inclusa la formazione professionale.
Ambiente: Maggiore competenza nella gestione delle politiche ambientali e dei parchi regionali. Salute: Maggiore autonomia nella gestione del sistema sanitario regionale, inclusa la programmazione e l'organizzazione dei servizi sanitari. Infrastrutture: Competenze aggiuntive nella gestione e pianificazione delle infrastrutture regionali.
Concludendo, le riforme costituzionali del centro-sinistra, tra cui l'autonomia differenziata e la Proposta Salvi sul premierato, hanno gettato le basi per significative trasformazioni nel sistema politico italiano. Mentre la Proposta Salvi cercava di rafforzare l'esecutivo, la Bicamerale D'Alema ha introdotto l'autonomia differenziata per rispondere alle richieste regionali. Oggi, la Proposta Calderoli attua l'articolo 116, dando operatività all'autonomia differenziata prevista dalla riforma del 2001.
Questo percorso di riforme evidenzia un continuo tentativo di bilanciare la centralizzazione e la decentralizzazione del potere in Italia, rispondendo alle esigenze di governabilità e autonomia regionale.
Nel panorama politico attuale, è evidente che molte delle riforme oggi contestate hanno le loro radici nelle scelte fatte dai legislatori di sinistra negli anni '90 e 2000. Pertanto, chi ne fu protagonista potrebbe risolversi a un dignitoso riserbo, lasciando che il dibattito prosegua senza ipocrisie e menzogne.
Invito alla lettura: Senato della Repubblica - XVIII legislatura - Maggio 2018 n.16 Il regionalismo differenziato e gli accordi preliminari con le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto
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