Opinioni - Nonostante lo sforzo di fantasia, a Cassino non è toccata né la vice presidenza né una delega importante per la gestione del territorio
La fantasia al potere, uno slogan non solo della rivoluzione francese ma anche dei movimenti studenteschi del ’68.
Il confine tra la fantasia e l’immaginario è molto sottile, bisogna studiare attentamente le dinamiche politiche del Sindaco di Cassino se siano all’interno della fantasia o dell’immaginazione.
Solo lo scorso anno alle elezioni per la presidenza della Provincia, invece di sostenere il candidato ufficiale del Partito Democratico, sostiene un sindaco non candidato dal PD, perde le elezioni e le perde nel proprio Comune dove ben tre Consiglieri comunali si schierano contro le indicazioni del Sindaco, e sono tre voti determinanti per decretare la propria sconfitta.
A dicembre scorso le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale e lo stesso Sindaco pur perdendo oltre duemila voti dalle precedenti elezioni, riesce ad eleggere un Consigliere provinciale di Cassino.
Con una buona dose di fantasia, nonostante non avesse sostenuto l’attuale Presidente della Provincia, rivendica per il proprio Consigliere la nomina a vice presidente della provincia.
La fantasia c’è tutta, ma un minimo di coerenza bisognerebbe sempre averla, si chiede questa carica in funzione dell’appartenenza allo stesso partito, ma in funzione della stessa appartenenza non si è schierato a sostegno del candidato ufficiale del PD, come dire un' appartenenza a seconda della convenienza.
Nonostante lo sforzo di fantasia, a Cassino non è toccata né la vice presidenza né una delega importante per la gestione del territorio. Questa non è più fantasia è la triste realtà di un sempre più evidente isolamento politico dell’Amministrazione comunale di Cassino, isolata da tutti e da tutto ed i fatti lo confermano.
Si passa con disinvoltura dalla fantasia all’immaginario e si citofona al portone del centrodestra, prima a Gaeta, poi a Colle San Magno, poi a Ceccano, e considerando l’appartenenza a giorni alterni al PD, si cerca una sponda esterna per regolare qualche conto interno.
Il citofono è uno strumento pericoloso perché anche altri condomini potrebbero ascoltare le conversazioni e penso che a nessuno nel centrodestra convenga spingersi oltre il consentito, come potrebbero giustificare un gesto di amicizia se lo stesso Sindaco di Cassino non ha mai mostrato la stessa collaborazione verso gli appartenenti del centrodestra locale?
Soprattutto per la citofonata a Ceccano, sarebbe una sciagura fornire una qualsiasi tipo di sponda, amplierebbe ancora di più i problemi interni già esistenti con il rischio di una implosione ben oltre i confini cittadini.
Più conviviale la citofonata a Colle S.Magno accompagnata con cena, ma anche in questo caso non potrebbe sortire alcuna forma di collaborazione giacchè è proprio a Cassino che vive ed opera il segretario provinciale di Forza Italia che non sembra propenso a prestarsi ad operazioni poco chiare.
I citofoni sono finiti, i portoni sono rimasti chiusi, rimane un maldestro tentativo di coprire una serie di errori politici che producono un isolamento che fa male a tutti a chi governa ed a chi è all’opposizione.
Privare la città di Cassino di un ruolo importante in Provincia è un danno per l’intera città e per il territorio circostante, ma non si possono addebitare responsabilità a nessuno se non all’attuale Amministrazione comunale.
Un leader dovrebbe anche saper riconoscere i propri errori, trasformerebbe la propria immagine da autoritaria ad autorevole, ma siamo ben oltre l’immaginario, siamo nella fantascienza.
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