La candidatura di Buongiovanni nasce dall'incapacità di FdI di fare un nome

Opinioni - Dalle prime riunioni con il commissario Tagliaferri all'iniziativa di Benedetto Leone, battezzato il 'papà delle primarie': ecco come si arriva alla designazione dell'avvocato, espressione del mondo cattolico. I meloniani ancora non firmano, si resta in attesa del tavolo regionale. Ma i tavoli li fanno i falegnami, nel 2024 basterebbe una chat di whatsapp per chiudere un accordo

La candidatura di Buongiovanni nasce dall'incapacità di FdI di fare un nome
di autore LeggoCassino.it - Pubblicato: 05-02-2024 18:14 - Tempo di lettura 5 minuti

Parafrasando il romanzo di Marco Parma “sotto il vestito niente”, a Cassino è il caso di dire: “dietro la Meloni niente...”

“Qualcuno vuole farci perdere”. Cominciamo da questa affermazione fatta in una riunione del circolo cassinate di Fratelli d’Italia, accusa rivolta velatamente al Presidente provinciale del partito, per capire l’evoluzione del primo partito del centrodestra, il Partito del Presidente del Consiglio dei Ministri e capire il perché e come sia finito nel caos più totale.

Agli inizi di settembre viene a Cassino l’On Ruspandini, allora commissario provinciale di FDI e in un incontro riservato indica Silvestro Petrarcone come il candidato sindaco di FDI. Subito dopo viene nominato un commissario del circolo di Cassino d FDI, Fabio Tagliaferri, che subito dà avvio al tavolo del centrodestra al quale partecipano anche quei civici che intendono selezionare il candidato sindaco attraverso le primarie.

Fratelli d’Italia chiede, in ragione degli ultimi risultati elettorali, di poter esprimere il nominativo del candidato sindaco del centrodestra locale. Nessuna voce contraria se non quella di Lello Valente che su queste colonne evidenziava che non è possibile buttare nella mischia un nome se a monte non c’è un accordo politico, un rinnovato manuale Cencelli che metterebbe al sicuro il nominativo espresso da FDi dall’impallinamento interno ed esterno.

Il Circolo cittadino di FDI si riunisce ed elabora una proposta su sei nomi, ritenuti eccessivi dal tavolo del centrodestra che invita FDI ad una sintesi. Due candidati si ritirano, rimangono sul tavolo quattro candidati.  Si continua a chiedere una maggiore sintesi al commissario Tagliaferri ma questa sintesi non avviene mai e così si rimane in attesa di una decisione da un “tavolo” superiore che non esiste, che non si è mai riunito e che mai si riunirà.

Tra i quattro candidati il gradimento maggiore degli altri partiti sembra fosse orientato in favore di Silvestro Petrarcone, ma nessuno poteva mai effettuare una scelta in casa d’altri, era FDI che doveva proporre una sintesi: secondo quanto riferiscono ambienti ben informati si era concordato di presentare al tavolo cittadino due soli nomi.

Invece rimangono 5 mesi nei quali il partito si autologora non riuscendo a fare una sintesi, un partito intorno al quale i vertici provinciali e regionali hanno fatto il vuoto immobilizzando anche il povero Tagliaferri che non ha potuto far altro che fare una relazione per presentarla ai vertici provinciali e regionali del partito.

Nella confusione più totale di FDI si aggiungono le dimissioni del commissario cittadino impegnato in un nuovo e prestigioso incarco non politico per il quale presenta le proprie dimissioni da ogni incarico.

Ancora oggi i vertici del partito continuano a parlare di un “tavolo” regionale anche se nessuno ne conferma l’esistenza. Come diceva un saggio, "i tavoli li fanno i falegnami":  ai tempi della comunicazione lampo sarebbe bastata una chat whatsapp tra i vari coordinatori regionali per chiudere la trattativa in un attimo. E’ più che evidente che in FDI sia cambiata la strategia, forse ci si prepara a chiedere la guida del capoluogo della provincia e non quella di Cassino. Nel frattempo rimangono sulla graticola i quattro aspiranti candidati ai quali nessuno ha mai fatto pervenire una notizia sul cambio di strategia, anzi ancora ieri si paventava questo salvifico tavolo regionale nella giornata di martedì, ma i tavoli, com'è noto, li fanno i falegnami.

Nel frattempo i cinque candidati alle primarie continuavano la loro azione, ma sul nostro giornale alcune aperture iniziavano a farsi concrete. Mario Abbruzzese auspicava una sintesi tra i partiti del centrodestra ed il gruppo dei civici, lo stesso “padre” delle primarie, Benedetto Leone,  affermava che in caso si fosse trovata una persona in grado di accontentare sia i partiti che i civici sarebbe stato logico annullare le primarie e convergere unitariamente su questo nome. Gianrico Langiano, che a detta di tutti avrebbe avuto il maggior successo alle primarie, si era detto sempre pronto ad un ponte con il centrodestra e  auspicava di trovare una sintesi intorno ad un nome nuovo. Lo stesso Abbruzzese, sempre su LeggoCassino proponeva di azzerare tutti i candidati del centrodestra e dei civici per convergere su un nome nuovo. Anche la candidata Laura Borraccio auspicava una sintesi; più ermetico Sebastianelli, nettamente contrario Giorgio Pistoia.

Dopo tentativi fatti sul nome di uno stimato docente universitario, al cospetto di nuovi scenari che si prospettavano, improvvisamente si trova una sintesi su uno stimato giovane avvocato, Arturo Buongiovanni, molto conosciuto negli ambienti dell’associazionismo cattolico. Su questo nome si trova un'ampia convergenza, firmano tutti i partiti del centrodestra tranne FdI anche perché non si capisce chi debba sottoscrivere il documento, avendo il commissario dimissionario. Anche i civici sottoscrivono un documento, secondo quanto si apprende sarebbero 11 le lise che anno sottoscritto questo accordo. L’avvocato Buongiovanni è espressione del mpondo cattolico e non scrivibile a nessun partito ed a nessun personaggio come ci ha tenuto a dire Mario Abbruzzese, anche se va ricordato che nel1994 è stato candidato nelle file di Forza Italia mentre più recentemente, a luglio scorso, partecipava alla conferenza di presentazione delle primarie.

LA RIBELLIONE DEI CIVICI

L’imponderabile della politica, nemici che diventano amici e viceversa, in un battere di ciglia. Proprio Gianrico Langiano che era quello più pronto a rinunciare alla candidatura e pronto a ricucire con il Centrodestra, è quello che seppur silenziosamente ha mostrato la maggiore delusione. Forse sperava in un finale diverso, forse aspirava ad essere il vincitore delle primarie, forse aveva delle sopite aspirazioni: è un fatto che nel suo stile educato e nel suo carattere silenzioso e moderato, la sua delusione appare evidente.

Quando la rabbia ti assale si perde lucidità, adesso tutti contro Abbruzzese, si necessita di un capro espiatorio dimenticando che l’unico responsabile non è Abbruzzese ma è FDI, un partito che in 6 mesi non è riuscito a proporre al tavolo del Centrodestra un proprio candidato. Tutto il resto è stata una conseguenza di questa totale incapacità. Il processo alle intenzioni che le Lega avrebbe potuto bruciare il nominativo proposto da FDI, la realtà è che FDI non è riuscita mai a proporre nessun nominativo.

LA DELUSIONE DEI CANDIDATI

Tra i quattro candidati “in attesa” serpeggia il più totale sentimento di rabbia nei confronti del proprio partito incapace di fare una sintesi, sembra che il più adirato fosse proprio Silvestro Petrarcone al quale il Presidente provinciale aveva garantito la candidatura a sindaco di Cassino.

La venuta ieri a Cassino sia dell' On. Ruspandini e del Consigliere regionale Maura non ha risolto alcun problema, non ha fatto chiarezza, anzi se ne è aggiunta di nuova proponendo fino all’infinito la storia di questo tavolo che non c’è.

L'EPILOGO

Il dato finale è che esiste un documento con la firma di 11 liste, con quattro partiti su cinque del Centrodestra che hanno aderito al nome di Arturo Buongiovanni, e con molta probabilità anche FdI aderirà, quasi impssibile pensare che non possa far parte di questo progetto. Solo dopo scopriremo quanti voti avrà perso FDI a Cassino ed in provincia per quanto successo all'ombra della millenaria abbazia.





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