Finalmente l'oblio oncologico diventa norma anche in Italia

Opinioni - "Sono soddisfatto che il mio Paese si sia aggiunto al gruppo delle nazioni europee più sensibili e virtuose"

Finalmente l'oblio oncologico diventa norma anche in Italia
di autore Carmine Di Mambro - Pubblicato: 10-12-2023 11:43 - Tempo di lettura 3 minuti

«Oltre un milione di persone nel nostro Paese sono guarite da un tumore ma si possono ugualmente trovare in difficoltà nell’accesso a vari servizi di primaria importanza, come per l’accesso a mutui, prestiti e assicurazioni e perfino per l’adozione di figli. Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio e Portogallo hanno già negli scorsi anni emanato la legge per il diritto all’oblio oncologico, per garantire a queste persone il diritto a non dichiarare informazioni sulla propria malattia. A questi cinque Paesi si aggiunge ora finalmente anche l’Italia»: lo sottolinea con soddisfazione Carmine Di Mambro, attivista per la buona sanità in provincia, da sempre in prima linea affinché sia garantito il rispetto dei diritti degli ex-pazienti, già consigliere comunale di Cassino.

 

«Finalmente è legge - aggiunge e ribadisce -. Dopo anni di battaglie, finalmente, l'oblio oncologico diventa norma anche in Italia e sancisce il diritto all'oblio per coloro che sono stati affetti da patologie oncologiche con l'obiettivo di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti. Riteto, per adozioni, richiesta di mutuo e pratiche bancarie, assicurazioni ecc., non sarà più ammessa la richiesta di informazioni per patologie oncologiche il cui trattamento attivo si sia concluso, senza recidive, da più di dieci anni».

Secondo Di Mambro, si tratta «più che di una semplice legge dello Stato, di un vero e proprio atto di dignità e di grande rispetto per gli ex pazienti che ora hanno diritto all’attuazione della legge sull’oblio oncologico che restituisce il diritto ad essere rispettati a tutti coloro che hanno dovuto combattere o che stanno combattendo contro il cancro».

 

«Battaglia - ricorda Di Mambro - che ho portato avanti per anni, insieme a tante associazioni, proprio perché, io stesso in prima persona, ho pagato lo scotto di essere un malato oncologico. Subendo - spiega - oltre al danno di dover affrontare dolorose cure, anche l’umiliazione di non poter accedere a un mutuo, un finanziamento o a tutto ciò che concerne una vita normale o che ti possa supportare economicamente anche nelle cure. Un aspetto che per lungo tempo ha fortemente penalizzato malati e familiari».

«Non posso che essere soddisfatto dell’obiettivo raggiunto e del fatto che finalmente l'oblio oncologico è una legge - ribadisce con forza ancora -. Era proprio necessario che il nostro Paese si unisse a quelli che hanno emanato la legge sul diritto all’oblio, garantendo ai cittadini un futuro libero dallo stigma della malattia oncologica. In pratica - sintetizza Di Mambro - si tratta di una norma che permetterà all’ex paziente di non dichiarare la malattia, pratica oggi obbligatoria per la stipula di molti contratti e la richiesta di alcuni servizi».

 

Del resto - conclude l’attivista ed ex consigliere comunale - «ricordo che ogni neoplasia ha caratteristiche differenti e richiede, anche in funzione del singolo che ne è affetto, un iter personalizzato di terapie. Esistono tumori che possono essere curati in alcuni mesi, altri in pochi anni, altri ancora richiedono più tempo. Alcuni possono essere cronicizzati e garantiscono al paziente una qualità di vita quasi pari a chi non è malato. Insomma tutti casi in cui sarebbe stato ingiusto continuare a discriminare gli ex pazienti. Per questo sono soddisfatto che il mio Paese si sia aggiunto al gruppo delle nazioni europee più sensibili e virtuose».

 





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