Ecco cosa ci insegna il caso di Giulia Cecchettin

Opinioni - Il cambiamento passa anche da donne e ragazze che sanno come gestire una relazione quando diventa problematica, e sanno riconoscere i segnali di pericolo

Ecco cosa ci insegna il caso di Giulia Cecchettin
di autore Angelo Franchitto - Pubblicato: 30-11-2023 19:04 - Tempo di lettura 4 minuti

Il caso di Giulia Cecchettin ci chiede di fare una riflessione circa l'importanza, per donne e ragazze, di essere parte attiva del cambiamento culturale. Nella lettera che Elena Cecchettin scrive a sua sorella Giulia colpiscono come un pugno allo stomaco quelle parole: "Ti cerco e mi scordo che non ci sei più". Parole dense di dolore, quello stesso dolore che ha fatto sì che il papà di Giulia non scendesse in strada alla fiaccolata per le vie di Torreglia, in provincia di Padova, per ricordare la figlia.

Ma il papà di Giulia continua a ricordare alle ragazze e alle donne l'importanza di denunciare. Continua a scrivere Elena: "Questa casa, che fino a poco più di un anno fa era troppo piccola, ora sembra così vuota, così grande e spenta. Così il vuoto che mi porto dentro per la tua assenza. Così il vuoto di quando ti cerco per raccontarti di quello che mi succede, dimenticandomi che non ci sei più". Le parole riempiono i fogli, ma il vuoto dentro resta grande, incolmabile perché assenza non può essere riempita.

Mentre, cresce la rabbia. Quello a cui penso, leggendo le parole di Elena, e guardando gli occhi di un padre disperato per aver perso una figlia così giovane è che bisogna imparare che esistono dei segnali da non sottovalutare. Sempre, in un rapporto di coppia, bisogna prestare attenzione a diversi segnali perché possono prevenire la violenza a una ragazza, a una donna. Prima di tutto siate consapevoli mie care che le relazioni umane possono essere pericolose.

Anche una ragazza, giovanissima, alle prime esperienze con l'amore deve fare attenzione a non sottovalutare la sensazione di pericolo se l'avverte all'interno della relazione di coppia che sta vivendo. Ricordo a tutte le donne e alle ragazze, ci sono tante persone in famiglia con cui potete confidarvi subito, anche solo per un parere. Mia cara, quando con il tuo partner affrontate discussioni o chiarimenti, meglio non esprimere giudizi ma racconta i fatti così come sono avvenuti, avvisandolo che quel comportamento non è tollerabile. Attenta, l'escalation di aggressività è da evitare sempre. Evita insulti, ma avvisalo che è meglio moderare i toni. Inoltre, all'interno della relazione è bene che tu sia consapevole delle tue emozioni e devi saperle gestire per evitare di sottostimare quei segnali di pericolo e contenere l'impulsività delle tue reazioni.

Ricordati che le nostre emozioni sono la chiave per poter risolvere la relazione, ma la possono anche peggiorare. Questo è il motivo per cui è utile riconoscerle e confrontarci con altri soggetti esterni alla relazione, meglio se sono dei professionisti. Per concludere, il mio consiglio per te, mia cara, è di chiedere e accettare l'aiuto degli altri, intesi come parenti, amici. Ma anche istituzioni, associazioni di volontariato per le vittime di violenza, specialisti, centri legali. Ma va fatto subito, sin dal primo comportamento violento del partner, anche se solo verbale. Fallo se questo ha determinato in te una forte sensazione di pericolo e disagio. Ricorda che, affrontare un problema relazionale di pericolo all'inizio della sua comparsa permette in molti casi di risolverlo proteggendo così la vittima, ma anche il carnefice, da un'evoluzione a spirale di aggressività.





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