Consiglio comunale saltato, il rispetto e il danno. L'analisi di Mario Costa

Consiglio comunale saltato, il rispetto e il danno. L'analisi di Mario Costa

OPINIONI - Scansando ogni ipocrisia, occorre dire che quando si perdono di vista il ruolo e gli aspetti politici per rimanere impastoiati nei tecnicismi regolamentari, non bisogna poi meravigliarsi se i risultati sono questi

di Mario Costa

“Si tratta di mancanza di rispetto nei confronti della città”; “Il danno lo fanno ai cittadini, non a noi”. Mettendo da parte il resto (per il rispetto che si deve a ciascuno), sono queste due frasi a rendere, in estrema sintesi, il pensiero dell’opposizione consiliare in merito alla decisione della maggioranza di disertare la riunione del Consiglio comunale di ieri sera. Riunione che è quindi saltata per mancanza del numero legale.

Delle interrogazioni e delle mozioni di cui ci si doveva occupare, se ne riparlerà dunque in un altro momento. Nel frattempo si spera nel raffreddamento del clima. Cosa auspicabile, così al prossimo appuntamento, quei cittadini che - come riferito dalle cronache - in questa occasione “stranamente” avevano “saturato le poche sedie disponibili” potranno seguire un dibattito consiliare con la necessaria serenità d’animo.

Comunque, scansando ogni ipocrisia, occorre dire che quando si perdono di vista il ruolo e gli aspetti politici per rimanere impastoiati nei tecnicismi regolamentari, non bisogna poi meravigliarsi se i risultati sono questi.

Ma a noi, ora, interessa richiamare qui, estrapolandole da quelle frasi, due parole: “rispetto” e “danno”. Riguardo alla prima occorre osservare che il rispetto, fondamentale nei rapporti interpersonali a tutela degli interessi reciproci, altrettanto fondamentale lo è nei rapporti politici. Quando si lasciano prevalere risentimenti, asprezze, contrapposizioni personali, l’imbarbarimento dei rapporti politici è assicurato.

Si va allo scontro, non al confronto. Da qui deriva poi il resto, racchiuso nella seconda parola: “danno”. Sì, quello che si fa ai cittadini, anzitutto (oltre che a se stessi, al proprio fegato, alla propria immagine, al proprio ruolo).

E’ difficile con le elezioni che incombono, ma urge un cambio di rotta, che riguarda, però, non solo gli altri. “Il danno lo fanno ai cittadini, non a noi”, hanno detto dall’opposizione. Assolvendo se stessi, è in quel “lo fanno”, riferito alla terza persona plurale, che sta l’errore. Dunque dimentichi, magari, che, complice la diretta streaming, troppo spesso la sala “Di Biasio” viene scambiata e ridotta a “palcoscenico” (non dagli “altri”) a favore di telecamere per lo show di turno.

Per la gioia e la delizia dei critici da strapazzo, dell’antipolitica e dei populisti di casa nostra e dintorni





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