Cassino, Comunali 2024: bene le primarie, ma siano vere ed aperte

Cassino, Comunali 2024: bene le primarie, ma siano vere ed aperte
di autore Redazione - Pubblicato: 19-06-2023 00:00

OPINIONI - Incentivano la partecipazione, favoriscono il rinnovamento della politica,
promuovono l’apertura alla società civile e contrastano la tendenza a trasformarsi in una casta di potere. Sono lo strumento migliore di cui i partiti possono disporre per potersi presentare al voto in sintonia con la maggioranza degli elettori, intercettando quel sentire comune che in genere anticipa ogni tornata elettorale

di Riccardo Pignatelli*

Da qualche giorno sento discutere di primarie per l’individuazione del candidato sindaco alle prossime elezioni comunali del 2024; ne stanno parando alcuni esponenti di centrodestra che ritengono opportuno avviare un confronto diretto con i cittadini per cercare la figura che meglio possa rappresentare la maggioranza degli elettori . L’argomento non è di poco conto, e ne prendiamo spunto per una riflessione più ampia scevra da partigianerie di destra o di sinistra.


La prima considerazione che si pone al riguardo è che di per sé le primarie sono uno
strumento di democrazia partecipativa, perché nascono come mezzo di partecipazione
degli elettori alla scelta del candidato migliore da cui vorrebbero essere rappresentati ed
amministrati, in contrapposizione al sistema che costringe i cittadini a scegliere tra
candidati designati dai partiti o da coalizioni.


La seconda, ed è ormai un dato di fatto, è che ogni volta che i cittadini sono chiamati a
partecipare si recano volentieri alle urne per esprimere la loro preferenza.
Bisogna ricordare che siamo in un Paese con una legge elettorale ai limiti della legittimità
costituzionalità, cosa peraltro rimarcata anche dalla Consulta, che limita il diritto di
partecipazione e svilisce la sovranità popolare come definita dall’art.1 della Costituzione,
in quanto i partiti hanno il potere , attraverso le loro oligarchie interne, di decidere le liste
ed anche, in qualche misura, gli eletti.


La stessa legge di elezione diretta dei sindaci, di vocazione fortemente maggioritaria,
dovrebbe obbligare in qualche modo i partiti a favorire la partecipazione popolare per la
scelta del candidato a primo cittadino.


Le primarie infatti incentivano la partecipazione, favoriscono il rinnovamento della politica,
promuovono l’apertura dei partiti alla società civile e contrastano la tendenza dei partiti
stessi a trasformarsi in una casta di potere, perché permettono di poter scegliere il
candidato che ha il maggiore sostegno popolare e non quello che ha più importanti
appoggi negli apparati dirigenti.


Spesso infatti avviene, soprattutto nelle elezioni locali, che il candidato imposto attraverso
la mediazioni delle parti politiche costituenti la coalizione non riscuota poi il consenso
degli elettori e quasi sistematicamente viene fatto fuori al secondo turno, quando il
confronto diventa più diretto tra i contendenti e l’elemento empatia diventa fattore
dominante del voto cosiddetto “contre”.


Il sistema maggioritario a doppio turno, tipico del sistema elettorale francese, è infatti
caratterizzato dal voto “pour” al primo turno e da un voto “contre” al ballottaggio.
Le primarie sono quindi lo strumento migliore di cui i partiti possono disporre per potersi
presentare al voto in sintonia con la maggioranza degli elettori, intercettando quel sentire
comune che in genere anticipa ogni tornata elettorale.


Per questo alcuni partiti, come ad esempio Il Partito Democratico, hanno deciso di
regolamentarle lasciando poi la scelta ai territori. Una consapevolezza che oggi si sta manifestando trasversalmente nei partiti sia di centro sinistra che di centro destra, nonostante le ritrosie interne di correnti e gruppi di potere ostili a qualsiasi innovazione.


Ciò detto, bisogna però stare attenti a che le primarie siano fatte in modo tale che non
selezionino candidati già prescelti e poco competenti, che i partiti non le organizzino solo
per dare investitura plebiscitaria ai propri candidati, ma che siano aperte e che non siano
utilizzate dalle fazioni interne ai partiti stessi per combattersi e regolare conti e non siano
oggetto di strategie di potere tra le proprie correnti interne.

Primarie quindi vere ed aperte, foriere di larga partecipazione popolare, con i partiti
garanti della libertà di scelta degli elettori, ricordando che proprio l’elezione diretta dei
sindaci , quali amministratori di un territorio e di una comunità, dovrebbe imporre a tutti i
partiti l’obbligo preventivo di verifica del gradimento popolare del candidato prescelto,
considerato che lo stesso, se eletto, dovrà essere il sindaco di tutti e non solo della maggioranza, anche perché Cassino, Città della Pace, non vuole essere terreno di Guelfi e Ghibellini !

*Già direttore amministrativo Adisu Cassino





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