Condannata per aver fatto mangiare le persone al Carnevale di Pontecorvo

Condannata per aver fatto mangiare le persone al Carnevale di Pontecorvo
di autore Redazione - Pubblicato: 08-06-2023 00:00 - Tempo di lettura 1 minuti

CRONACA - L'ex vice sindaco dovrà versare 2.700 euro più iva nelle casse dell'Ente: lo hanno stabilito i giudici della Corte dei Conti. Moira Rotondo: "Tutta questa vicenda ha del surreale, ma le sentenze vanno sempre rispettate"

Condannata per aver fatto mangiare le persone che hanno preso parte all’edizione del Carnevale 2016 di Pontecorvo. Con sentenza n° 357/2023 i giudici della Corte dei Conti presieduta da Tommaso Miele hanno condannato l’ex vice sindaco di Pontecorvo: dovrà restituire alle casse del comune della città fluviale 2.700 euro più iva, per un totale che supera di poco i 3.000 euro. I fatti risalgono a sette anni fa, e più precisamente all’edizione 2016 del carnevale pontecorvese. L’anno successivo, nel 2017, alcuni consiglieri dell’allora opposizione consiliare presentarono un esposto proprio in merito ad alcune spese sostenute dal Comune, denunciando un danno erariale per le casse dell’Ente.

A finire a giudizio sono stati solo in due: il vice sindaco Moira Rotondo, che deteneva anche la delega all’organizzazione del Carnevale e il responsabile del procedimento che ha dato l’ok alle spese che ci sono state in quell’edizione. Il responsabile tecnico del procedimento, difeso dall’avvocato Attilio Turchetta,  pur essendo stato citato in giudizio è stato assolto. L’unica a pagare sarà quindi l’ex vice sindaco.

Nella sostanza dei fatti, a Moira Rotondo viene contestato di aver speso soldi dell’Ente comunale per aver provveduto ad organizzare gli stand gastronomici. Ovvero? Nel progetto presentato alla Regione Lazio erano contemplate solo spese attinenti l’organizzazione dell’evento quali quelle di cancelleria e stampati, spese telefoniche, 6 manifesti e brochure, affissioni, quotidiani e periodici mentre nella richiesta di rimborso, invece, sono state inserite spese attinenti a beni strumentali per la somministrazioni di generi alimentari e bevande da parte di imprenditori commerciali.

Nello specifico il Comune ha speso dei soldi per il noleggio di 1 forno a legna, 2 piastre a gas, 1 cappa aspirafumi, 3 vetrine frigo, 1 armadio frigo, 80 tavoli, 1 banco bar, 5 Gazebo 5x5, 4 Gazebo 3x3, 2 fornelloni alti, 1 cuocipasta da 80 litri per un totale di euro 19.568,80. Questa è stata la prima richiesta di rimborso, che poi si calata a circa 3.000 euro.

LA REPLICA DI MOIRA ROTONDO

"Le sentenze vanno rispettate, favorevoli o sfavorevoli che siano. Ci assicuriamo per questo quando veniamo eletti, sperando sempre che non succeda”. Commenta così la recente pronuncia della Corte dei Conti l’ex Vicesindaco di Pontecorvo che dovrà risarcire all’Ente la cifra di 2.700 euro + iva per un esposto relativo al Carnevale 2016.

“Certo, tutta questa vicenda ha del surreale per quanto mi riguarda ma sono abituata a guardare ai fatti e soprattutto in questi anni ho imparato a difendermi da ogni tipo di accusa, compreso un peculato di 40 euro dal quale sono stata prosciolta perché il fatto non sussisteva. Ma per arrivare al proscioglimento ci sono voluti due anni e svariate migliaia di euro di avvocati. Ho anche vinto una causa per diffamazione, aspetto ancora che il Comune mi rimborsi i 1500 euro di spese legali sostenute, dovrei detrarli dai 2700 euro”.

Non intendo entrare nel merito della questione, per questo ci sono i giudici e gli avvocati, ma di sicuro so che quanto accaduto mette in evidenza un dato oggettivo ed uno soggettivo. Sul piano oggettivo la sostanziale incongruenza del nostro diritto che impone una suddivisione tra responsabilità gestionale (in capo al personale amministrativo) e responsabilità politica (in capo a consiglieri e assessori) che di fatto poi sul piano giudiziario non regge.

Se il rendiconto di una qualsiasi manifestazione, liquidato a una pro loco, viene portato in giunta con il parere favorevole del responsabile amministrativo e l’avallo della Regione Lazio che l’ha preventivamente vistato, perché imputarne la responsabilità esclusivamente all’organo politico? E perché solo ad un quinto di esso? Sui tanti lati ancora da chiarire della vicenda si esprimeranno eventualmente i giudici d’appello. Ci sono poche luci e tante ombre.

Sul piano soggettivo rimane la mia personale convinzione di aver lavorato sempre e comunque per il bene del paese e per la riuscita della manifestazione. Neppure dover restituire di tasca mia 2.700 euro potrà inficiare il ricordo del più grande Carnevale degli ultimi anni, come riconosciuto da tutti i colleghi assessori nel corso delle loro deposizioni davanti alla Corte. Il più innovativo, il più partecipato. Certo, il fatto che il procedimento sia stato avviato a così tanti anni di distanza dai fatti, precisamente a pochi giorni dalla prescrizione di legge, nel momento in cui non ero più parte dell’amministrazione in carica, ha consentito a qualcuno di dar prova di tutta la sua bassezza.

Le trascrizioni dei verbali delle audizioni non lasciano molti dubbi: “Purtroppo in quel periodo sono stato fuori dal Comune per problemi personali”. Uno scarica barile bello e buono, mentre sui palchi nel 2016 era tutto un rincorrersi di complimenti e ringraziamenti. Tutto ripreso dallo speciale di Tele Universo a futura memoria. Evviva il Carnevale di Pontecorvo!





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