"Gesù Cristo non era juventino" al Salone del libro di Torino

"Gesù Cristo non era juventino" al Salone del libro di Torino
di autore Redazione - Pubblicato: 25-05-2023 00:00

CULTURA - Il volume ha riscosso enorme successo. Pompeo Di Fazio: "Che soddisfazione nell'anno dello scudetto del Napoli". L'autore ha voluto anche omaggiare la sua città, Roccasecca, perché sullo sfondo della copertina c'è il monte Asprano e il castello dei Conti D'Aquino

L'intuizione di utilizzare la metafora del calcio per affrontare temi come la politica, la morale e la spiritualità ha fatto successo. Ha destato infatti molta curiosità e un acceso dibattito il libro di Pompeo Di Fazio, "Gesù Cristo non era juventino", presente al Salone del Libro di Torino, la rassegna italiana più importante dedicata alla lettura. Nello spazio che ha ospitato la casa editrice "Albatros - Il Filo" il lavoro dell'autore roccaseccano è stato molto apprezzato.

Molti si sono avvicinati a sfogliare il testo richiamati dalla copertina disegnata dal grafico Cesare Pigliacelli nella quale è rappresentata la crocifissione di Gesù da parte di soldati romani con indosso la maglia della Juventus. Non solo, anche l'argomento è risultato accattivante: la crisi della spiritualità e un nuovo paradigma di valori che più facilmente orientano le persone verso il bene a partire dal concetto di male assoluto che è rappresentato dalla Juventus.

Tema molto attuale viste le vicende extracalcistiche che interessano i bianconeri. Nel libro Di Fazio ha voluto anche omaggiare la sua città, Roccasecca, perché sullo sfondo della copertina c'è il monte Asprano e il castello dei Conti D'Aquino.

Non solo, il teologo della religione dell'antijuventinità è individuato in San Tommaso D’Aquino, altro riferimento a Roccasecca. "Quando ho scritto questo libro - spiega Pompeo Di Fazio - l'ho fatto per rispondere alla mia inclinazione naturale per la provocazione, ripercorrendo l'intuizione di utilizzare il calcio come metafora della vita e dei suoi accadimenti.

Ho avuto un discreto successo: molti apprezzamenti e anche tante critiche, dagli juventini soprattutto, ma ci sta ed è giusto così. Il libro però vuole essere un omaggio alla passione e all'idea che il calcio non è solo un pallone che rotola". "La presenza al Salone di Torino - ha concluso Di Fazio - è un grande onore. È il campionato del mondo dei libri. Poi è avvenuta nell'anno della vittoria dello scudetto della mia  squadra, il Napoli e ha anticipato di qualche ora la penalizzazione della Juventus e la sconfitta a Empoli. Forse quanto scrivo non è solo provocazione".





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