RUBRICHE - Oggi Francesca Messina ospita il racconto di Benedetto Di Paola di Rocca D'evandro
Mio padre
Trascorrevamo le notti estive sotto al ‘capannaccio’ tra la casa e l’aia, distesi supini sul carro a respirare il profumo del grano. A contare le stelle o a immaginare figure nelle macchie della luna piena. Certe volte (e con pudore) mi raccontava frammenti della sua vita contadina. Della guerra nel deserto della Cirenaica, dei quattro anni di prigionia inglese …E quando i ricordi riaprivano ferite mai del tutto rimarginate, accendeva l’ennesima sigaretta e se ne stava in silenzio finché i fantasmi del passato non svanivano insieme al fumo dell’ultima ‘tirata’. Dopo mi stringeva a sé e sorrideva. Per tutto il tempo io restavo accoccolato al suo fianco col respiro sospeso, dolcemente carezzando i solchi delle sue fatiche. Intanto i grilli tra le stoppie cullavano i nostri sogni fino al mattino.
Benedetto Di Paola (Rocca D'Evandro)
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