"La vita è tenersi in bilico sul baratro, cercando di non perdere l’equilibrio". Parola di Dacia Maraini

"La vita è tenersi in bilico sul baratro, cercando di non perdere l’equilibrio". Parola di Dacia Maraini
di autore Vanessa Carnevale - Pubblicato: 08-07-2022 00:00 - Tempo di lettura 3 minuti

L'INTERVISTA - La poetessa si racconta alla nostra Vanessa Carnevale: "Le donne hanno bisogno di ascoltare storie come di scriverle. Ma per tanti secoli, anzi direi millenni, sono state tenute fuori dal racconto, sia quello religioso che sta alla base della convivenza, sia quello laico che narra l’amore"

di Vanessa Carnevale

Qualche giorno fa ho avuto il piacere (direi soprattutto l’onore) di intervistare una poetessa eccelsa, nonché una donna meravigliosa, capace di stregare con uno sguardo, una movenza e/o una manciata di parole. La poetessa in questione è la grande Dacia Maraini, la quale mi ha concesso la possibilità di porle delle domande e di scattare una foto insieme, il che non capita ogni giorno! Mi sono innamorata subito di questa persona, di questo spirito libero che ha viaggiato in ogni dove, che ha soggiornato e dialogato con figure emblematiche del panorama letterario (e non solo) e che è sempre stata all’avanguardia! Una vera insegnante,una maestra di vita che sa prenderti per mano e accompagnarti nel suo racconto, una guida sicura…oserei dire una sorta di Virgilio. Fatevi prendere la mano da lei ed entrate ad occhi chiusi nei suoi racconti.. ne uscirete migliori e sognanti, cullati dal suono della sua voce e affascinati dal modo in cui, combinando le parole, crea capolavori!

Alda Merini, la  celebre poetessa che è rimasta impressa nel cuore di tutti noi, in una delle sue ultime interviste ha risposto a Bonolis riguardo, per l’appunto, la figura del poeta:

Paolo Bonolis: “Pensa che la mente di un poeta, sia più vulnerabile  di quella delle altre persone? Alda Merini: Beh, il poeta soffre molto di più, però ha una dignità che… non si difende neanche, alle volte. È bello accettare anche il male. Una delle prerogative del poeta, che anche è stata la mia, è non discutere mai da che parte venisse il male, l’ho accettato ed è diventato un vestito incandescente; è diventato poesia. Ecco, il cambiamento della materia che diventa fuoco, fuoco d’amore per gli altri, anche per chi ti ha insultato.”

Anche lei è una poetessa di notevole spessore, una che con le parole sa toccare il cuore di tantissime persone e che riesce a trasmettere messaggi importanti solo con una manciata di versi, nonché dotata di una sensibilità unica! Quanto si trova d’accordo con le parole della Merini e cosa avrebbe risposto lei a questa domanda, se le fosse stata posta?

"Anch'io penso che il poeta è una persona particolarmente sensibile. Ma non soltanto ai sentimenti o agli avvenimenti, ma anche al suono delle parole. Il poeta per me è anche musicista. Per lui o per lei le parole hanno prima di tutto un suono e quel suono esprime un'emozione, come succede appunto nella musica".

Le donne hanno avuto, rispetto agli uomini, molta difficoltà in ambito letterario. La scrittura non era loro concessa e sono trascorsi dei lunghi periodi bui prima di raggiungere questo tipo di libertà.  Purtroppo anche in questo, per troppo tempo, siamo state messe a tacere. Eppure nessuna di loro si è arresa… mi viene in mente (ad esempio) George Eliot che in realtà era una donna ma che usava questo pseudonimo per fare in modo che le sue opere venissero pubblicate. Cosa pensa che abbia spinto tutte queste donne a mettere a repentaglio tante cose pur di poter esprimere liberamente sé stesse attraverso la scrittura? crede che questo tipo di amore, al pari di quello per una persona, sia talmente forte e radicato nell’animo umano da permettere l’impensabile?

"Penso che il bisogno di ascoltare storie e di raccontarle sia un bisogno tutto umano. Quando un bambino, che ha appena imparato a parlare, dice “Mamma, raccontami una storia”, lì comincia la narrativa. E le donne hanno bisogno di ascoltare storie come di scriverle. Ma per tanti secoli, anzi direi millenni, le donne sono state tenute fuori dal racconto, sia quello religioso che sta alla base della convivenza, sia quello laico che narra l’amore, i conflitti, le contraddizioni, la bellezza, l’intelligenza, il dolore, eccetera".

Cos’è per lei la poesia? come si sente dopo aver composto dei versi? quanto crede che questa passione sia innata, in alcune persone, rispetto ad altre?

"Come ho detto si tratta di un talento più musicale e visionario che narrativo. Molti nascono con questo talento, altri no. Il poeta deve avere gli strumenti: tempo, credibilità, fiducia, stima, per potere esprimersi pubblicamente. Altrimenti succede come a Emily Dickinson, che ha scritto tutta la vita bellissime poesie ma nessuno ha mai voluto pubblicarle. Quando è morta stavano per gettarle via, ma per fortuna sono stati fermati dalla cognata, Susy, che capiva la sua grandezza e si è opposta. Oggi è considerata la più grande poetessa americana dell’800".

Restando in tema donne mi permetto di chiederle se, fra le tante che ha letto e/o conosciuto, ce n'è una che ammira più di tutte e, se sì, cosa le ha colpito principalmente di questa persona.

"Non mi piace questo gioco della torre. Io conosco e amo molte poetesse e non mi sento di prediligerne una".

All’interno della sua raccolta di poesie “Se amando troppo” mi sono imbattuta in una poesia che, più delle altre, mi ha colpita. La poesia in questione si chiama “Ho sognato una stazione” e parla appunto di questa voglia di evadere, di prendere il primo treno e andare via, della tristezza che si sperimenta quando si sta fermi, immobili, sempre relegati nella stessa vita quotidiana. Questa prostituta che le si avvicina e che le suggerisce (come antidoto per guarire da questa tristezza) di far pace con la parte oscura e, dall’altra parte, lei che le risponde a tono dicendo che “la pace la fa viaggiare da ferma, senza gioia”, mi ha lasciata di sasso. Forse perché spesso ho sperimentato la stessa sensazione, il suo stesso turbamento emotivo, lo stesso malessere dovuto al non essere capiti, al voler star sereni ma, d’altro canto, continuare a sperimentare nostalgia, perché di quella sensazione di vuoto interiore ne abbiamo bisogno, perché quel tipo di malessere ha forgiato la mia e la sua persona. Perché, secondo lei, ci sono tante persone che hanno bisogno di sperimentare questo tipo di sensazioni per sentirsi vive?

"Il viaggio è un processo di conoscenza e chi non ha paura della realtà, è sempre curioso di conoscere e capire l’altro da sé. Si viaggia per questo. In quanto alla parte oscura, credo che tutti conosciamo i momenti di disperazione, la paura, la solitudine, il disagio. I più sensibili, coloro che non si sono imbalsamati in vita per paura del dolore, sanno di correre il pericolo di precipitare nel baratro. Spesso la vita vuol dire tenersi in bilico sul baratro cercando di non perdere l’equilibrio".

6) Quanto bisognerebbe investire sulla poesia, sui libri, sulla scrittura? Ci sono tanti ragazzi e tante ragazze con un potenziale altissimo ma che hanno difficoltà a proseguire gli studi in ambito letterario, proprio perché hanno paura di investire a vuoto e di non essere all’altezza delle aspettative. Cosa consiglia a queste persone? quale crede sia la strada migliore da intraprendere per far emergere il proprio potenziale? Quanto è importante, ora più che mai, che i giovani riscoprano la bellezza della poesia,  “l’aroma” delicato dei libri ed il bisogno di prendere una penna tra le dita e lasciar parlare il proprio cuore?

"Con la globalizzazione la concorrenza è diventata molto più ampia e ardua. Bisogna puntare sulla competenza. Non basta avere un vago talento musicale e poetico. Bisogna lavorare sodo per trovare una propria voce che si distingua dalle altre . Ma per scrivere poesia bisogna leggere poesia. Ma tanta, tantissima. Bisognerebbe a occhi chiusi distinguere un'epoca dall’altra, un porta dall’atro. Questo aiuta a non correre dietro alle imitazioni e alle emulazioni, ma a farsi una propria competenza e una propria voce originale e autentica".





Articoli Correlati