Giovanni Impastato emoziona gli studenti di Cassino

Giovanni Impastato emoziona gli studenti di Cassino

CRONACA - Questa mattina visita nel giardino intitolato al fratello Peppino, poi l'incontro con i ragazzi al "Manzoni". L’IIS Medaglia d’Oro ha curato il progetto “Siamo capaci di guardare in alto – Siamo capaci di dire no”. Referenti le docenti Maria Luisa Calabrese e Angela Fasulo. Il resoconto, le foto della giornata e la nostra intervista in esclusiva

di Francesca Messina

Questa mattina a Cassino, presso il giardino intitolato a “Peppino Impastato” è stato inaugurato un ulivo in ricordo delle vittime della mafia, alla presenza di Giovanni Impastato, fratello minore di Peppino. "Sono stato presente anche quando fu inaugurato questo spazio - ha dichiarato al nostro giornale, Giovanni Impastato. Ritornare oggi qui mi ha suscitato una grande emozione. Qui c'è la memoria dei ragazzi, c'è l'impegno delle Istituzioni, del Sindaco, delle Forze dell'Ordine. Devo sottolineare che oggi mi sono emozionato in modo particolare, perchè ho incontrato un familiare di chi è stato vittima della strage di Ciaculli, Marino Fardelli.

Io ricordo ancora molto bene quel giorno. Direi che oggi, parlare della mafia è molto importante, in quanto un paese senza memoria, non può avere un futuro. Nello stesso tempo non bisogna perdere l'attenzione verso il fenomeno mafioso, perchè esso è pericolosissimo. L'impegno antimafia da parte dello Stato, delle Istituzioni deve essere portato sull'onda della prevenzione, non dobbiamo aspettare che succedono fatti gravi, per reagire".

Presenti all'evento, tra gli altri, il sindaco Enzo Salera, la presidente del Consiglio Comunale Barbara Di Rollo, l' Assessore Danilo Grossi, il consigliere Comunale Luca Fardelli, il preside dell'IIS MedagliaD'Oro "Città di Cassino" Marcello Bianchi e le professoresse Maria Luisa Calabrese e Angela Fasulo, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cassino, Gianluca Giannichedda, il Difensore Civico della Regione Lazio, Marino Fardelli, i vertici del Comando Provinciale dei Carabinieri.

Presso il Teatro Manzoni, le scuole di Cassino, hanno incontrato Giovanni Impastato. L’IIS Medaglia d’Oro “Città di Cassino, in qualità di capofila della rete di scopo, delle Scuole Secondarie di 2° Grado, ha curato il progetto : “Siamo capaci di guardare in alto – Siamo capaci di dire no”, patrocinato dal Comune di Cassino, dall’Ordine Forense di Cassino, dalla Banca Popolare del Cassinate e dall’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale.

La folta platea di studenti, nella prima parte della mattinata, ha assistito alla presentazione del docufilm “Il solito pranzo” alla presenza del regista Andrea Valentino e del produttore Aldo Rape’, cortometraggio che si è aggiudicato una menzione speciale al Napoli Film Festival. Il film ha narrato l’attesa di giustizia e di rinascita delle troppe vittime della criminalità.

Dopo il docufilm è seguito il saluto del dirigente scolastico dell'IIS Medaglia d'Oro "Città di Cassino" Marcello Bianchi: "Prima di tutto permettetemi di  rivolgere un plauso, a nome del Medaglia d’oro, ma penso di interpretare anche la volontà degli altri istituti coinvolti nel progetto,  alle professoresse Maria Luisa Calabrese e Angela Fasulo che oggi hanno portato a compimento un percorso che è iniziato, come avete sentito, diversi mesi fa.


Le due docenti lavorano da anni su un progetto di recupero della memoria storica in cui si inserisce perfettamente il programma della giornata odierna: i più giovani, i nostri studenti, non hanno conoscenza diretta degli uomini e delle donne che hanno costituito, negli scorsi decenni, un fronte, istituzionale ma anche civile, nei confronti della criminalità mafiosa. Giudici, giornalisti, politici, esponenti delle forze dell’ordine, commercianti, imprenditori, sacerdoti, professionisti, ma anche semplici testimoni sono le vittime cadute per mano delle mafie; una vera sezione verticale della nostra società.


A molti dei nostri studenti potrà sembrare lontano il tema odierno. Nonostante il nostro territorio non sia stato e non sia esente da un certo tipo di infiltrazioni, il fenomeno mafioso è vissuto dai nostri ragazzi come qualcosa di estraneo all’esperienza diretta; cronache sui giornali o servizi televisivi, o serie TV. Per cui è fondamentale per loro, e ogni tanto direi per tutti noi, un bel bagno di realtà.

Vorrei che l’esperienza di questa giornata serva soprattutto a far capire quanto un piccolo passo di ciascuno vero la legalità costituisca un movimento irrefrenabile verso una società in cui non abbia modo di attecchire il crimine, tantomeno quello mafioso. E come invece alcune concessioni al rispetto della legge, che paiono veniali (il favore di un amico per una pratica, una raccomandazione, il contrassegno per disabili contraffatto, il “regalo” ad un amministratore, etc.) alimentino invece un modello di relazioni sociali su cui le attività mafiose prosperano.
Se oggi riusciamo a fare questo, come educatori e formatori, abbiamo adempiuto pienamente alla nostra missione".

Molto toccante è stata la pagina del libro "Mio fratello, tutta una vita con Peppino" scritto da Giovanni Impastato, e letta dallo studente Mattia Carnevale, ne riportiamo qualche stralcio: "Mi invitano Associazioni Culturali e Antimafia, Amministrazioni Comunali, Carceri, Movimenti, Partiti della sinistra, parrocchie, Carceri e soprattutto Scuole. Tutti costoro, sperano incontrandomi, di incontrare Peppino. E io incontro Peppino in loro...Anche Peppino non un eroe, lui voleva vivere: voleva amare,voleva godere delle belle cose, voleva condividere tempo e risorse con gli amici, voleva imparare, voleva collaborare con tante persone in cerca del bene come lui...La sua morte ha confermato che era sulla strada giusta, che stava procedendo in direzione "ostinata e contraria" rispetto al mondo meschino e malvagio. Ma la sua morte non è stata il vertice della sua missione, il suo compimento. Bensì la sua interruzione, che come ho detto richiede ancora impegno e continuazione....".

"La memoria è molto importante - ha detto nel suo saluto il sindaco Enzo Salera - . E bisogna mantenere viva la memoria di chi si è battuto contro un sistema criminale. La mafia non è solo quella che spara. Spesso si infiltra nelle Istituzioni. Dobbiamo educare gli studenti che determinati fenomeni, vanno bloccati e repressi. Solo in questo modo possiamo combattere questi casi criminosi che devono essere tenuti lontano dal nostro paese".

Terminata la visione dell’opera, sono seguiti i saluti del dirigente scolastico dell’I.I.S. “Medaglia d’oro –Città di Cassino”, Marcello Bianchi, del Sindaco di Cassino Enzo Salera, dell’Assessore alla Pubblica istruzione Maria Concetta Tamburrini che ha delineato l'importanza della figura del docente nel trasmettere agli studenti i valori legati alla correttezza e alla legalità e del Difensore Civico della Regione Lazio, Marino Fardelli che ha parlato della strage di Ciaculli in cui è rimasto vittima un suo parente. A seguire, gli interventi, moderati dall’Assessore alla Cultura Danilo Grossi. Sono intervenuti il Comandante del ROS. Generale Pasquale Angelosanto, che nel suo discorso, ha sottolineato: "La mafia è un'organizzazione che nel tempo ha subito un'evoluzione ed ha assunto un assetto imprenditoriale", il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cassino, Gianluca Giannichedda invece ha posto l'accento sulla legalità e la giustizia. Con parole dure, reali e veritiere, Giovanni Impastato ha raccontato la sua vita, partendo dall'infanzia e ha raccontato molti episodi, scritti da lui, nel suo libro "Mio fratello, tutta una vita con Peppino". Infine molti studenti hanno rivolto varie domande all'autore dell'opera.

L’intento della giornata, secondo le previsioni delle referenti del progetto, le docenti Maria Luisa Calabrese e Angela Fasulo, dell'IIS Medaglia d'Oro "Città di Cassino, è stato quello di approfondire, con gli alunni e i docenti delle scuole cassinati, i temi connessi all’educazione alla legalità, quali la storia delle mafie, l’importanza delle Istituzioni, il significato e il valore della memoria.

A seguire gli interventi del regista e dell produttore del film, rispettivamente Andrea Valentino e Aldo Rape. Hanno partecipato gli studenti delle seguenti scuole: Liceo Scientifico “Gioacchino Pellecchia”, IIS “Giosuè Carducci”, Liceo Varrone, IIS San Benedetto.

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