IL FATTO - Nel 2017 l'ex sindaco aveva proposto di candidare Cassino come Capitale Europea nel 2024, anno in cui ricorre l'80° anniversario del bombardamento. Il 5 ottobre del 2020 ci ha riprovato l'attuale assessore Grossi. Intanto qualche giornale fa confusione e bacchetta l'amministrazione, l'opposizione non cavalca la polemica: ecco perché
Divisi politicamente, uniti dalla stessa sorte: quella di non essere riusciti a far ottenere a Cassino il titolo di Capitale Europea della Cultura nel 2024, l'anno in cui ricorre l'80° anniversario del bombardamento e della distruzione della Città. Stiamo parlando di Carlo Maria D'Alessandro e Danilo Grossi, il primo già sindaco di Cassino, il secondo attuale assessore alla Cultura.
Andiamo con ordine: era il febbraio del 2017 quando l'ex primo cittadino attirò le attenzione anche della stampa nazionale e in un articolo ancora disponibile su Il Giornale spegava: "Nel 2024 ricorrerà l'ottantesimo anniversario della distruzione dell'abbazia di Montecassino e della città. Visto e considerato che la candidatura a Capitale europea della cultura deve avvenire sei anni prima della nomina ufficiale, abbiamo deciso di intraprendere l'iter per raggiungere questo obiettivo. Il tempo non ci manca e sono convinto che potremmo mettere in piedi un progetto credibile per la valorizzazione di questa porzione di territorio.
Il progetto non andò in porto e così nel 2020, esattamente il 5 ottobre, l'attuale assessore alla Cultura Danilo Grossi insieme all'allora presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini, annunciò di volerci riprovare: "Lavoriamo sin da adesso per proporre la candidatura di Cassino a capitale europea della cultura nel 2024, l’anno in cui ricorrerà l’ottantesimo anniversario della distruzione della città durante il secondo conflitto mondiale” esordì Grossi. "La Regione sarà al fianco al Comune per far sì che ottenga il riconoscimento di capitale europea della cultura, lo merita assolutamente” rincarò Buschini. L'ambizione sembra però essere di difficile realizzazione: già di recente, dopo i primi tentativi, dal Comune era trapelato che la strada non era facile in quanto prima del 2033 l'Italia difficilmente potrà ambire al titolo.
Intanto nella giornata di ieri il Ministero ha annunciato le 10 finaliste per l'edizione del 2024 della Capitale italiana della Cultura: Ascoli Piceno; Chioggia (VE); Grosseto; Mesagne (BR); Pesaro; Sestri Levante con il Tigullio (GE); Siracusa; Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento (SA); Viareggio (LU); Vicenza. Cassino, non pervenuta. Semplicemente perché non è mai stata candidata a capitale italiana della Cultura, bensì a Capitale Europea.
Qualche giornale ha fatto confusione e ha messo nel mirino gli annunci fasulli dell'assessore. Subito si è innescata la polemica social dalla quale si è tenuto bene alla larga l'opposizione consiliare e in particolar modo il consigliere Leone che nel 2017, quando era assessore e non andò in porto il progetto di D'Alessandro, ammonì i detrattori con queste parole: "Incredibile, si polemizza su tutto, anche quando dovremmo collaborare nel solo interesse della città. Ma è bene ricordare che le amministrazioni passano, la città resta. Cassino capitale della Cultura Europea è un progetto che non ha appartenenze. È un progetto patrimonio di tutta la città. Su questo dobbiamo ancora crescere. In bocca a lupo a tutti noi".
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