Il botto di Borgomeo e le botte tra sindaco e sindacati. Una giornata da non dimenticare

Il botto di Borgomeo e le botte tra sindaco e sindacati. Una giornata da non dimenticare
di autore Mario Costa - Pubblicato: 26-09-2021 00:00

OPINIONI - Il professor Mario Costa analizza quel che è successo giovedì scorso nella Consulta degli amministratori del territorio che si è svolta a Cassino: dalle scintille iniziali alla bomba finale

<strong>Mario Costa</strong>
Mario Costa

Già vicesindaco di Cassino

I sindacalisti e i sindaci presenti alla Consulta giovedì pomeriggio a Cassino

Capita pure, così come è capitato, che, alla vigilia di una importante riunione, qual è stata quella della Consulta dei sindaci su Stellantis, un sindacalista si sia lasciato andare ad una infelice dichiarazione alla stampa nella quale attaccava con tono censorio la “politica”. In particolare quella del luogo, ipotizzando passerelle elettorali. Cercando, poi, pure di negare ciò che del suo allusivo dire era stato puntualmente riportato e non smentito.

Così capita pure che Enzo Salera, il sindaco presidente della Consulta, sia stato costretto a rintuzzare quell’attacco, tanto gratuito quanto inopportuno, sul quale un altro collega sindacalista, intervenendo nel dibattito, si stava maldestramente sintonizzando. Lo ha dovuto fare, intanto per non farla passare liscia né all’uno né all’altro; poi per rimettere la discussione sul binario giusto.

Anche se fatto a muso duro, chiarito ciò che era comunque necessario chiarire, si è cominciato ad affrontare l’argomento all’ordine del giorno. Delle idee, alcune buone, altre meno, sono venute fuori. Comunque si è colto netto lo sforzo di ciascuno di portare il proprio contributo, tutti consapevoli che il momento che sta vivendo questo settore produttivo è assai delicato. In gioco c’è qualcosa di molto grande, qual è la sopravvivenza dello stabilimento di Piedimonte San Germano, di una buona parte dell’ intero settore industriale.

Il contributo molti sindaci lo hanno dato con il loro… silenzio. E restando presenti sino alla fine. Senza andar via alla spicciolata, come solitamente fanno in particolare alcuni, i quali pare abbiano sempre dell’altro da fare. Questa volta no. Anzi, tranne qualche inevitabile eccezione, son rimasti attenti ad ascoltare pazientemente qualcuno che occupa cariche più alte. Peraltro con discutibile adeguatezza al ruolo che occupa. Cosa che si sapeva e che pertanto non ha meravigliato più di tanto. Come non ha meravigliato il “mestiere” mostrato negli interventi da chi si nutre di “pane e politica” a partire dagli anni successivi al rispettivo svezzamento.

Si andrà avanti lungo una strada che è un po’ quella obbligata e che porterà l’11 ottobre al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico. Dal quale ci si aspetta molto, almeno quanto ad impegno del governo nazionale, ma sapendo pure che “di vertenze lì ne arrivano tante, ma tante sono irrisolte”. Nessuna illusione dunque, ma la consapevolezza che molto deve essere fatto qui. Senza abbandonarsi allo scoramento. Di momenti come questi ce ne sono stati anche in passato, con la crisi dell’allora Fiat, che stava per chiudere. Lo ha ricordato Giangrande della Uilm. Ma non chiuse perché da quella crisi si uscì grazie a innovazioni intelligenti, ad operazioni necessarie, ad una battaglia unitaria.

Nessuna illusione dunque che tutto possa risolverlo Draghi parlando con la sua autorevolezza ai cugini Francesi. Le multinazionali, è stato ricordato da Borgomeo, uno che di certe cose ha dimestichezza piena, fanno calcoli, tengono presenti i numeri, verificano e scelgono.

Non ci sono questioni politiche che tengano. Ma il presidente di Unindustria ha portato anche una salutare ventata di ottimismo. Ha ricordato che davanti allo stabilimento Stellantis, Fincantieri sta posizionando la prima fabbrica di batterie nel Lazio, “un moderno pozzo di petrolio”. E’ un’azienda di Stato. Si comprende bene così come una componentistica di qualità metta davanti a Stellantis un punto di forza enorme di questo territorio.

Il botto è arrivato quando l’esponente di Unindustria ha annunciato il progetto di un investimento di 100 milioni di euro nel distretto dell’automotive. “Saremo noi con questo modello e abbassando i costi di produzione – ha detto - a mandare il vero messaggio a Stellantis dicendo che qui ci sono le batterie, c’è la componentistica per fare l’elettrificazione, i nuovi materiali per fare le bioplastiche, le risorse economiche. Quindi ti conviene rimanere”. Altrimenti potranno venire altri. Se Stellantis andrà via perché la produzione dovrà essere per forza solo francese, non dovrebbe mancare chi sarà interessato a venire qui, su questo territorio.

Sarà! Comunque mai botto fu così gradito a orecchie umane!

Il messaggio però è stato chiaro: non fidare solo nel Mise, e abbandonarsi alla illusione che altri risolvano il tutto. Tocca a chi opera qui ridare competitività al territorio e dimostrare che ci sono aziende eccezionali, forza lavoro qualificata, molto motivata, gente che sa lavorare, che sa stare nelle fabbriche, che conosce la sicurezza sul lavoro. Speriamo bene.





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