Sos cinghiali, agricoltori pronti alla protesta in piazza

Sos cinghiali, agricoltori pronti alla protesta in piazza
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 02-08-2021 00:00

IL FATTO - Campi devastati, danni ingenti. Questa mattina un incontro tra una delegazione di coltivatori e il sindaco Salera. Non si esclude una mobilitazione con i trattori a Cassino nei prossimi giorni

I campi devastati dai cinghiali

Gli agricoltori sono allo stremo. L’emergenza cinghiali non accenna a diminuire. Anzi, si espande. E sono sempre di più i campi distrutti. Un'emergenza di carattere regionale che non risparmia nessuno, tant’è che, di recente, è stato il consigliere regionale del Lazio della Lega, Pasquale Ciacciarelli, a chiedere interventi risolutivi al presidente Zingaretti. Una battaglia politica che si gioca sullo sfondo di una tragedia vera.

La tragedia dei coltivatori messi in ginocchio prima dall'emergenza Covid e ora dalle coltivazioni distrutte dai cinghiali. Anche a Cassino la soglia di sopportazione è stata ormai superata per questo proprio questa mattina una delegazione di coltivatori incontrerà il sindaco della città, Enzo Salera. “Fino ad oggi è stato l’unico che ha cercato di trovare una soluzione al problema, i vari enti se ne sono fregati con svariate prese in giro” spiega uno dei coltivatori che questa mattina prenderà parte all’incontro.

Quale, il motivo del vertice? Gli agricoltori sarebbero decisi a fare una protesta clamorosa, scendendo in piazza a Cassino con i trattori già nei prossimi giorni. Una protesta simbolica per sensibilizzare tutti al problema. Per far sì che si possa giungere davvero ad una soluzione. “Abbiamo fatto una serie di riunioni con la Provincia, con l’Atc (ambito territoriale caccia), con alcuni comuni. Fatto sta - si sfogano i coltivatori - che la politica, le istituzioni preposte, ancora non riescono ad individuare la soluzione”.

Una delle proposte fatte dai coltivatori è stata quella di aumentare i controlli per limitare i danni. oppure un’apertura straordinaria della caccia. Su questo versante ci sarebbe, però, una certa resistenza da parte dei cacciatori. Il problema dunque permane, e non è il solo. “Anche istrici e tassi ultimamente invadono i terreni” dicono i coltivatori “ma su questo versante non si può fare nulla perché sono specie protette: anche in questo caso sarebbe però il caso di andare a rivedere la normativa”. I coltivatori chiedono dunque risposte immediate per evitare danni peggiori di quanti ne abbiano già subiti fino ad oggi.





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