OPINIONI - Consiglieri solerti e prolifici a chiacchiere sui social quanto infecondi in fatto di presenze anche in occasioni che, nel rispetto del consenso ottenuto, dovrebbero onorare. La riflessione del professor Mario Costa sulla giornata del 18 maggio a Cassino
Alla fine, sulla vicenda delle vittime delle “marocchinate”, il buon senso, la ragionevolezza, l’intelligenza a non perdere di vista il motivo vero, autentico, nobile, di un momento collettivo di rievocazione e di condanna di una delle pagine più buie del secondo conflitto mondiale, hanno avuto il sopravvento sull’irrefrenabile desiderio di alcuni di soffiare comunque sul fuoco della polemica e della strumentalizzazione ad ogni costo.
Dall’ “alto” della nostra età (ahinoi!), con personale soddisfazione, lo abbiamo colto, tale lodevole spirito, nella manifestazione pomeridiana tenutasi davanti al monumento ai Caduti. L’avevano indetta con largo anticipo i ragazzi di Gioventù Nazionale lì, in piazza De Gasperi. Avevano invitato il Sindaco e la sua amministrazione.
Enzo Salera, impegnato a Montecassino con i Polacchi in un giorno particolarmente significativo nella storia di questo popolo, si è fatto rappresentare dal suo vicesindaco. Francesco Carlino si è presentato con la fascia tricolore, accompagnato dagli assessori Maccaro, Volante e Venturi. Ha fatto il suo intervento a nome dell’amministrazione comunale, condannando senza se e senza ma le inqualificabili nefandezze dei goumiers marocchini.
Ha opportunamente ricordato la cittadinanza onoraria alla memoria conferita nel settembre dello scorso anno dall’Amministrazione a Maria Maddalena Rossi, la parlamentare comunista che agli inizi degli anni cinquanta denunciò gli stupri ad un parlamento di maschi (erano solo 21 le deputate donne), riottosi a recepire discorsi di natura così scabrosa per quei tempi. Ella si batté perché fosse riconosciuto alle vittime un indennizzo. Cosa che avvenne, pur se molte, per vergogna, preferirono tenere nascosta l’onta subita.
E’ stato un discorso, quello del vicesindaco, senza alcuna ombra di polemica, così come lo sono stati quelli dei giovani del fronte opposto di Gioventù Nazionale, pur se separati da incolmabile distanza politica. Ha prevalso in tutti la serietà della ragione che li aveva chiamati ad essere lì, davanti a quel monumento, a rendere omaggio alle vittime delle marocchinate.
C’è stata qualche iniziale eccezione (ma come poteva mancare?), una voce venuta da fuori, comunque rimasta isolata, che non ha turbato il clima giusto per tale significativo appuntamento. Che ha visto giovani (e qualche meno giovane) uniti in una condanna comune per un crimine da non dimenticare ma da tener vivo nella memoria collettiva. Indipendentemente dal credo politico di ciascuno. Il minuto di raccoglimento in memoria delle vittime e la deposizione del fascio di fiori hanno suggellato il momento.
Un particolare da non far passare sotto silenzio, perché, a nostro avviso, assai significativo. La Questura, temendo forse disordini, d’intesa con il Commissariato di Cassino, aveva predisposto un servizio di controllo alquanto consistente. Presente la Commissaria, Giovanna Salerno, in prima persona, erano arrivati rinforzi anche da Frosinone. Tutto invece si è svolto in maniera tranquilla, nella dovuta correttezza perché su tutto ha prevalso il rispetto per una cerimonia dall’alto significato e la solennità della ragione alla base di quell’adunata.
In mattinata c’era stata una analoga cerimonia, con la stessa finalità, tenuta dal sindaco, da assessori e consiglieri di maggioranza. Parlare di numeri, di differenza di presenze, come fatto da qualche parte, lascia il tempo che trova. Forse se partecipasse più gente sarebbe senz’altro meglio. Ma è questo un discorso da fare a parte. Per ora ci limitiamo a segnalare l’assenza, sia alla cerimonia del mattino che a quella del pomeriggio, di quei consiglieri così solerti e prolifici a chiacchiere sui social e a scrivere interrogazioni, quanto infecondi in fatto di presenze anche in occasioni che, nel rispetto del consenso ottenuto, dovrebbero onorare. Merito, questa volta, a Franco Evangelista, il solo consigliere dell’opposizione ad aver assicurato la presenza, sia pur timida.
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