I FATTI - L'omaggio agli Alleati che combatterono nella Battaglia di Cassino del 1944 si trasforma in un boomerang. Il centrodestra: "Avete dimenticato le marocchinate? Vergogna!" Il Comune costretto alla retromarcia, l'associazione promotrice del progetto si scusa con chi si è sentito offeso. Ma la polemica ancora non si placa
La Rocca Janula s’illumina di blu e in città si scatena il finimondo. Cosa è successo, esattamente? Proviamo a mettere in fila i fatti in ordine cronologico
IL PROGETTO
Lunedì 10 maggio dall'associazione “Terraferma” viene diramato il seguente comunicato: “Tanti colori, tante bandiere ma tutte unite dal desiderio di rinnovare un legame di pace nato in tempo di guerra. È questo il messaggio che il progetto “Luci della Fratellanza” intende lanciare partendo dalla Rocca Janula: per il secondo anno consecutivo dall’11 al 19 maggio, in concomitanza con quelle che saranno le commemorazioni presso i cimiteri militari del nostro territorio, Tiresia Film, in collaborazione con le associazioni Terraferma, EARLab e con il patrocinio del Comune di Cassino, provvederà ad illuminare uno dei monumenti più importanti della città e alternativamente anche le sue chiese che hanno aderito al progetto. “Il nostro intento è quello di illuminare anche i cimiteri monumentali ,oltre le chiese e il comune, il tutto contemporaneamente: immaginate il centro della città in uno spettacolo unico di luci e proiezioni. Il nostro desiderio sarebbe stato farlo già quest'anno ma la pandemia ci ha rallentato”, afferma Riccardo Di Cicco, presidente di Tiresia Film.
LO START
Pronti, via: il 12 maggio Cassino si veste di bianco e blu per ricordare gli Stati Uniti d’America, memore del coraggio e della perseveranza mostrate dai suoi uomini sul campo di battaglia. Applausi, like, pollice alto. Nessuna reazione. Il giorno seguente si bissa. Il 13 maggio si veste di rosso e blu per ricordare il sacrificio delle truppe britanniche nella Battaglia di Cassino. Applausi, di nuovo. Quindi si procede. Il 14 maggio Cassino veste la Rocca Janula di blu per ricordare gli alleati francesi che combatterono nella Battaglia di Cassino. Questa volta niente applausi, si scatena il finimondo. Per quale motivo? Il primo a spiegarlo è l’ex sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro.
PARTE IL BOMBARDAMENTO
L’ex sindaco dà fuoco alle polveri. E spiega: “Ho sperato fosse uno scherzo. Magari è l'azzurro dei colori del Cassino, invece celebrano le truppe francesi ... e gli stupri? E le violenze? Ma un Bignami a casa lo tenete? Ma cosa vuoi aspettarti da chi nel 2012, da assessore, portò la fascia e il gonfalone della città di Cassino alla commemorazione a Venafro presso il cimitero francese?”
Gli fa eco Emilia Ferraro. Scrive la figlia dell’ex sindaco: “Non so se questa mattina in me prevalga di più il sentimento della delusione e dell'amarezza in luogo di quello della rabbia. E viceversa. È ancora indelebile in me il ricordo dei racconti di mio padre, Antonio Grazio Ferraro, già sindaco di Cassino ma per tutti solo Totonno, che si impegnò come tanti altri per porre fine a quella immane tragedia che tutti conosciamo come marocchinate. O meglio, credevo che tutti la conoscessimo, invece devo prendere atto che l'amministrazione comunale di Cassino guidata da Enzo Salera sia completamente all'oscuro di quanto accaduto su questo territorio più di 75 anni fa. Alla amarezza e alla rabbia subentra l'indignazione istituzionale, ed anche l'incredulità di fronte a tanto scempio che non ha precedenti e, soprattutto, non ha alcuna giustificazione. Da mamma, donna, figlia di una istutuzione, chiedo scusa a tutte le vittime della violenza delle truppe francesi per questa macchia, indelebile, sulla mia città, perché sono certa che chi dovrà farlo, non lo farà, perché la sua saccenza supera la vergogna.
Grazie a Dio oggi è un altro giorno, e l'alba ha cancellato i colori della vergogna”.
L’OPPOSIZIONE S’INFILA
L’opposizione consiliare allo stesso modo bacchetta il primo cittadino: “L'omaggio del Comune di Cassino ai Goumiers, i soldati francesi che hanno partecipato alla battaglia per la liberazione di Cassino e Montecassino ma che si sono anche resi protagonisti di indicibili episodi di violenza, ci è sembrato un vero e proprio schiaffo alla dignità di un popolo, quello ciociaro, che nel 1944 è stato vittima di uno dei fatti di cronaca più indegni e vergognosi che la storia della Seconda Guerra Mondiale possa ricordare: le marocchinate. Illuminare la storica Rocca Janula di blu si è sembrato un gesto di spregio verso quelle donne, quegli uomini, quei bambini e persino verso un sacerdote che in quei terribili tre giorni hanno subito, patito oppure visto violenze senza fine. Chiediamo Scusa noi della minoranza ai sindaci Esperia, Pontecorvo, Vallecorsa, Fondi, Ceccano, Ausonia, Coreno Ausonio, Castro dei Volsci e tutti quei paesi che hanno dovuto patire l'onda dello stupro di guerra. Cassino ha avuto un grande sindaco, Antonio Grazio Ferraro, che solo a tarda età ha avuto il coraggio di raccontare quello che fu costretto a vedere sui monti di Castro dei Volsci quei maledetti giorni del 1944. La sua testimonianza è racchiusa in un libro che evidentemente i componenti dell'amministrazione Salera non hanno mai letto”. Firmato: Giuseppe Golini Petrarcone, Francesco Evangelista, Massimiliano Mignanelli e Salvatore Fontana.
Arrivano bordate anche dall’opposizione extraconsiliare. I Coordinamenti cittadini di Forza Italia e Azzurro Donna delle province di Frosinone e Latina tuonano contro il Sindaco di Cassino: “Siamo profondamente indignati da questo gesto, che offende non solo la memoria delle migliaia di vittime di quella mattanza, che oggi ben conosciamo e che non possiamo più ignorare, ma che è un vero e proprio insulto verso tutti noi che ci battiamo da anni per conferire il meritato tributo a queste vittime, che ricordiamo ogni anno proprio in questi giorni. È sale sulle ferite ancora aperte di tanti paesi di queste province”. Poi a mobilitarsi sono anche i sindaci di alcuni paesi limitrofi, tra cui quello di Ceccano, Caligiore, che chiede le dimissioni di Salera.
Su tutti chiosa il consigliere regionale della Lega Paquale Ciacciarelli: "È un oltraggio a tutte le vittime delle marocchinate! Mi riferisco all’ultima azione infelice dell’amministrazione di Centrosinistra a Cassino, guidata da Enzo Salera. Si è deciso di illuminare la Rocca Ianula in onore dei goumiers, che hanno combattuto la battaglia di Cassino, questo a pochi giorni dal 18 maggio, data individuata dall’ANVM come della memoria delle vittime delle marocchinate. Forse il sindaco dimentica che si tratta degli stessi che seminarono violenza, morte e distruzione ai danni degli uomini, delle donne e dei bambini della nostra terra. Sono indignato. Salera chieda immediatamente scusa!"
LA VERSIONE DEL SINDACO
A quel punto il primo cittadino di Cassino non può più tacere. Affida alla pagina facebook la sua versione dei fatti. E argomenta: “È nata una polemica nel corso della serata di ieri in merito al progetto le Luci della Fratellanza, un progetto della Tiresia film e dell'associazione Terraferma.
Il progetto mirava e mira a portare all'attenzione la vicinanza della città di Cassino a tutti i popoli del mondo, tutti coloro che hanno lottato sul nostro territorio, soprattutto in un momento in cui tante persone non possono essere qui nella nostra città come ogni anno a causa della pandemia.
È stato fatto un grande errore dall'associazione Terraferma nel momento in cui nella giornata di ieri la Rocca Janula era illuminata con i colori della Francia hanno parlato apertamente e con leggerezza di Goumiers. È chiaro che quanto successo 77 anni fa e le terribili violenze che sono state esercitate su donne uomini e bambini dai Goumiers sul nostro territorio sia stato qualcosa di terribile e che restano ancora oggi una ferita ancora aperta; averne parlato in questo modo, con questa leggerezza penso che sia stato un errore da cui mi dissocio con fermezza.
Cassino è e deve restare una città di pace e di fratellanza, Cassino vuole essere la città della fratellanza e sono sicuro che obiettivo delle associazioni non era certo quello di creare polemiche ma di costruire un progetto di fratellanza.
Per questo motivo sono sicuro si scuseranno, come ho fatto io per questo errore che hanno fatto”.
LE SCUSE DELL'ASSOCIAZIONE
L’associazione “Terraferma”, chiamata in causa, ha quindi diramato una nota nella quale si è scusata con chi si è sentito offeso. Si legge nel comunicato: “Le luci della Fratellanza è un progetto promosso da associazioni e di cui il Comune non è responsabile. L’intento di questo progetto era ed è guardare al futuro con un senso di perdono e pace e non assolutamente di "celebrare" una triste pagina della nostra storia ma ricordare per non dimenticare.
Da quando è nata Terraferma si impegna a raccontare il territorio, ad ascoltare le voci del presente e del passato che ne delineano la storia, le tradizioni, la cultura, le persone.
Abbiamo incontrato nel tempo tante persone, abbiamo raccontato tante storie, abbiamo citato tante fonti che abbiamo ritenuto autorevoli.
Purtroppo nell’occasione dell’illuminazione della Rocca Janula, la nostra citazione da una fonte autorevole, estrapolata dal suo contesto, ha avuto un risultato che abbiamo sottovalutato e ce ne dispiace.
Ci scusiamo perché inconsapevolmente abbiamo ferito chi durante la guerra ha già subito: non era nostra intenzione celebrare una pagina triste della nostra storia, bensì “riportare” dei fatti accaduti in una precisa data coerentemente con un piano editoriale stabilito.
La storia non può essere cancellata, ma solo studiata e meditata perché l'umanità impari a convivere, a perdonare, a riconoscere i propri errori e da essi costruire, come Cassino ha fatto dalle sue macerie.
Il nostro intento, come quello delle associazioni che procedono alle commemorazioni in tutti i cimiteri militari del territorio, incluso quello tedesco, è di fare in modo che le generazioni che hanno vissuto dopo la guerra imparino a vivere in uno spirito di fratellanza, nonostante il passato.
Nulla può cancellare il dolore e nulla può annullare quanto accaduto.
La guerra e la battaglia di Cassino ci hanno lasciato episodi terribili, una scia di sangue, morte e violenza che ancora oggi è una ferita aperta.
Eppure quella storia va raccontata e la citazione da una ben nota fonte era appunto una descrizione storica che, lungi dall'essere celebrativa, voleva essere un resoconto riferito proprio al 14 maggio. Purtroppo la sua lettura, fuori dal suo contesto, non è stata felice.
Molti veterani e i loro congiunti sono tornati su questa nostra terra per ripercorrere ciò che è stato. Da ogni dove, come fu 76 anni fa. La violenza va sempre condannata, a chi viene dopo l'arduo compito di non continuare ad alimentare l'odio che è il seme di tutte le guerre.
Lo spirito del progetto è quello di riuscire un giorno a riunire gli eredi di coloro che qui hanno combattuto e anche perso la vita perché, guardandosi negli occhi, non si percepiscano più come nemici ma fratelli.
La pace non è mai facile da costruire, è fragile ed è affidata al nostro grande limite umano, ma educare alla pace è un nostro dovere come raccontare quanto accaduto perché possa non accadere mai più”.
Fine della storia? Per alcuni si, per altri no. C’è chi continua a puntare il dito contro l’amministrazione comunale per il fatto che non si è assunta in pieno le responsabilità ma ha fatto lo scaricabarile sull'associazione. Il sindaco, dal canto suo, non rilascia altre dichiarazioni oltre quella della giornata. Questi sono i fatti.