ECONOMIA - A rendere noti i numeri è la Uil Lazio: bisogna tornare indietro di trent'anni per trovare un dato peggiore. La Ciociaria si difende meglio ma resta sempre la Provincia in maggiore sofferenza nella Regione. Tutte le cifre dell'emergenza lavoro
E' la situazione peggiore dell'ultimo trentennio. Si presenta così l'occupazione nella nostra Regione dove il Covid 19 ha avuto un impatto devastante che ha portato alla sparizione di ben 47 mila posti di lavoro e a un decremento di oltre il 2% rispetto all'anno precedente.
A farne le spese e soprattutto il mondo del terziario, il più coinvolto nelle chiusure e nei provvedimenti di sospensione delle attività. Basti pensare ai settori dei servizi alla persona, alla ristorazione e all'intera filiera turistico - ricettiva che, tranne la breve pausa estiva, hanno visto azzerare o quasi la propria attività. Tanto che tra il 2019 e il 2020 hanno registrato una perdita di 62 mila unità, concentrati soprattutto nei settori del commercio, dell'alloggio e della ristorazione.
Per avere una contrazione analoga bisogna retrocedere fino al 1994, anno di svalutazione della lira. Questo quanto emerge dal dossier sull'occupazione al tempo della pandemia elaborato dalla Uil del Lazio e dall'istituto di ricerca Eures, sulla base dei dati Istat. All'interno della regione è la Capitale a perdere il maggior numero di occupati (-2,8%), seguita da Rieti (-1%), Latina (-0,6%) e Viterbo (-0,3%), mentre un netto incremento del tasso di occupazione si rileva a Frosinone ( 2,3 punti), il cui tasso (50,5%) resta tuttavia il più basso della Regione.
Sono ancora una volta le donne a pagare maggiormente i costi della pandemia: tra il 2019 e il 2020, infatti, le lavoratrici nel Lazio sono diminuite del 3,1%, riducendosi di 33 mila unita, a fronte di una flessione più contenuta tra gli uomini, pari al meno 1,1%. Ciò significa una contrazione del tasso di occupazione, pari a -1,5 punti percentuali (dal 53,6% al 52,1%) a fronte di -0,5 punti tra gli uomini (dal 69,1% del 2019 al 68,6%), raggiungendo il gender gap i 16,5 punti (era pari a 15,5 nel 2019).
"Una situazione allarmante- commenta il segretario generale della Uil Lazio, Alberto Civica- cui bisogna porre rimedio al più presto. Sono migliaia purtroppo i lavoratori che hanno assistito improvvisamente al crollo della propria attività senza poter fare nulla.
Molti di loro hanno chiuso definitamente, altri cercano di sopravvivere anche grazie ai ristori che oltre pero a non rappresentare una soluzione sono stati spesso incostanti e non accessibili a tutti. Basti pensare ai tanti lavoratori precari la cui scadenza del contratto ha coinciso con l'inizio della pandemia e che quindi non hanno potuto beneficiare dei provvedimenti del Governo, passando così dalla precarietà alla disoccupazione vera e propria".
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