"Quattro passi in Ciociaria" - Monte Cairo: un sentiero nel cuore della Seconda Guerra mondiale

"Quattro passi in Ciociaria" - Monte Cairo: un sentiero nel cuore della Seconda Guerra mondiale

RUBRICHE - Sono passati 77 anni dal 15 Marzo, e la memoria della distruzione di Cassino è ancora viva in città e nei luoghi che hanno conosciuto la Seconda Guerra mondiale, tra questi Monte Cairo. In viaggio tra storia e natura con Giulia Zaccardelli

<strong>Giulia Zaccardelli</strong>
Giulia Zaccardelli

La natura come fonte inesauribile di conoscenza. Che è piacere. Che è conoscenza.

Non sono ancora le 8.00 del mattino, ed è sereno il cielo che attende chi si sveglia a Cassino il 15 Marzo 1944.

Dalle 8.00 in poi, caos, esplosioni, frammenti, polvere, macerie, distruzione e morte polverizzano una città già in ginocchio. Il 15 marzo il cielo di Cassino non si schiarisce mai, perché se prima sono i bombardieri, i cacciabombardieri e gli esplosivi a dipingere con il gas un quadro di desolazione e disperazione, in serata è la pioggia a sorprendere chi ha ancora la forza di alzare gli occhi al cielo.

Cassino è una pedina in mano degli alleati: gli anglo americani bombardano per consentire ai neozelandesi di colpire a sorpresa i tedeschi, confusi dalle esplosioni. Tuttavia, la pioggia e le macerie impediscono agli alleati di trovare punti di riferimento per avanzare, mentre i tedeschi possono sfruttare il vantaggio aereo dei paracadutisti. La battaglia va avanti fino al 23 Marzo, quando i neozelandesi ritirano le truppe. Bisogna aspettare maggio perché i polacchi riescano a sconfiggere definitivamente i tedeschi.

Che, nel frattempo, sono accampati su Monte Cairo.

Camminare sui sentieri di Monte Cairo oggi significa ripercorrere una pagina di storia molto dolorosa, ma anche intrisa di strategia e coraggio. Qui passa la linea Gustav, una postazione difensiva ed armata dei tedeschi che taglia di lungo l’Italia centrale. Oggi ci appare un territorio isolato e selvaggio, e della presenza dei soldati rimangono le case costruite nel 1943, per ospitarli durante la guerra. 

I tedeschi scelgono Monte Cairo perché offre una posizione strategica su Montecassino. Proseguendo sul sentiero, infatti, scopriamo un punto più esposto che domina sulla valle sottostante, e dritta davanti ai nostri occhi c’è proprio l’Abbazia.

Continuando a camminare, ci imbattiamo nei ricoveri sotterranei, caverne protette da grosse pietre e dalla terra, in cui i soldati hanno trovato riparo durante la battaglia del Belvedere, vera e propria guerra di posizione che i francesi e gli algerini hanno combattuto contro i tedeschi per sfondarne le linee difensive.

La natura è protagonista di questo luogo così misterioso, nel cui silenzio si può immaginare tutta la tensione e la paura vissuta dai soldati che qui hanno combattuto per salvare la propria patria. Ci inoltriamo in un bosco di pini neri e continuiamo la salita verso la cresta. Con passo deciso e piedi ben saldi, usciamo dalla foresta e ci appare un paesaggio spoglio, con pietre carsiche ad adornarlo. Arrivati in cima, ci attendono la croce e la vista sulle Mainarde e i monti della Meta, se la foschia non nasconde il panorama. Terelle, Montecassino e la guerra sono solo un ricordo.

Un ricordo che attende il nostro ritorno.

Fare un’escursione in luoghi che hanno conosciuto tanta violenza, dolore e paura è sempre molto suggestivo e catartico. Emozioni così forti lasciano il segno nella terra. E non lasciano indifferenti gli animi che la percorrono. Monte Cairo è rimasto lo stesso luogo isolato della guerra, quasi volesse custodire un segreto. Un segreto che attende cuori coraggiosi per svelarlo.





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