Fca, addio bus aggiuntivo: operai costretti a viaggiare senza distanziamento

Fca, addio bus aggiuntivo: operai costretti a viaggiare senza distanziamento
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 06-03-2021 00:00

IL FATTO - Fino al 31 dicembre c'era un pullman Gran Turismo oltre a quello Cotral, da due mesi la corsa è stata eliminata. L'ira dei lavoratori e dei sindacati: "E' così che le istituzioni vogliono tutelarci?" Pierluigi De Filippis: "E' una vergogna, non ci sono parole, ci siamo rivolti a tutti ma nessuno interviene. E poi pontificano invitandoci al distanziamento e ad evitare gli affollamenti"

Già dalla scorsa estate, quando la produzione all'interno dello stabilimento Fca era tornata a pieno regime dopo il lockdown primaverile, i sindacati - ed in particolar modo la Fiom-Cgil con il responsabile salute e sicurezza Pierluigi De Filippis - misero in guardia sul fatto che su uno degli autobus che trasportava gli operai nello stabilimento non c'era l'adeguato distanziamento previsti anche dalle norme governative. Dopo mesi di battaglie, una vittoria: in autunno è stato affiancato al bus della Cotral (tratta Fiuggi-Fca) anche il pullman Gran Turismo di una società privata. Problema risolto, dunque, fino alla fine del 2020.

E ora? Ci risiamo. Da gennaio il pullman dell'azienda Cialone è stato soppresso e la tratta Fiuggi-stabilimento Fca di Cassino è garantita solo da un bus della Cotral che ha una capienza di 54 posti. Essendo una tratta extraurbana, e viaggiando anche in autostrada, non sono conteggiati i posti in piedi (come per le tratte urbane ed i percorsi inferiori a 15 minuti), dunque l'autobus, per garantire l'adeguato distanziamento, dovrebbe viaggiare al 50% delle possibilità. Sul bus, invece, viaggiano in media 48 operai al giorno. Praticamente è pieno quasi al 100%.

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A lanciare l'allarme questa volta non è più solo il sindacato, ma sono direttamente i lavoratori. "E' una vergogna quello che sta succedendo - si sfoga un operaio - . Ci sono soggetti fragili che viaggiano con noi e che sono costretti a venire al lavoro in macchina per non rischiare di prendere il virus. L'autista ci dice che non può lasciare nessuno a piedi: e lo capiamo, la colpa non è sua. Ma perchè la regione Lazio non ci ascolta e non mette un bus in più? Ci parlano di distanziamento, ci invitano a non fare assembramenti, si raccomandano tutti i giorni, e poi ci fanno viaggiare in queste condizioni: dovrebbero solo vergognarsi".

Altri lavoratori lamentano: "Ci siamo rivolti anche al prefetto visto che la Regione non ci ha fornito risposte, ma ancora nulla. Dalla Cotral ci hanno consigliato di prendere gli altri bus che partono da Frosinone o dalle altre città del Nord della Ciociaria, che viaggiano con meno persone a bordo. Ma tutto ciò è inaccettabile. E' inaccettabile che dobbiamo rischiare di contagiarci mentre andiamo a lavoro perchè non si riesce ad avere un autobus in più".

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Pierluigi De Filippis, Rls della Fiom, tuona: "Ci siamo rivolti a Fca, alla Cotral, alla Regione Lazio, alle forze dell'ordine. Ora non sappiamo più cosa fare. Non ci sono più parole. E viene la rabbia quando sentiamo l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato che pontifica invitandoci al rispetto del distanziamento e ad evitare gli assembramenti. E la Regione cosa sta facendo per evitare questi, di assembramenti?"





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