Covid 19: passione ed equilibrio, la ricetta base per difendere la scuola

Covid 19: passione ed equilibrio, la ricetta base per difendere la scuola
di autore Redazione - Pubblicato: 16-02-2021 00:00

L'EVENTO - Le parole chiave per un “San Valentino della Cultura” diverso dagli altri, nel giorno del compleanno del preside Antonio Di Zazzo

Antonio Di Zazzo e Peppino Grossi in una
manifestazione culturale negli anni 70

Quest’anno, causa covid, il san Valentino della Cultura vive una realtà anomala, anzi no, normalissima, data l’anomalia della situazione in generale. E’ nata tre anni fa la manifestazione  culturale che vuole parlare ai ragazzi in nome del preside, nel giorno del suo compleanno, e che prevede delle lezioni aperte ad un pubblico studentesco e non. Quest’anno è stata scelta una modalità di presenza viva. Non in DAD, tanto attuale quanto abusata, ma attraverso la voce viva dei suoi amici. Parleremo in questo spazio, da tre anni a lui dedicato, del mondo della scuola. La Scuola, secondo il suo pensiero, fonte inesauribile di passione ed idee innovative, ma anche fonte di grande preoccupazione e impegno per chi la vive in questo tempo infausto.

Abbiamo chiesto ad autorevoli amici uno sguardo critico sull’operato di colui che è stato alla guida del Liceo Artistico, della scuola media di S. Apollinare, della Diamare,  e della San Benedetto poi, oltre che artista a tutto tondo. Un preside che fece della passione e dell’equilibrio gli strumenti fondamentali per raggiungere grandi e piccoli obiettivi educativi e culturali: dall’avvolgibile della finestra accomodata di persona, al forno di ceramica voluto fortemente nella Scuola Media Diamare, fino all’   “invenzione” di un nuovo Liceo, di respiro europeo, attuato insieme all’ impegno  dell’Abbazia di Montecassino, che ha posto tutta la sua fiducia in lui.

Diamo la parola a chi ne ha da spendere per questo compleanno così particolare, dove il festeggiato è presente nei suoi innumerevoli insegnamenti lasciati a chi sa coglierne il senso, e in chi lo ha avuto accanto nel perseguire, nel mondo della cultura intesa nel senso più ampio possibile, strade nuove sempre  da aprire, da immaginare, e quindi da lasciar percorrere “agli altri che verranno”, cioè a tutti noi. 

Il primo regalo è arrivato dall’ istituzione religiosa e culturale tra le più prestigiose d’Europa, l’Abbazia di Montecassino, e dalla Fondazione Scuola San Benedetto, attraverso un’unica autorevole voce, quella gentile e acuta di Dom Luigi Di Bussolo, che ci saluta con queste parole: “In questo tempo, la scuola soffre per le numerose limitazioni alla socialità. E’ necessario guardare all’esempio dei maestri come il preside Di Zazzo, che hanno fondato la loro missione educativa sull’importanza delle relazioni e del confronto all’interno della scuola. Non ci arrendiamo, ma continuiamo ad investire sulla fragilità dei sogni dei giovani, aprendoci all’imprevedibilità di Dio”.

Nel mondo della laicità troviamo amici di ampio spessore culturale, appassionati amanti della scuola e della cultura, che conservano di lui, visioni da prospettive proprie e peculiari. Preziosa è la testimonianza dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Concetta Tamburrini, nelle sua duplice veste di insegnante e di amica:” Se dovessi racchiudere in un’unica frase l’impronta che il Preside Di Zazzo ha lasciato nella mia vita, userei sicuramente queste parole: tutto è arte se in quel “tutto” c’è passione. 

Sia che si parlasse delle più alte sfide educative o della semplice quotidianità, se alla base c’era la passione tutto si trasformava in un avvincente racconto che sembrava far vivere ogni cosa in una dimensione completamente nuova. 

E così, a distanza di anni, proprio grazie a quella passione, si alternano in me ricordi ancora vivi delle sue parole.

Ricordi che spuntano nella mie giornate quando meno me lo aspetto, e che possono riguardare indifferentemente sia alte riflessioni pedagogiche sia semplici ricette di cucina: in ogni caso ciò che il ricordo fa emergere viva e ancora pulsante, è la passione che caratterizzava ogni attimo ed ogni azione della sua vita. 

E all’improvviso mi rivedo con lui intorno ad un tavolo nell’arte di progettare la nascita del Liceo Europeo a Cassino, e subito dopo nella sua casa di Vallevona dove, mentre cucinava per tutti noi docenti, mi spiegava l’arte di esaltare il sapore della verdura. Sia che si trattasse di un progetto lungimirante, capace di raccogliere le sfide del futuro e di rispondere alle esigenze di internazionalizzazione disegnate dalla Comunità Europea, o  di cucinare bene una semplice verdura per condividere insieme un piatto succulento e pieno di tradizione, tutto era vissuto con “arte” e trasmesso “con passione”, perché tutto doveva servire a creare una rete di relazioni vissute, le sole che davvero riescono a rendere speciale ogni momento della nostra vita riempiendolo di bellezza. 

Quando una persona è stata capace di entrare in modo così forte nella nostra vita, allora quella persona non si ricorda: quella persona, il mio Preside, si “rivive” ogni volta che il suo pensiero fa capolino nella nostra quotidianità”

Un grazie particolare, è rivolto al Preside Peppino Grossi, che da sempre riveste un ruolo fondamentale, nel rappresentare al meglio le istanze culturali di questo territorio, con la sua lucida e disincantata visione e la pacata leggerezza con cui naviga nel profondo delle nostre umane imperfezioni, che ci ha donato un suo    caro e intenso pensiero. “Il preside Antonio Di Zazzo se ne andò alcuni anni fa, nel cordoglio della cittadinanza intera. E’  stato (e rimane) un personaggio di spicco nel panorama culturale cassinate, nel quale, soprattutto nella veste di presidente della “Dante Alighieri”, si distinse come promotore ed organizzatore di conferenze e dibattiti ai quali partecipavano, spesso, personalità culturali di livello nazionale. Ma è nell’ambito scolastico che si svolse l’attività precipua che caratterizzò la sua lunga e operosa vita: Antonio Di Zazzo fu, soprattutto, uomo di scuola, e lo fu nel senso più vero e profondo della parola, perché sosteneva la nativa vocazione pedagogica ed educativa con un entusiasmo e un equilibrio non comuni. E devo dire che furono il suo entusiasmo e il suo equilibrio che mi colpirono particolarmente quando lo conobbi bene (superficialmente lo conoscevo da sempre) in quei tre anni che passammo insieme al Liceo Scientifico di Cassino sotto la direzione del compianto e mai dimenticato preside Gioacchino Pellecchia.  Di Zazzo insegnava italiano e latino ed era vice-preside, ma, in maniera non ufficiale, controllava anche la segreteria: il preside si fidava ciecamente di lui e delle sue conoscenze amministrative (il futuro preside Di Zazzo aveva fatto il primo  ingresso nel mondo scolastico come segretario del Liceo “Carducci” di Cassino), e gli aveva affidato questo ulteriore compito.

 Alla presidenza il professore Di Zazzo arrivò forte delle sue conoscenze amministrative e dell’esperienza didattica, e le mise al servizio di una innata capacità direttiva ed organizzativa. Erano sempre vivi in lui entusiasmo ed equilibrio: del primo si servì per motivare i suoi insegnanti e i suoi collaboratori, del secondo per creare nella scuola (diventata, con il passare del tempo, la sua seconda famiglia) un clima disteso e sereno.

 Ora, sarebbe in qualche misura incompleto il suo pur breve  ritratto, se non mettessi nella luce che merita un’altra attività ( se così possiamo chiamarla) che vale a sottolineare la sensibilità estetica del Nostro: l’attività artistica. Di Zazzo fu un eccellente scultore e un non meno eccellente pittore, e lo fu per dote naturale (la sua famiglia di origine non nuotava nell’oro, ed egli non potette frequentare scuole o accademie). Alcune sue opere sono esposte in edifici pubblici della città, come il busto dell’avvocato Gaetano Di Biasio, primo sindaco di Cassino, in una sala del Comune; quello del preside Pellecchia nel liceo  scientifico e quello di G. Carducci nel liceo classico.

   Di carattere aperto, cordiale, entusiasta, il preside Di Zazzo suscitava simpatia e amicizia, e ha lasciato un ricordo indelebile in tutti quelli che l’hanno conosciuto.”





Articoli Correlati