"Avvio immediato dei cantieri per rilanciare il settore dell'edilizia"

"Avvio immediato dei cantieri per rilanciare il settore dell'edilizia"
di autore Redazione - Pubblicato: 26-01-2021 00:00

ECONOMIA - La richiesta giunge dalla Filca-Cisl del Lazio che ammonisce: "Persi oltre 50 mila posti di lavoro dall’inizio della crisi. Ora serve la svolta con il Recovery plan"

Il settore delle costruzioni guarda con molta attenzione e interesse ai vari incentivi messi in campo dal Governo per agevolare il miglioramento, la riqualificazione e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare di questo Paese, come ripone grandi aspettative di cambiamento e ammodernamento infrastrutturale tramite i progetti e i finanziamenti del Recovery Plan.

Il settore delle costruzioni – settore cruciale per la nostra economia - è pronto a fare la sua parte, se politica, burocrazia e lungaggini lo permetteranno. Grazie alle opere del Recovery fund l’operazione produrrà un aumento del PIL annuo in tutto il Lazio del 3 %.

 Apprendiamo, anche se con notevole ritardo, la notizia dell’indicazione dei 30 commissari per accelerare le 59 grandi opere del paese, dove all’interno della nostra regione sono state inserite ben 8 infrastrutture, attese da anni che con procedure ordinarie non siamo stati capaci di realizzare.

I soldi ci sono, ma bisogna avere meccanismi snelli che garantiscano la cantierizzazione in tempi certi per garantire posti di lavoro a migliaia di lavoratori nel settore delle costruzioni e nel suo indotto.

Occupazione che ha visto nel settore delle costruzioni perdere oltre 50 mila posti di lavoro dall’inizio della crisi. Mettendo a confronto il periodo ottobre 2018–settembre 2019 ed ottobre 2019–settembre 2020 si riscontrano 1.097 lavoratori espulsi dal settore, pari al -2,97%, 497 imprese che hanno chiuso i battenti pari al -5,76%, infine la massa salari registra una riduzione del 14,81%, con una diminuzione delle ore lavorate pari al 15,81%.

Pur in questa situazione drammatica, la macchina amministrativa e politica fatica a trovare soluzioni per invertire una condizione di difficoltà.  Eppure di opportunità e di opere sospese da anni nella nostra regione ce ne sono e non poche.

Pensiamo alle storiche opere ferme, ma sempre puntualmente utilizzate come cavalli di battaglia nelle diverse campagne elettorali, alla Orte–Civitavecchia, opera iniziata nel 1973 e mai completata, oggi ancora ferma alle porte di Monteromano; pensiamoalla famosa Roma – Latina, concepita nel 2001con la legge Obiettivoma subito entrata in un vortice tra bocciature, ricorsi al Tar e Consiglio di Stato; pensiamo alla messa in sicurezza dell’arteria Monte Lepini, che collega Frosinone a Latina,alla grande opera della Metro C di Roma, pensiamo ai ritardi accumulati, fino ad oggi, nella ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. I soldi ci sono sempre stati ma nei quattro anni passati la ricostruzione è andata sempre a rilento. Pensiamo a tutti i finanziamenti che sono annualmente stanziati sul tema del dissesto idrogeologico dove il Lazio è riuscita ad appaltare poco più del 40% delle risorse transitate negli ultimi dieci anni. 

Ora è finito il tempo degli annunci, abbiamo tutte le condizioni per fare presto e soprattutto fare bene. Occorre un tavolo permanente con la Regione Lazio, che monitori l’andamento di tutti i lavori in campo. Abbiamo una grande occasione di sviluppo ma anche una grande responsabilità nel gestire questa irripetibile opportunità.





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