"La riforma Valditara? Un'opportunità per formare cittadini consapevoli"

Scuola e Università - Parla il dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo di Aquino Antonio Tubiello, che 'promuove' le novità introdotte dal Ministro dell'Istruzione: "Occorre valorizzare la didattica della storia, onde evitare che diventi una disciplina noiosa, come spesso è percepita"

"La riforma Valditara? Un'opportunità per formare cittadini consapevoli"
di autore Francesca Messina - Pubblicato: 21-01-2025 16:26 - Tempo di lettura 2 minuti

Le nuove guide del Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara per il prossimo anno scolastico 2025 – 2026, prevedono per gli alunni dai 6 ai tredici anni, latino alle scuole medie, la Bibbia, la Storia d’Italia, più poesie a memoria e letteratura italiana. 

A tal proposito abbiamo intervistato il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Aquino Antonio Tubiello che ha sottolineato: “Le nuove indicazioni nazionali contengono molte interessanti opportunità. Lo studio del latino, della Bibbia e della Storia nazionale alla secondaria di primo grado costituisce non solo un'esercitazione per lo sviluppo di alcune competenze, ma soprattutto il presupposto per la formazione di una coscienza civile, morale e sociale radicata nella nostra tradizione. Ciò non preclude atteggiamenti di dialogo con le differenze, ma ne rappresenta la condizione.

Si può dialogare e accogliere le differenze, solo a partire da un'identità culturale. Inoltre, gli alunni della primaria possono, oltre che esercitare la memoria, gustare a fondo del fascino e apprezzare i valori implicati nel nostro panorama letterario. A patto che trovino competenti e appassionati mediatori.

Credo sia indispensabile - conclude il preside Tubiello -  una formazione adeguata e mirata dei professionisti della scuola. Non tutti oggi sono specialisti di esegesi ed ermeneutica biblica... a meno che non si voglia considerare la Bibbia alla stregua di una favola... Infine, occorre valorizzare la didattica della storia, onde evitare che diventi una disciplina noiosa, come spesso è percepita. In questo modo, la riforma non rischia di proporre campi operativi infecondi, ma sia in grado di suscitare curiosità e interesse, energie intellettuali e spirituali in ordine agli studi superiori e accademici”.





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