La zona rossa, l'allarme dei medici e il cortocircuito tra Salera e Grossi

La zona rossa, l'allarme dei medici e il cortocircuito tra Salera e Grossi
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 07-03-2021 00:00

OPINIONI - Il 94% dei posti letto degli ospedali della Ciociaria è saturo. Gli esperti sono in allarme, il prefetto Portelli bacchetta i comportamenti scorretti dei cittadini. Intanto, a Cassino, nelle stesse ore in cui l’assessore alla comunicazione, Danilo Grossi, rilancia l’allarme del medico Gnesi sulle terapie intensive al collasso, il sindaco Enzo Salera annuncia che domani chiederà all’assessore regionale alla Sanità che la città non sia soggetta alle restrizioni poiché i contagi non sono alti. Il primo cittadino di Pontecorvo si smarca: “Bisogna combattere tutti insieme”. In ogni caso, per opporsi all’ordinanza c’è il Tar. Non le chiacchiere

Hanno provato a "tirarlo per la giacca" in tutti i modi durante questo anno di pandemia. Chi voleva l'ordinanza sulle scuole chiuse, chi che restassero aperte. Chi giustificava il mercato settimanale, chi no. Chi criticava gli assembramenti in via Falese durante l'estate, chi voleva un po' di "libertà" e di ripresa economica dopo mesi di restrizioni. Il sindaco Enzo Salera è stato sempre bravo a non farsi "tirare per la giacca" dalle due opposte fazioni: gli aperturisti ad ogni costi e gli amanti del lockdown. Ha quindi sempre adottato un certo rigore nelle scelte. Non ha mai ceduto alla "pancia" della città, ma ha sempre basato le sue decisioni - condivisibili o meno che siano state - facendo squadra con la Asl, con la prefettura di Frosinone e con la regione Lazio.

IL PRECEDENTE DI MARZO 2020

Tant'è che a marzo dello scorso anno, quando riuscì ad evitare la zona rossa per la sola città di Cassino, al termine di un drammatico vertice in Comune a Ciociaria Oggi disse: "Non mi stancherò mai di ricordarlo, in momenti come questi ogni decisione va concordata con le altre Autorità in campo. Lo abbiamo già detto ma è importante che i cittadini dell’intero territorio siano in casa ed evitino contatti e quindi il contagio". Era il 21 marzo del 2020, si contavano complessivamente 24 contagiati in città.

E veniamo all'oggi: da mezzanotte scatterà la zona rossa. La Asl ha fatto sapere che i posti letto negli ospedali della provincia sono ormai saturi. La prefettura di Frosinone non ha usato mezzi termini: "Orami è sicuro, non ce ne Coviddi! Proprio per questa convinzione, siamo diventati zona rossa: calcetto, grandi abbuffate, chiacchiere davanti ai caffè, baci e abbracci, struscio". Al Nord della provincia, dove si trovavano in zona rossa già Torrice e Monte San Giovanni Campano, i contagi continuano a salire in maniera esponziale. Tutta la regione Campania sarà in zona rossa da domani. I comuni del Cassinate sono nel mezzo tra il Casertano e il Frusinate. A Cassino, però, i contagi sono in netto calo rispetto ai mesi scorsi. Due mesi fa, a inizio gennaio, c'era un vero e proprio "caso Cassino" con circa 400 contagiati contemporaneamente.

"MA NOI A CASSINO FACCIAMO PIU' TAMPONI"

Il sindaco Enzo Salera, per giustificare allora l'alto numero di contagi, sottolineò: "C'è da dire che noi a Cassino facciamo molti più tamponi". Poi, evidentemente, i tamponi hanno iniziati a farli in maniera massiccia anche nel Capoluogo e dintorni e così in questi due mesi a Cassino sono aumentati i guariti - gli attuali positivi sono circa 110 - e nel Nord della provincia i casi si sono moltiplicati. Tant'è che il comune di Cassino, in prima istanza, non risultava neanche nel bollettino della Asl in cui si invitava alla chiusura delle scuole il 1 marzo: per la città martire la chiusura è scattata solo il giorno dopo.

Quando è arrivata la comunicazione della zona rossa per l'intera provincia di Frosinone (che scatterà alla mezzanotte), molti commercianti del Cassinate hanno legittimamente fatto valere i numeri. Ed hanno spiegato che non possono essere penalizzati loro per ciò che accade in Ciociaria (Cassino, com'è noto, non si è mai considerata Ciociaria, ma il discorso di carattere storico richiederebbe un'ampia parentesi).

I COMMERCIANTI SONO I VERI EROI

Restiamo sull'aspetto più squisitamente politico. I commercianti hanno ragione, hanno sempre avuto ragione. Perchè sono quelli che hanno pagato il prezzo più alto e da un anno sono in trincea, stanno cercando di resistere. Dopo i medici, sono loro i veri eroi di questa pandemia. Ai commercianti, in questa fase, andrebbe però fatto un discorso di verità, andrebbero fatte battaglie affinchè abbiano gli adeguati ristori. Non hanno bisogno di spot. Perchè la verità nuda e cruda è che gli ospedali della provincia di Frosinone sono al collasso. In mattinata il medico del "Santa Scolastica" Arturo Gnesi ha evidenziato: "Se a quest'ora è necessario venire a Roma per trasferire i pazienti Covid positivi significa che in Ciociaria siamo messi in ginocchio. Terapie intensive e sub-intensive che non hanno più posto mentre un numero sempre maggiore di persone è in attesa di ricovero. Un gran brutto momento, stiamo messi male questa al momento l'unica certezza".

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LA COMUNICAZIONE CHE SBANDA

Un grido d'allarme che è stato rilanciato dall'assessore del comune di Cassino con deleghe alla cultura e alla comunicazione. Peccato che nelle stesse ore la comunicazione del sindaco andasse in direzione diametralmente opposta e su varie emittenti, smentendo clamorosamente il suo assessore Danilo Grossi, ha detto: "Lunedì mattina chiederò un incontro urgente all'assessore regionale alla Sanità per chiedere l'uscita di Cassino dalla zona rossa". E poi, restando serio, ha aggiunto: "La situazione epidemiologica di Cassino non è tale da giustificare una zona rossa, questa ordinanza penalizza fortemente le attività economiche di Cassino e del Cassinate".

SI, MA CHE C'AZZECCA

Il sindaco, insomma, a furia di essere "tirato per la giacca", alla fine ha ceduto. Ha provato, proverà a farsi portavoce - verosimilmente con scarso successo - delle istanze dei commercianti. Vuole insomma smarcarsi dal gioco di squadra fatto finora con le altre istituzioni competenti per mettersi nel campo di una squadra, che di rinforzi ne ha bisogno, ci mancherebbe. Questa, solo questa, potrebbe essere l'unica motivazione che ha indotto il sindaco in giornata ad annunciare urbi et orbi questa sua decisione di non obbedire all'ordinanza del presidente della sua Regione e del suo Partito. Un'iniziativa che non si spiega in altro modo. Ma seguendo il suo ragionamento, tanti piccoli comuni (anche del Cassinate) che durante la prima ondata erano a contagi zero - mentre a Cassino si sviluppava il cluster al San Raffaele con positivi sempre in aumento - avrebbero dovuto chiedere al Governo di sottrarsi al lockdown nazionale perchè non avevano casi e non potevano pagare loro per l'alto numero di casi che si registrava in Lombardia. Oppure, a gennaio, quando Cassino capeggiava la classifica dei contagiati, da Pontecorvo in su avrebbero dovuto issare una barriera con il divieto di accesso per i residenti a Cassino, dove il contagio esplodeva. Quindi, per dirla con Antonio Di Pietro: Cassino oggi ha pochi casi? Si, ma che c'azzecca! (salvo la parentesi di cui sopra: Cassino non è Ciociaria, non appartiene alla provincia di Frosinone. Ma anche la Terra di Lavoro è in zona rossa, quindi si dovrebbe dialogare con De Luca, e forse sarebbe ancora più difficile).

Intanto da Pontecorvo il sindaco Rotondo fa sapere: "Io non ho ricevuto nessun invito per domani, se ci sarà una consulta dei sindaci senz'altro sarò presente. Noi da due giorni siamo a zero casi e quindi siamo ancora più penalizzati, ma dividere una provincia in più fasce sarebbe ancora più pericoloso".

E' singolare, poi, che il sindaco di Cassino che due settimane fa lamentava gli assembramenti in piazza Labriola ed emanava un' ordinanza restrittiva adesso vada in direzione opposta: a questo punto si dovrebbero delle scuse ai ragazzi accusati di fare assembramento in piazza Labriola, visto che a distanza di due settimane i contagi sono sotto controllo. Appare insomma evidente che quello di Salera è solo un tentativo-spot per accarezzare la pancia della città che non accetta tale decisione. Invece, se il sindaco (legittimamente) vuole davvero contrastare l'ordinanza, come è scritto a chiare lettere a pagina 8 può incaricare un legale e fare un "ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale nel termine di sessanta giorni dalla comunicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro il termine di giorni centoventi".

Tutto il resto, è una perdita di tempo.





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