Economia - Trasnova, Logitech, Teknoservice, De Vizia, Denso. E ancora: Atlas, Iscot, Break & Lunch, Lear e M.A. srl. Vertenze a catena e incubo licenziamenti: sono già una decina le società dell'indotto dell'automotive messe in ginocchio dalla crisi: mercoledì 11 giugno vertice al Mimit.
Trasnova, Logitech, Teknoservice, De Vizia, Denso. E ancora: Atlas, Iscot, Break & Lunch, Lear e M.A. srl. Sono ormai una decina le vertenze aperte nelle fabbriche dell’indotto Stellantis: in crisi, non solo le aziende della componentistica ma anche e soprattutto quelle dei servizi, quasi tutte con appalti in scadenza e con il rischio di procedere con i licenziamenti.
La vertenza che maggiormente preoccupa, è quella delle tre società che si occupano di movimentazione auto nei piazzali - Trasnova, Logitech e Teknoservice - che occupano oltre cento lavoratori. L’appalto, scaduto lo scorso 31 dicembre, dopo un lungo sciopero partito a ottobre e culminato con il sit-in alla vigilia di Capodanno, è stato rinnovato, ma solo per un anno. Significa cioè che entro il 2025 bisognerà trovare una nuova collocazione per le maestranze perché Stellantis ha chiarito dinanzi al Ministero che nuove proroghe non ci saranno.
Le parti hanno preso l’impegno di fare degli incontri trimestrali al Mimit per provare a scongiurare il peggio. Dopo il primo incontro dello scorso mese di marzo, il prossimo è fissato per mercoledì 11 giugno: si annuncia come un appuntamento cruciale perché alla fine dell’appalto mancano ormai poco più di 6 mesi e una vera soluzione per non perdere posti di lavoro, ancora non c’è.
Le organizzazioni sindacali chiedono un intervento deciso da parte del Ministero e delle Regioni interessate e auspicano che le dichiarazioni di principio fatte al tavolo dell'auto si traducano in azioni concrete: spiegano che servono risorse per la riconversione e un rafforzamento degli ammortizzatori sociali. Alla società chiedono di rispettare gli impegni assunti e di cercare alternative alla monocommittenza, favorendo nuove opportunità occupazionali per i propri dipendenti.
Intanto Fim, Fiom, Uilm e altre sigle sono impegnate anche su altri fronti: da pochi giorni è scoppiata un’altra vertenza, quella della Denso, e in questo caso sono 52 i lavoratori interessati. Dopo alcuni giorni di sciopero la situazione è parzialmente rientrata. Ma non del tutto risolta: la società non ha commesse sui nuovi modelli in programma a Cassino ed è sfumata la commessa anche per la 500 che si produce in Algeria. C’è l’impegno a trovare soluzioni, ma i lavoratori sono ancora appesi ad un filo, il peggio non è stato scongiurato.
A soffrire insieme a loro, ci sono anche gli addetti della Break & Lunch, ovvero quelli operanti nel servizio mensa. “Ad oggi - spiega Luca De Zolt della Filcams-Cgil - quest’azienda ha solo 56 impiegati, ci sono già stati dei licenziamenti. E quelli ancora impiegati hanno salari molto bassi perché lavorando Stellantis su un solo turno il servizio mensa è ridotto”.
Stesso discorso per la Atlas, che occupa quasi cento operai, e la Iscot, che ne conta 75: con i motori della fabbrica al minimo anche queste aziende che si occupano di servizi lavorano poco. Da settembre, con gli appalti in scadenza, rischiano di perdere il posto di lavoro in maniera definitiva, per questo il sindacalista puntualizza: “Il problema non è se Stellantis chiude, ma come riapre, con quanti lavoratori. Perché, soprattutto nella filiera degli appalti, c’è un tentativo di smobilitare e di sgonfiare i costi”.
A rischio anche i 60 lavoratori della M.A. srl in regime di solidarietà in deroga mentre la Lear ha un esubero pari al 50% ed è agli sgoccioli per quel che riguarda gli ammortizzatori sociali. Il sipario è calato definitivamente su De Vizia: i 32 addetti al servizio di pulizie sono stati spostati sull’appalto Ama a Roma, ma per i lavoratori è proibitivo andare a lavorare nella Capitale e quasi tutti, un po’ alla volta, stanno rassegnando le dimissioni. E siccome piove sempre sul bagnato, ecco che a breve sarà presentato il nuovo piano per le uscite incentivate anche all’interno dello stabilimento Stellantis di Cassino: un’emorragia occupazionale senza precedenti.
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