L’ultimo Consiglio Comunale di Cassino sospeso per “degenerazione politica”

Politica - La denuncia di 'Cassino Popolare' dopo l'ultima assise: "Assistere a quelle scene allontana sempre di più i cittadini dalla partecipazione politica e dal voto, indebolendo la democrazia del Paese"

L’ultimo Consiglio Comunale di Cassino sospeso per “degenerazione politica”
di Redazione - Pubblicato: 13-12-2024 14:34 - Tempo di lettura 2 minuti

Dalla compagine di 'Cassino Popolare' riceviamo e pubblichiamo

In data 5.12.2024, l’ultimo Consiglio Comunale di Cassino lo stesso è stato sospeso per “degenerazione politica”. Le cose da chiedere sono tante ma in momenti così difficili per la vita quotidiana dei cittadini e in un paese dove la democrazia viene messa in seria discussione, sospendere un Consiglio Comunale e non preoccuparsi politicamente delle urgenze che si devono affrontare, significa che si sta veramente toccando il fondo.                                                                                                      

Si impegnino a risolvere le problematiche che affliggono questo territorio tra cui il lavoro, i servizi socio-sanitari, i salari e le pensioni che non reggono più la corsa inflazionistica. Temi questi, che hanno come diretta conseguenza un aumento dei costi sempre per le famiglie nell’utilizzo dei beni di prima necessità come l’acqua; il crescente disagio sociale, le problematiche che affliggono le periferie, la mobilità pubblica, “Questi Signori” si permettono “irresponsabilmente” di “sospendere” le loro funzioni istituzionali.

Noi crediamo che la politica debba dare sempre il buon esempio, una sorta di faro che governi non solo un paese o una città ma che contribuisca, nella differenza dei ruoli istituzionali, alla risoluzione dell’enorme quantità di problemi di una comunità. Chi si candida per rappresentare, deve avere sempre come obiettivo gli obblighi che assume nei confronti dei cittadini. Il fine ultimo è sempre quello di spendere le migliori energie nel ricoprire questo ruolo.

Purtroppo, da molto tempo ormai, nel Consiglio Comunale di Cassino, prevalgono questioni che poco hanno a che fare con il ruolo che i rappresentanti eletti devono svolgere.

Le immagini video che in questi giorni abbiamo visto su un giornale locale e l’animata discussione tra diversi soggetti che compongono il Consiglio, con uso di parole improprie, danno una pessima immagine che bisognerebbe evitare ma, soprattutto, non aiutano a risolvere le problematiche di noi cittadini.

E “Costoro” dovrebbero affrontare le discussioni inerenti, per esempio,

  • al LAVORO: dove assistiamo da giorni al grido lanciato sia a livello nazionale che territoriale, dai lavoratori dell’indotto Stellantis.  Notizie sconfortanti, che grazie alle lotte dei lavoratori di tutti i territori a livello locale e nazionale, hanno rimesso al centro del dibattito “ il diritto al lavoro”.                                                                                          Le lettere di licenziamento per tutti i dipendenti delle ditte appaltatrici sono state revocati, partendo dalla Trasnova alle società  Logitech e Teknoservice, ora si aspetta fiduciosi anche  una  risoluzione positiva  della vertenza dei 32 lavoratori della De Vizia.   
  • In un clima di forte crisi industriale, riteniamo che la sospensione dei licenziamenti per dodici mesi, sia un rinviare il problema, le parti sociali hanno dato un forte segnale sulle vertenze dell’indotto ma un ruolo centrale lo deve assumere la politica. La prossima Consulta dei sindaci del Lazio Meridionale convocata per giovedì prossimo 12 dicembre, deve essere il primo passo per richiedere alla multinazionale Stellantis quale sia il piano industriale che riguarda il territorio.
  • Intervenire, prima che le crisi travolgano i pochi comparti industriali rimasti al sud della provincia.                                                                                                                                 
  • I dati che forniscono i sindacati territoriali, stimano complessivamente  una perdita di mille posti di lavoro nei primi mesi dell’anno 2025. Queste vertenze se rinviate, posticipano il problema, ma non lo risolvono.

Lo diciamo perché spesso la politica è portata a dimenticare. A questi licenziamenti, ad oggi fortunatamente ritirati bisogna aggiungere le chiusure di tutte le  aziende medio piccole dell’indotto negli ultimi due anni. I numeri degli occupati in tutto il territorio della bassa provincia sono tornati ad essere quelli degli anni settanta. Noi proponiamo che tutti i sindaci e le amministrazioni locali facciano fronte comune insieme alle parti sociali per dare risposte concrete alla grave crisi occupazionale del territorio. Il Sindaco e tutto il Consiglio Comunale di Cassino si dovrebbero unire per promuovere azioni e strutturare il “Tavolo Permanente della crisi industriale economica del Basso Lazio” anziché perdere tempo a litigare.

Auspichiamo l’unità tra le forze politiche, le organizzazioni sindacali e le comunità del territorio, per trovare misure di sostegno in favore di tutte le lavoratrici ed i lavoratori che perdono o rischiano di perdere il posto di lavoro e, soprattutto, misure di sostegno in favore delle  famiglie monoreddito e le persone disoccupate ed indigenti.

Ancora, chiediamo che si affronti, per esempio, la discussione:

  •  SULLA SANITA’: a Cassino l’Amministrazione tutta si deve far carico di lavorare per tutelare tutte le persone e le famiglie che hanno rinunciato a curarsi; occorre ridurre i tempi d’attesa delle visite specialistiche anche avvalendosi della Farmacia Comunale invece di pensare di alienarla.
  • SUL SOCIALE: un settore in cui non vengono affrontati i disagi sociali che impregnano la comunità; esiste un disagio giovanile impressionante e la politica se ne discosta. I giovani, molti dei quali abbandonano il territorio in cerca di lavoro, se restano vengono abbandonati, rimangono disoccupati senza più reddito e devono lottare per non cadere nel circuito della microcriminalità, ormai diffusa. Ma tutto ciò quanto può reggere? Noi siamo convinti che occorra invertire il senso di marcia. Non possiamo solamente dichiararci contrari all’Autonomia Differenziata quando già ora a Cassino non vengono garantiti i LIVEAS (livelli essenziali di assistenza sociale). Non sono garantiti i livelli ne per i giovani ne per gli anziani ne, soprattutto, per i diversamente abili. Siamo a conoscenza della disperata situazione di un portatore di handicap che da mesi non riesce ad uscire dalla propria abitazione (ATER) perché non funziona l’ascensore, essendo stata staccata l’energia elettrica. Tutto ciò è frutto di politiche sociali inesistenti, in cui prevale l’egoismo non la solidarietà e neppure la cooperazione.

In riferimento alle tariffe dell’ACQUA: il 22 ottobre 2024 il Sindaco di Cassino, era presente all’assemblea dei Sindaci dell’Ato5 che ha avallato gli aumenti tariffari richiesti da Acea che per supportarli, presentava un piano d’ambito in base al quale, un amministratore avveduto, avrebbe notato a prima vista che non c’erano i presupposti giustificativi di tali aumenti. Tanto è vero che, nel piano stesso, erano riportati interventi che erano stati già programmati nei piani d’ambito precedenti a questo, per cui già abbondantemente finanziati ma mai realizzati. A ciò si aggiunga che dopo questa approvazione sono stati finanziati 30 milioni di euro per gli acquedotti dal PNRR, che quindi si aggiungeranno ai denari che dovremo sborsare noi cittadini con le bollette, senza sapere quali saranno le opere che avremo finanziato noi e quali il PNRR. Il tutto con la possibilità non remota che Acea si intaschi utili da capogiro (milionari) senza trasparenza per gli utenti, costretti a pagare per comportamenti vessatori da parte della stesso ente. Meccanismo perverso, quello descritto, dovuto all’ignavia da parte degli Amministratori: in questo contesto si inserisce anche il fatto che gli stessi Amministratori non siano in grado di mettere a punto e perorare un progetto di tariffa sociale che vada ad alleviare le spese dei cittadini meno fortunati. Nel frattempo vogliamo anche ricordare che in Ato4 provincia di Latina ci sono subbugli per l’approvazione di una tariffa che prevede un aumento del 3,5% rispetto al 7% della nostra ma, lì come a Roma, la società gestrice dell’acquedotto è mista pubblico-privata con il 51% in mano ai comuni. Mentre la provincia di Frosinone - Ato5 - nel lontano 1996 decise di dare il 100% in mano ad una società privata, pensando di deresponsabilizzare totalmente gli Amministratori che però sono obbligati per legge a votare le tariffe e quindi sono responsabili comunque nei confronti dei cittadini. Tutto ciò premesso, l’Amministrazione, nonostante la nostra lettera aperta presentata al primo cittadino, all’esecutivo ed all’intero Consiglio Comunale, non ha ritenuto evidentemente necessario metterla all’ordine del giorno del passato Consiglio. Su questo argomento si sarebbe potuto capire, eccome, l’accapigliarsi tra chi poteva pretendere di difendere gli interessi dei cittadini e chi no.... Per questo continuiamo a chiedere che si svolga un Consiglio Comunale aperto, nel quale tutti mettano a nudo la loro posizione sull’argomento! Invece su cosa battibeccano? Su argomenti che al cittadino medio di Cassino non interessano nulla come il riconoscimento di spese fuori bilancio che, intanto continuano a crescere.

SULLA MOBILITA’ PUBBLICA: sono settimane che la politica si rincorre su quale debba essere il territorio che dovrebbe ospitare la stazione Tav. Tutte le posizioni sono legittime, anche considerando il fatto che un possibile rilancio dell’intero territorio provinciale possa passare attraverso un miglioramento delle infrastrutture.                                                                                                  

Ma la mobilità pubblica deve soprattutto rispondere alle esigenze degli utenti. Dividendo in questo caso gli utenti tra quelli che hanno la necessità di prendere un treno per percorrere notevoli distanze ed i pendolari.                                                                                                                                

Dalla cronaca dei giornali locali leggiamo che,  un abbonamento mensile sulla linea Tav Cassino – Roma potrebbe arrivare a costare 459 euro.            Allora la domanda da porsi è questa: serve litigare, per la stazione Tav, quando questa non potrà essere utilizzata dalla gran parte dei cittadini, soprattutto pendolari e studenti?

Ecco, allora, la necessità che la politica si confronti anche aspramente ma la finalità deve essere l’uso a costi accessibili dei servizi. Pertanto, il territorio ha si la necessità di una linea veloce che ci colleghi con il resto del paese in tempi rapidi ma c’è anche la necessità che ci siano collegamenti più veloci con le città metropolitane di Roma e Napoli.

Assistere alle scene dell’ultimo Consiglio Comunale di Cassino, allontana sempre di più i cittadini dalla partecipazione politica e dal voto, indebolendo la democrazia del paese. Chiediamo, pertanto, a tutte le forze politiche presenti nell’assise comunale di occuparsi dei problemi che devono affrontare i cittadini di Cassino. Tutti, ripetiamo tutti, devono avere senso di responsabilità politica soprattutto quando si è al cospetto di una situazione drammatica per le famiglie, i disoccupati, le lavoratrici ed i lavoratori di questa città e del territorio. 

Lo abbiamo detto, e lo ripetiamo, Cassino Popolare non è né uno slogan né un cartello elettorale ma un progetto politico che va oltre la consultazione dell’8/ 9 giugno 2024. Nasce dalla volontà di donne e uomini per la gestione democratica della “Res Publica” e dei processi amministrativi, svolgendo il proprio ruolo politico indipendentemente dal fatto che non abbia un proprio rappresentante nell’assise comunale. Noi lavoreremo su questo fronte, di impegno extra-consiliare, al fianco ed a sostegno della città, del territorio e soprattutto delle categorie più fragili, per il bene della nostra Gente.

Premesso che l’acqua è un bene pubblico, e in considerazione della mancata risposta dell’amministrazione sulle questioni da noi sollevate; si propone una raccolta firme per l'applicazione di una tariffa sociale.





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