Stellantis, si torna in fabbrica con il cuore in gola

Economia - Questa mattina gli operai sono tornati sulle linee dopo una settimana di stop ma all'orizzonte ci sono altri fermi produttivi e senza gli ammortizzatori sociali straordinari si temono centinaia di licenziamenti sotto l'albero

Stellantis, si torna in fabbrica con il cuore in gola
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 06-11-2024 10:28 - Tempo di lettura 2 minuti

 

Si torna in fabbrica con il cuore in gola. Dopo la lunga serrata di Halloween partita lo scorso 30 ottobre, questa mattina gli operai dello stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano tornano sulle linee. Ma, secondo quanto trapela da fonti ben informate, sarà solo una breve parentesi, quella del lavoro. Nel corso del mese di novembre e poi, a seguire, nel mese di dicembre, sono in programma infatti ancora molti giorni di chiusura totale della fabbrica. Dall’inizio dell’anno se ne contano oltre 50, secondo quanto trapela, al 31 dicembre potrebbero essere addirittura 70 i giorni di stop alla produzione nel corso del 2024. Uno dei peggiori anni nella storia della fabbrica di viale Umberto Agnelli che da oltre mezzo secolo è il motore dell’economia del Lazio Meridionale.

 

Un motore che però, nel corso degli ultimi mesi, appare decisamente in panne: continui stop, turno unico, ricorso continuo agli ammortizzatori sociali, salari decurtati dalla ‘solidarietà’, mancanza di commesse alle fabbriche dell’indotto che già entro la fine di quest’anno, in assenza di ammortizzatori sociali straordinari, potrebbero ricorrere al taglio del personale. Sotto l’albero di Natale si rischiano centinaia e centinaia di licenziamenti, perché l’anno che verrà si annuncia ancor più complicato dell’attuale. Le nuove produzioni - Stelvio e Giulia full electric - partiranno solo nell’ultimo trimestre del 2025 ma, soprattutto, visti i numeri attuali dell’elettrico, appare difficile se non impossibile il ritorno alla piena occupazione e la garanzia di commesse alle fabbriche della componentistica. 

 

Per i sindacati è necessario dare subito allo stabilimento di Cassino produzioni di vetture ibride o a motore endotermico, altrimenti si rischia il collasso. Di questo, e  soprattutto della questione riguardante gli ammortizzatori sociali straordinari, si discuterà giovedì prossimo, 14 novembre, nell’incontro al Mimit convocato dal ministro Urso. Oltre ai sindacati, prenderanno parte alla riunione anche i sindaci delle città sedi di stabilimento: per il sito laziale parteciperanno il primo cittadino di Piedimonte San Germano, Gioacchino Ferdinandi, e il sindaco di Cassino, Enzo Salera, che in qualità di presidente della Consulta dei sindaci del cassinate ha invitato il ministro Urso a presenziare ad una riunione a Cassino per fare chiarezza circa le criticità che attanagliano lo stabilimento ai piedi della millenaria abbazia di Montecassino.

 

I sindacati mantengono alta la guardia e sono pronti ad altre azioni unitarie di protesta se dal Governo e dalla dirigenza Stellantis non arriveranno risposte chiare e rassicuranti in tempi brevi. A destare preoccupazione sono anche le parole del ministro Urso che nei giorni scorsi, in una missiva inviata al presidente della Provincia Luca Di Stefano, ha fatto intendere che ci sarebbe la possibilità di attrarre nuovi investitori.


 

“È giunto il momento di giocare a carte scoperte e di fare chiarezza sul futuro dello stabilimento di Cassino. Se è in atto una riconversione anche parziale del sito si parli chiaro una volte per tutte, perché la crisi dell'automotive interessa tutto il tessuto economico e sociale del territorio, e lo dimostra il fatto che il 31 dicembre scadono gli ammortizzatori sociali nelle fabbriche dell'indotto che cominceranno a chiudere una dopo l'altra per mancanza di commesse, in assenza di interventi concreti” mettono in guardia i sindacati pronti a fare fronte comune per scongiurare licenziamenti di massa nelle fabbriche della componentistica di Stellantis e più in generale del settore automotive.





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