Opinioni - L'abrogazione dell'abuso d'ufficio non rappresenta un "libero tutti" per amministratori e funzionari pubblici. La riforma del D.D.L. "Nordio" mira a fornire un quadro normativo più chiaro e giusto, che consenta loro di svolgere le proprie funzioni con maggiore sicurezza giuridica
di Dario Nicosia
Ogni volta che leggo articoli critici sugli interventi legislativi della maggioranza, mi chiedo se sia possibile che questi legislatori siano così sprovveduti da legiferare in modo così improvvido, senza considerare l'impatto delle nuove leggi nel contesto giuridico e civile. Questo è stato evidente anche nel caso della nuova legge Calderoli, dove ho approfondito la materia e scoperto quanto fosse maliziosa la propaganda della sinistra, rivelando anche la mia ignoranza sulla storia parlamentare di tali riforme.
Per fare un esempio, il Titolo V della Costituzione è stato modificato dai governi Prodi e D'Alema, come ho discusso in precedenti articoli. Recentemente, mi sono allarmato leggendo l'articolo del mio amico Pignatelli riguardo all'abrogazione dell'abuso d'ufficio. Questo articolo offre una visione critica dell'abrogazione dell'articolo 323 del Codice Penale, mettendo in luce potenziali problemi e preoccupazioni per i cittadini e per l'integrità della Pubblica Amministrazione. Viene enfatizzata la necessità di maggiore attenzione nella formazione delle leggi e di studi preliminari per garantire che le riforme rispondano adeguatamente alle esigenze della società.
Tuttavia, le evidenze che la mia ricerca ha portato alla luce mi hanno sorpreso. Le audizioni parlamentari che hanno accompagnato la riforma Nordio dimostrano chiaramente che la propaganda di parte si ferma al primo rigo e non va oltre, spesso in perfetta malafede. È importante ricordare che il problema della mancanza di controllo sulle attività delle pubbliche amministrazioni è radicato nella riforma Bassanini, culminata con la rimodulazione del Titolo V della Costituzione. Questo portò all’abrogazione dell’articolo 130 e alla scomparsa delle funzioni di controllo del CO.RE.CO. Invito alla lettura del 17° resoconto stenografico relativo alle audizioni dei responsabili dei CO.RE.CO regionali: INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI EFFETTI NELL'ORDINAMENTO DELLE REVISIONI DEL TITOLO V DELLA PARTE II DELLA COSTITUZIONE, tenutasi presso il Senato della Repubblica il 16 gennaio 2002, che la sinistra sembra voler dimenticare.
Pertanto, l’abrogazione dell'art. 323 del Codice Penale con l'approvazione del D.D.L. "Nordio" ha sollevato numerose critiche. Alcuni temono che questa riforma possa comportare un "libero tutti" per amministratori e funzionari pubblici, favorendo l’illegalità. Tuttavia, un'analisi più approfondita rivela che la riforma mira a una maggiore chiarezza normativa e non elimina la responsabilità per i comportamenti illeciti.
L'articolo critico afferma che l'abrogazione dell'art. 323 rimuove un pilastro a tutela dell'imparzialità della Pubblica Amministrazione. Tuttavia, l'articolo 323 era spesso criticato per la sua vaghezza e per l'applicazione estensiva che generava "burocrazia difensiva", costringendo funzionari e amministratori pubblici a evitare iniziative per timore di responsabilità penali, paralizzando così l'amministrazione.
L'abrogazione dell'abuso d'ufficio non concede libertà illimitata agli amministratori pubblici. La riforma punta a ridefinire chiaramente i comportamenti punibili, eliminando ambiguità e garantendo un'applicazione coerente e prevedibile delle norme. Questa chiarezza riduce la discrezionalità interpretativa, permettendo ai giudici di basarsi su criteri oggettivi e specifici.
L'articolo critico sottolinea la pericolosità dell'abrogazione dell'abuso d'ufficio, ma ignora che gli amministratori pubblici rimangono soggetti a vari altri reati penali, quali:
Questi reati continuano a garantire la punizione di comportamenti gravemente illeciti, smentendo l'idea di un "libero tutti".
Responsabilità Civile e Amministrativa
Gli amministratori pubblici sono anche soggetti a responsabilità civili e amministrative. Le violazioni del codice di comportamento e le responsabilità disciplinari possono portare a sanzioni amministrative, inclusa la sospensione o la destituzione dall'incarico, assicurando che comportamenti inappropriati non restino impuniti.
Anche se l'art. 130 è stato eliminato, che ha significato la scomparsa di un livello di controllo preventivo delle decisioni amministrative e un vuoto in alcune aree di supervisione, altri meccanismi di controllo interni ed esterni continuano a monitorare l'operato degli amministratori pubblici. Audit interni, controlli di gestione e organi come la Corte dei Conti svolgono un ruolo cruciale nel monitorare l'uso delle risorse pubbliche, garantendo trasparenza e legalità, anche se non coprono tutte le funzioni precedentemente svolte dal CO.RE.CO.
Benefici della Riforma
L'abrogazione dell'abuso d'ufficio non rappresenta un "libero tutti" per amministratori e funzionari pubblici. La riforma del D.D.L. "Nordio" mira a fornire un quadro normativo più chiaro e giusto, che consenta loro di svolgere le proprie funzioni con maggiore sicurezza giuridica. Meccanismi di controllo, responsabilità civile e disciplinare, e la presenza di altri reati penali garantiscono che gli amministratori e i funzionari restino soggetti a una vigilanza adeguata e possano essere puniti in caso di condotte realmente dannose o illecite.
Evidentemente, la propaganda di parte preferisce ignorare le complessità della riforma e continuare a diffondere allarmismi ingiustificati. Questo atteggiamento di malafede non solo distorce la realtà, ma mina anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Sarebbe auspicabile un dibattito più onesto e costruttivo, capace di andare oltre le strumentalizzazioni politiche e concentrarsi su una valutazione obiettiva delle riforme legislative.
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