Ritorna il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa

Cultura - L'evento il 13 e 14 maggio presso l'Università di Cassino

Ritorna il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa
di Redazione - Pubblicato: 10-05-2024 11:33 - Tempo di lettura 3 minuti

Si terrà nei giorni 13 e 14 maggio  presso il Polo Folcara, Aula Salerno dell’Università di Cassino, la dodicesima edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa. L'iniziativa è promossa dal Comitato S.A.LE. (Sviluppo Associazionismo Laicale), d’intesa con S.E. il Vescovo della  Diocesi di Sora-Cassino-Aquino Pontecorvo, Mons. Gerardo Antonazzo  ed il Magnifico Rettore della Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Prof. Marco Dell’Isola, ed è sostenuta dalla Banca Popolare del Cassinate, presieduta dal Prof. Vincenzo Formisano, dalla Fondazione Cattolica presieduta dal dott. Paolo Bedoni e dalla Conferenza Episcopale Lazio Pastorale Sociale Lavoro presieduta da S.E. Mons. Gianrico Ruzza. 


Scopo di tale iniziativa è sensibilizzare la popolazione, ed in particolare i giovani, sui valori della dottrina sociale per affrontare consapevolmente i problemi della vita dai più impegnativi a quelli quotidiani.
Soci@lmente liberi: intelligenza artificiale, famiglia, politica al servizio della persona, questo il tema della edizione 2024 del Festival  della Dottrina sociale della Chiesa e su cui saranno chiamati a riflettere tutti i partecipanti. 

Spesso la libertà viene intesa come il poter fare tutto ciò che si vuole. Quest’interpretazione confonde, però, la libertà con il libero arbitrio, con la scelta, cioè, di ciò che più ci piace, con scarsa considerazione per gli esiti sociali del nostro agire. 
La libertà, invece, è un vivere profondamente ciò che siamo e siamo chiamati a realizzare, tanto da rendere possibile fare con gioia anche ciò che costa, se nell’operare siamo mossi dalla tensione al bene.
Essere liberi dentro la società, e non dalla società, richiama uno stare dentro le cose in maniera consapevole e intelligente che ci abilita a fare la differenza.
La nostra libertà si gioca infatti sulla qualità delle relazioni perché viene dall’incontro con gli altri, non dal rifiutare i vincoli. In una società in cui tutto sembra disgregarsi, la prospettiva relazionale si offre come spazio al cui interno possiamo esercitare la nostra libertà che diventa, al contempo, responsabilità di costruire legami con ricadute positive sulla e nella società.

La realtà social amplifica questa responsabilità, perché con essa una notizia raggiunge potenzialmente in un istante milioni di persone, risultando non di rado più incisiva di qualsiasi argomentazione portata avanti con i modi e i tempi della fisicità e della presenza.
Questa comunicazione smart e apparentemente leggera è in realtà gravida di conseguenze: con la rapidità di immagini e slogan, una moltitudine di messaggi scatena in breve un’ondata di like e di followers pronti a condividere e a rinforzare un’idea spesso distorta di libertà, di diritto, di felicità, col risultato di una progressiva, inconsapevole riduzione di quest’ultima.

Questo impoverimento culturale, affettivo e relazionale ci porta a non essere mai veramente con l’altro ma, al limite, vicino all’altro, sempre protetti dalle app che ci evitano di sperimentare la responsabilità e la scomodità, ma anche il calore, dello spazio condiviso.


Se è nella reciprocità che si esprime la nostra unicità, non possiamo che “comprometterci” realmente con gli altri, andando oltre lo spazio virtuale, tanto facile quanto insostenibile nella profondità.
Assumerci il compito di educare al dono, facendo la fatica di mettere al mondo relazioni gratuite, e avendone cura: l’essere socialmente liberi passa anche per questa via.
Tanti i relatori che si susseguiranno nelle due giornate di lavori ,come da programma : docenti universitari, studiosi, religiosi, laici che declineranno il tema con riguardo ad alcuni aspetti fondamentali della nostra vita presente e futura: intelligenza artificiale, famiglia e politica.  

A tale riguardo Il Presidente del Comitato Sale, Francesco Rabotti evidenzia: «l'esperienza del Festival punta a tenere unite realtà diverse, salvaguardando la specificità e l'originalità di ciascuna, ma valorizzando i punti di unione e di accordo. Per questo, intorno al Comitato Sale, ruotano tutte le associazioni, gli enti, le persone che si riconoscono nei principi della Dottrina Sociale Cristiana. La diversità è per noi una ricchezza: ciascuno porta il suo contributo e la propria visione. Il nostro proposito è quello di riscoprire, alla luce dell'insegnamento della Chiesa, l’incommensurabile dignità dell'uomo e la priorità che tutti dobbiamo dare al bene comune. Le riflessioni e i valori da cui scaturiscono, che sono il fulcro del Festival, non sono solo patrimonio dei cattolici, ma costituiscono una base, un punto di partenza, un luogo di incontro per tutti coloro – cristiani e non – che hanno a cuore il bene comune, la centralità della persona e l’umanesimo integrale. In un momento storico particolarmente insidioso quale quello attuale siamo convinti che la Dottrina Sociale della Chiesa possa contribuire moltissimo in tutte le attività umane a superare tali insidie e concorrere ad un cambiamento di rotta per la costruzione di una società migliore fatta di responsabilità, reciprocità e fraternità». 


Il Presidente della BPC Vincenzo Formisano spiega: «La Banca Popolare del Cassinate ormai da anni sostiene il Festival e lo fa con la convinzione che i principi della Dottrina Sociale della Chiesa abbiano una validità non solo etica ma anche economica: bisogna fare bene il bene, bisogna fare bene il proprio lavoro, bisogna avere cura delle persone e delle relazioni, dell’ambiente, della società. E questo approccio ha anche un valore economico. Ne siamo convinti, lo abbiamo sperimentato e ogni giorno, nel nostro lavoro quotidiano, come pure nello studio accademico, ne sperimentiamo la validità». 





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