Torture nel carcere minorile di Milano, coinvolti due cassinati

Cronaca - A finire in arresto, tra gli altri, c'è un agente della penitenziaria della città martire. I reati a vario titolo contestati dalla Procura sono maltrattamenti, concorso in tortura, e una tentata violenza sessuale nei confronti di un detenuto

Torture nel carcere minorile di Milano, coinvolti due cassinati
di autore Alberto Simone - Pubblicato: 22-04-2024 19:03 - Tempo di lettura 2 minuti

Maltrattamenti e, in alcuni casi, vere e proprie torture subite da giovani detenuti dell'Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria di Milano. Con queste accuse, tredici agenti della Polizia Penitenziaria hanno ricevuto un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre per altri otto dipendenti del corpo di polizia è stata disposta la sospensione dall'esercizio di pubblici uffici. I reati a vario titolo contestati dalla Procura sono maltrattamenti, concorso in tortura, e una tentata violenza sessuale nei confronti di un detenuto.

Tra i coinvolti ci sono anche due agenti della penitenziaria del Cassinate: uno dei due è finito in carcere.  I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica e positivamente vagliati dal Gip in relazione alle condotte degli agenti, riscontrate a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore, sono aggravati dalla minorata difesa e dall'abuso di potere del pubblico ufficiale nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori e dai motivi abietti e futili.

L'indagine, partita da alcune segnalazioni all’autorità giudiziaria anche attraverso il Garante per i detenuti, è stata sviluppata attraverso diversi servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all'istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti. 

"Le violenze perpetrate nel carcere - scrive infatti il giudice nell'ordinanza - corrispondono esattamente a una pratica reiterata e sistematica che connota la condotta ordinaria degli agenti che vogliono stabilire le regole di civile convivenza e imporle picchiando, aggredendo e offendendo i minorenni detenuti". Il magistrato parla dunque di un "sistema consolidato" che ha determinato "un clima infernale" per i giovani. 





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